Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
allora. per quanto riguarda me, interrogarsi, ovviamente anche sulla base di traduzioni di seconda o terza mano, sul nazismo e su quello che ha rappresentato, è un modo per capire da dove si viene, dove si va e soprattutto perché. quanto ai rapporti nel cenacolo di evola, oltre a freda c'era anche un rauti che il fascismo, almeno quello italiano e fino a prova contraria, lo conosceva. detto ciò e sempre in ossequio - ho detto ossequio e non "conoscenza" - al metodo storiografico, va detto che i primi incontri avvennero nel '45, cioè a qualche mese di distanza dalla fine del conflitto. se questo per te vuol dire "seconda mano", beh non so che altro dirti.
di seconda mano non riguarda le traduzioni, ma le rielaborazioni dell'esperienza; nel 45 era troppo presto per metabolizzare qualsiasi cosa, e ci sono voluti due decenni per uscire dal reducismo, almeno per quelli che hanno combattuto; cioè, loro la vivevano come un'epopea di giovinezza, onore, ecc... e cercavano giustificazioni ideologiche in un memento in cui l'altra parte ancora non aveva pienamente elaborato un giudizio;

è un po' la differenza - visto che qui si parla di fede - tra il credente nei miracoli o negli dei pagani della natura di 2mila anni fa e quello di oggi; o il terrapiattista; dopo eventi cesura che hanno svelato un contenuto che si è chiuso in sé, è imploso perché nessuno ne rivendica la giustizia, non hai più l'innocenza del credente e devi simulare uno stato mentale, selezionare;
in soldoni, se l'ideologia che ha causato 50 milioni di morti, i campi, l'eliminazione degli handicappati e via discorrendo, avesse avuto una sua forza morale, oltre alla circostanza di aver "imprigionato" persone che hanno combattuto da quella parte, in una certa misura inconsapevoli, avresti dovuto avere masse di martiri;

cioè, non collabori allo sterminio di milioni di persone nei campi e poi dici: vabbè, abbiamo scherzato, e ti fai eleggere nel parlamento dei vincitori, come Rauti o Pisanò;
o vai ad invecchiare in Argentina sotto falso nome; questo lo puoi fare se hai fatto una truffa al paese tuo e ti vuoi godere i proventi; ma se credi in un progetto radicale come quello, la tua vita finisce con quello, e devi testimoniare anche contro tutto il mondo, se lo ritieni giusto; proprio come un martire;
cioè, la stessa sopravvivenza in questo caso è una confessione di malafede, accanto a quelle dei processati che si dichiaravano non colpevoli, perché avevano solo obbedito; in quel momento, avrebbero dovuto dire: era giusto fare questo e argomentare il perché, come fa, per esempio, il tirannicida:

i congiurati di luglio di fronte a Freisler non cercavano scuse, ma dicevano viva la Germania libera, prima che li appendessero al gancio;
i loro carnefici a Norimberga, in attesa della stessa fine, non avevano la forza morale di sostenere le loro ragioni di fronte all'accusa, perché quelle ragioni erano meschine; altrimenti, morti per morti, avrebbero rivendicato come proprie le scelte;

perciò, la nozione di seconda mano, o terza, quarta, riguarda la rielaborazione dell'esperienza da parte di persone che, volenti o nolenti, vivono e hanno vissuto una metabolizzazione generale di un dato percorso che non è più quello individuale e parziale del cittadino coinvolto originariamente, ma la sua elaborazione storica della società; la differenza tra Fabrizio Del Dongo a Waterloo, che non capisce niente di quello che succede, e uno che fa la rievocazione della battaglia, con tutte le consapevolezze;

selettiva in che senso?
nel senso che, come la memoria seleziona i ricordi per rafforzare l'identità, in un senso o nell'altro, la lettura seleziona gli elementi che confermano le proprie simpatie e tesi; uno degli stratagemmi è proprio questo ragionamento:
si. questo mi verrebbe da dire che è colpa della storiografia. cioè è un'opinione suffragata da altre opinioni simili, e poiché a quanto ne so lo storico è un cantore della visione politica di volta in volta dominante, va a finire che non si sa cosa davvero sia successo.
la storia si scrive sui documenti, non sulle opinioni; le interpretazioni non sono libere congetture, ma devono appoggiarsi su concatenazioni logiche ferree;

questa non l'ho capita. cmq il rischiatutto c'entra fino a un certo punto. è chiaro che, se rifletti su come il nazismo venga in genere, almeno da noi, percepito come fenomeno "negativo", la spiegazione è un poco "statistica". cioè la gran parte degli storici italiani la pensa così. a parte un pisanò in italia e un nolte in germania non conosco molti storici "non allineati"...credo sia un segno dei tempi...
Pisanò non era uno storico; Nolte sì; non ha certo riabilitato il Nazismo, ma affermato che sia stato un movimento reattivo al bolscevismo;

quanto a quella che chiami "percezione negativa", c'è quel piccolo dettaglio che per cui ogni famiglia europea o americana ha avuto almeno un lutto a causa di quell'esperienza, la quale voleva ripristinare gerarchie umane antecedenti all'egualitarismo delle rivoluzioni americana e francese; cioè l'emancipazione della quasi totalità degli esseri umani in Occidente; mutatis mutandis,

axe. se vuoi metterla sul piano filosofico ti posso dire che la stessa percezione è un'operazione selettiva. cioè io non ho, in quanto soggetto percipiente, la capacità di percepire appunto la realtà nella sua complessità.
ma hai la capacità di rimuovere il sapere diffuso, se contrasta con le tue predilezioni interpretative; ma vale per altri casi;
io leggo spesso di fan del comunismo sovietico; gente che vive libera, in Occidente; dei cretini; morirebbero di noia dopo appena un'ora di discorso obbligatorio del Piccolo padre Stalin; l'operaio italiano del 47, ignaro delle purghe staliniane poteva essere genuinamente comunista; così come il carbonaio tedesco poteva percepire il nazismo come un aggiornamento della potenza guglielmina; infatti i gerarchi si guardavano bene dal dirgli che avrebbero terminato il nipotino handicappato, o anche che lo avrebbero mandato a gasare gli ebrei, che non andavano in Madagascar;
le generazioni di oggi non possono;

oppure sono degli adolescenti non cresciuti, che usano la provocazione del simbolo del male contro il mondo adulto; cioè, non hanno un'idea realmente politica, agibile, tantomeno da loro; ma trasformano il simbolo politico in un accessorio di moda, identitario e trash, trasfigurato, come il satanismo di certi gruppi rock dei 60 - tipo gli Zep con le fisime di Crowley, me ce n'erano diversi altri - o di certi gruppi di metal estremo;

quello che sto cercando di dire, senza giudizi di merito, è che un'ideologia, politica o religiosa che sia, deve essere allineata alla sensibilità mainstream, agibile, presentabile; scendi in strada e la esponi, e la gente ti dice sono d'accordo, oppure no;

ma se tu vai in giro a parlare di razza o di comunismo sovietico, o dici che il separato deve restare casto a vita, la gente ti guarda come un matto, perché la sensibilità diffusa ha elaborato altro, anche inconsapevolmente; non la legge come un'idea politica, ma come il desiderio di attirare l'attenzione con l'eccentricità, o con altre motivazioni improprie - cioè, non realmente dirette a perseguire quell'obiettivo - e lo studioso colloca questi usi nell'ambito della seconda o, più probabilmente, terza o quarta mano, rielaborazioni di esperienza in contesti diversi.