vedi ? ti ritrovi sempre nello stesso vicolo cieco da essere costretto a contraddirti nella stessa frase in cui enunci il principio; prima, correttamente
enunci un principio di gratuità del sentimento; ma poi:
fai rientrare dalla finestra la sfiducia e il mercimonio della remunerazione contro l'obbedienza, come se quel sentimento non potesse essere sufficiente a giustificare il bene, e ti ritrovi col timore di Dio a sopperire all'incapacità umana di assumere la legge divina come propria, in barba all'immagine e somiglianza;La Chiesa, in questo, fa solo da tramite. Ha ricevuto tale mandato da Dio. Ha ricevuto le Chiavi di accesso, al Cielo. Vuoi essere sicuro di andarci, in Cielo? Segui la Chiesa. Obbedisci alla Chiesa.
oltretutto, lo fai contro la stessa dottrina cattolica conciliare della Nostra Aetate, che forse hai pure letto, senza capirne il senso;
è la Chiesa stessa, proprio in considerazione della sua fallacia e delle scuse di cui spesso scrivi, ad aver dovuto riconoscere il Primato della coscienza; ma tu, nonostante le citazioni, continui a ragionare da pre-conciliare, perché quella è la tua psicologia di credente;
quando il papa dice: Dio perdona il non credente che obbedisce alla sua coscienza, spiega il senso della Romani, coloro che sono legge e se stessi - e di cui tu non comprendi le implicazioni, malgrado tanti secoli di storia - e non si riferisce certo a qualche popolazione ignara del Vangelo nelle foreste amazzoniche o ai pigmei del Borneo, ma al non-credente moderno;
appunto: quel "se stessi" che tu interpreti pre-conciliarmente come un netto di egoismo è - nella stessa concezione conciliare - la legge divina già iscritta nella coscienza, autonoma, prevalente;Non vuoi farlo? Vuoi rendere conto solo a te stesso? Amen.![]()
e non è questione di lana caprina, ma esattamente il punto che poi ti vede in conflitto coi tuoi fratelli di fede: tu dici loro: fai figli, torna con tua moglie, ecc..., ma la loro coscienza valuta altro come bene, anche contro la propria stessa convenienza, per motivi più che legittimi;
dici che bisogna lottare, contro la volontà di un partner di allontanarsi e la sua libertà di autodeterminarsi, quando è evidente per qualsiasi persona di buona fede che questo è, nella migliore delle ipotesi, opportunismo egoista, e non buona fede, amore; nessun credente genuino potrebbe seguirti; e così via...
poi, sono solo affari tuoi, eh... io sto soltanto spiegando i motivi di questa solitudine di sentimenti tra i tuoi stessi confratelli; non penso di dire ciò che è giusto o sbagliato in assoluto, sia chiaro, ma solo le ragioni delle divergenze;
nessuna persona libera e in stato di equilibrio psicologico sarebbe in grado di emulare lo stato di soggezione che promuovi, perché lo sforzo di rimozione sarebbe sovrumano, e solo una condizione patologica di rattrappimento e obliterazione dei sentimenti più radicati potrebbe consentire la tua modalità , che ti fa dire: mai appoggerei la decisione di divorziare di una figlia infelice o altro del genere...







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