nessuno di voi ha spiegato un bel nulla, ma vi siete limitato ad enunciare una tesi assurda, in quei termini;
del resto, se tu non rimuovessi le tue capacità critiche, emulando uno stato di idiozia - perché idiota non sei, come non lo è Arcobaleno - ti domanderesti il perché non io, ma la tua stessa chiesa, nel Catechismo, debba concludere che l'origine del male è un mistero; visto che non è in grado di spiegare come dalla creazione di un dio trascendente, onnipotente e onnisciente possa essersi generato il male da qualcosa di estraneo a quella volontà Prima causa di tutto; poiché questo implica necessariamente che vi siano accadimenti possibili che sfuggano alla ultimativa volontà del Signore, negandone l'onnipotenza;
lo capirebbe anche un bambino; non chi fa strame dell'intelligenza e del raziocinio che Dio gli ha dato, la butta nel cesso e tira lo sciacquone;
bravo ! dammi di bischero provocatorio perché ti faccio presente una questione millenaria, che ignori perché a scuola giocavi a battaglia navale o chiacchieravi dell'Empoli col vicino di banco;E comunque:
Dio ha un piano di Salvezza. Per ogni Uomo. Perchè il Mondo intero si salvi. Ok? Ci sei fin quì? A Dio questo solo interessa. Per porlo in essere, chiama ed elegge chi vuole. Non necessariamente i migliori. Anzi! Ebbene, il chiamato (l'unto...l'eletto...) non è un burattino nelle Sue mani. Non è un robot o una marionetta. Può aderire o può rifiutare quella Missione...quel Compito. Ma il piano di Dio deve andare avanti. Comunque. Se uno rifiuta, ecco la chiamata di un altro al suo posto. La Bibbia è piena, è colma di episodi del genere. Invece di usare il condizionale, in cerca di ipotesi fantasiose, perchè non cerchi di capire cosa, attraverso quei fatti, Dio ci voglia comunicare? Che gusto c'è a fare solamente esercizio di provocazione? A che scopo? Cosa ci guadagni? Di bischero! si dice noi a Empoli.
mezza Cristianità - per Arcobaleno: la parte che da secoli è educata alla lettura della Bibbia e non a pupparsi il Catechismo - quella che guida il mondo moderno, aderisce da 5 secoli alla dottrina del servo arbitrio e della predestinazione;
ma la colpa è mia; sono io il bischero provocatorio, perché faccio presente questo "dettaglio", riassumendo in breve nozioni che si insegnano in qualsiasi liceo o università, anche cattolica
questa è la manifestazione palese di quella condizione nevrotica che accennavo a Turbociclo: quando il credente, per suoi motivi, legittimi o umanamente comprensibili, si corazza in un sistema che lo pone in contraddizione col sentimento - le varie questioni di sensibilità morale e sociale - o col sapere - la scienza, la storia dei fatti e delle idee - si produce uno stato di conflitto e afflizione che produce conseguenze di questo tipo:
si diventa aggressivi nei confronti di qualsiasi manifestazione della realtà che contraddica quell'edificio-corazza, per l'enorme peso delle contraddizioni tra un sistema che si è eletto e la sensibilità diffusa, di cui si è parte; e allora la cosa finisce in farsa: si elaborano profili risibili della divinità, come quelli di Arco, un dio che patteggia come un avvocaticchio di cause minori, che non può fare altrimenti, per poi accusare l'interlocutore di sbeffeggiare se quello fa notare il ridicolo di quanto enunciato;
si litiga con gli interlocutori credenti, a cercar pagliuzze negli occhi, proprio su quelle sensibilità, sulle vocazioni e i carismi femminili, sulle scelte esistenziali altrui, la maternità, la separazione; o gli orari di lavoro dell'interlocutore sgradito
si pretende di enunciare una morale/dottrina indirizzata a tutti, che diventa politica, ma al tempo stesso si nega il diritto a chi non la condivida, in quanto "esterno" a criticarne i fondamenti; la forma e i minuetti sono post conciliari; la mentalità è da Bellarmino che processa Galilei;
l'insicurezza e l'angoscia determinate dall'adesione ad un costrutto così fragile sono talmente pronunciate da considerare come minaccia ogni opinione e sensibilità diversa, che sconfessi la propria visione; figuriamoci quanto si può odiare anche chi solo osi far presenti delle realtà materiali e logiche, quelle che la nevrosi cerca incessantemente di rimuovere;
cosa dovrebbe comunicare un credente ? se non proprio sempre felicità, che è chiedere troppo, almeno sprazzi di gioia e serenità, seraficità - Paolo diceva: non puoi dare gioia agli altri se non l'hai in te;
cosa comunicano le reazioni che si leggono qui ? chi vorrebbe ridursi a provare questi sentimenti rattrappiti, questa aggressività, impotenza, rimozione della realtà e della propria intelligenza ?