più che l'età, direi che è l'esperienza e quanto si è metabolizzata;
a me non è mai capitato di tradire; non sono nemmeno incline, credo, nonostante abbia avuto qualche bella opportunità; bella come soggetto e situazioni, comunque non banalissime; ma non è stato certo per "virtù"; forse più per egoismo e pigrizia, perché sono in grado di prevedere il disagio nel dover fingere o omettere qualcosa; poi, si omette comunque, ma un conto è tacere su cose non potenzialmente distruttive, altro gestire psicologicamente anche solo la scappatella quando si sa che ci si deve mettere in gioco tutti i giorni, sempre con convinzione; troppo faticoso;
quello che l'esperienza può cambiare è la valutazione delle circostanze: se una persona è più sicura di sé sdrammatizza, relativizza, vede un po' l'insieme e proporziona tutto; sa cosa è importante e magari ha capito che un'altra persona è solo una persona, con cui si può stare più o meno bene, ma non può cambiare se stessa, né l'esistenza di ci sta insieme; si prende per quello che è; di solito, quando si è più giovani il partner è una leva di realizzazione, uno strumento, anche inconsapevolmente, ed è questa la maggior fonte di casini;
per strumentalizzare, ci si strumentalizza sempre lo stesso; ma almeno da maturi lo si fa con aspettative più realistiche e forse con meno ansia e meno paura di fallire.
Vedere il partner come strumento di realizzazione è purtroppo un'abitudine che ho notato spesso in molte donne. Ed è un grave errore secondo me.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .