Comunque, posso rispondere alla tua domanda, a prescindere dai significati nascosti dei due testi.
Considero la tua domanda simile a quelle trappola che scribi e farisei facevano a Gesù per cercare di farlo cadere.
L'Esodo venne scritto da Mosè attorno al 1200-1250 a.C., per cui ciò che scrisse aveva ragione per quel tempo.
Paolo scrisse la sua seconda lettera ai Corinzi attorno al 57 d.C., per cui ha ragione per il tempo in cui la scrisse.
La risposta è quindi che entrambi ebbero ragione, ciascuno per il suo tempo.
Che una rivelazione più recente abolisca una più antica per le parti modificate, è asserito con piena logica, oltre che dall'evidenza del passaggio da Antico a Nuovo Testamento, pure da Scritture induiste, dove il testo più antico è rappresentato dai Veda, cui sono succeduti altri testi.
In Luce delle Sacre Scritture si afferma:
Le scritture degli uomini, dei veggenti, di Brahma, di Visnu, di Rudra, ecc.[, così Mahesvara stesso disse nel Sarvajñanottaratantra,] son ciascuna superiore all’altra e, come tali, invalidano via via quelle precedenti, ma non il contrario, nel senso che quella di Siva non può essere invalidata da quella di Visnu e questa da quella di Brahma. Chi invalida in senso inverso è un dissennato, preda del peccato. (4:247b, 248)
Anche se il Veda, ecc., son stati infatti indubbiamente emessi dal Dio, tuttavia occorre tener presente che mentre in alcuni la contrazione predomina, in altri è invece assente. Secondo che la contrazione predomini, si hanno le scritture delle anime decadute; secondo che l’espansione predomini, si hanno le scritture del Signore, che invalidano le precedenti 1. (4:252, 253)
1. Prevale la contrazione quando prevalgono le proibizioni: queste sono scritture rivolte ad anime decadute. Prevale l’espansione quando prevale la libertà : queste sono scritture rivolte ad anime elevate. Queste ultime scritture invalidano le precedenti, rivolte ad anime decadute.
Un parallelismo tra AT e Veda è questo, che si legge nello stesso testo citato prima:
L’impurità attribuita dal Veda a un cadavere, agli umori prodotti dal corpo e ad altro è qui negata. Il giusto modo di pensare è dunque questo, che tutto ciò che è separato dalla coscienza è impuro, e tutto ciò invece che ha raggiunto uno stato di identità con lei è puro. (4:240)
C'è pure la conferma di fra' Cristoforo: Omnia munda mundis.
Tutto è puro per i puri.