Ma a ben guardare, la terra è effettivamente in pericolo? Io credo che la nostra (legittima, per carità) visione antropocentrica ci porti a considerare la terra in pericolo quando i suoi cambiamenti, in parte a seguito della nostra stessa azione poco attenta , ma in parte anche dovuta a cicli e trasformazioni naturali, in quanto la terra è comunque sempre in divenire (lo diceva anche Leopardi che per la natura noi siamo formiche, potrebbe schiacciarci tutti grattandosi il culo, senza malizia e senza nemmeno accorgersi), minano la sostenibilità dello status quo proiettando un possibile futuro in cui lo stile di vita di quella parte del mondo che oggi come oggi vive in maniera agiata e persino lussuosa sia messo in discussione, ma non è da escludere che per tutta un'altra parte dell'umanità, tra l'altro numericamente maggioritaria, lo stravolgimento delle attuali dinamiche di potere e la relativa distribuzione del benessere costituirebbero un vantaggio materiale non indifferente.
In pratica chi sta bene oggi ne ha ben donde di voler preservare il modello preesistente il più a lungo possibile, poi può essere più o meno miope o più o meno lungimirante, promuovendo rispettivamente la perpetuazione del livello di consumi, produzione e sfruttamento (vedi Donald Trump, ma non solo lui), piuttosto che agire sul modello di quanti da anni stanno mettendo il mondo in allarme sottolineando l'insostenibilità delle attuali condizioni; forse, a ben vedere, queste potrebbero essere due facce di una stessa medaglia che cerca di conservare i nostri privilegi, in maniera più brutale e predatoria nel primo caso o più diplomatica e basata sul compromesso nel secondo.
In ultima istanza parlando in termini del tutto ipotetici, in quanto non è possibile prevedere tutte le conseguenze di un ribaltamento effettivo dello status quo, non possiamo escludere che, per buona parte dell'umanità, quello che noi qui definiamo come "salvare la terra" non costituisca altro che una condanna a rimanere a tempo indeterminato in condizione di indigenza, mentre al contrario, una rivoluzione che crei disagio e magari addirittura disastri per quello che definiamo "mondo industrializzato" (in contrapposizione ai cosiddetti "paesi sottosviluppati" o "in via di sviluppo"), non possa essere finalmente l'estrazione del numero vincente che porti gli ultimi ad essere improvvisamente i primi e viceversa.