Premetto che è doveroso ricordare le vittime di ogni guerra e sistema repressivo, compreso quello di Tito.


Però, e mi ripeto, perché forse sinora non sono stata sufficientemente chiara nella contestualizzazione: l’Italia fascista ha aggredito altri paesi, ha compiuto crimini per i quali non c’è mai stato un processo di Norimberga in modo che non solo gli aguzzini venissero puniti ma che anche il popolo avesse la consapevolezza e la memoria del male compiuto, però l’Italia, come se nulla fosse accaduto, come se non fosse stata la prima responsabile delle ritorsioni successive, ha la faccia tosta di istituire una giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo di circa 300mila istriani estrapolandola dal contesto storico, senza sognarsi di fare un minimo esame di coscienza. E’ questo che accade il 10 febbraio ed è accaduto anche quest’anno, con maggior forza e veemenza ed incidenti internazionali.

Per dire, la Germania, consapevole del male compiuto, non si è mai sognata di istituire una giornata del ricordo per le sue vittime e per i 16 milioni di Tedeschi cacciati solo dall’Europa orientale.

Comunque capisci che dopo 70 anni e più potremmo pure condividere le nostre memorie? Non credi che siano maturati i tempi per leggere insieme la relazione della commissione mista degli storici italo-sloveni e condividerla, anche se il governo italiano ha fatto spallucce? Sarebbe ora che l’insegnassero nelle scuole.

http://www.kozina.com/premik/indexita_porocilo.htm

Quanto alle fonti che ti ho citato, il 1940 è una mia svista, ma non vedo perché per questo dovremmo inficiare tutta la sua testimonianza, pubblicata dall’italianissimo Il Piccolo appena nel 2001. Perché avrebbe testimoniato sotto tortura? Di chi?

Comunque si tratta solo di due righe di complessive 375 pagine che ti invito a leggere (non penserai mica che io ti trascriva l’intero libro?), edito da Einaudi, di uno studioso che fu anche mio professore universitario: io ho riportato solo queste per rispondere a quello che mi sembrava un tuo dubbio su chi ha iniziato a gettare la gente nelle foibe.