Originariamente Scritto da
axeUgene
vedi ? ti ritrovi sempre nello stesso vicolo cieco da essere costretto a contraddirti nella stessa frase in cui enunci il principio; prima, correttamente
enunci un principio di gratuità del sentimento; ma poi:
fai rientrare dalla finestra la sfiducia e il mercimonio della remunerazione contro l'obbedienza, come se quel sentimento non potesse essere sufficiente a giustificare il bene, e ti ritrovi col timore di Dio a sopperire all'incapacità umana di assumere la legge divina come propria, in barba all'immagine e somiglianza;
oltretutto, lo fai contro la stessa dottrina cattolica conciliare della Nostra Aetate, che forse hai pure letto, senza capirne il senso;
è la Chiesa stessa, proprio in considerazione della sua fallacia e delle scuse di cui spesso scrivi, ad aver dovuto riconoscere il Primato della coscienza; ma tu, nonostante le citazioni, continui a ragionare da pre-conciliare, perché quella è la tua psicologia di credente;
quando il papa dice: Dio perdona il non credente che obbedisce alla sua coscienza, spiega il senso della Romani, coloro che sono legge e se stessi - e di cui tu non comprendi le implicazioni, malgrado tanti secoli di storia - e non si riferisce certo a qualche popolazione ignara del Vangelo nelle foreste amazzoniche o ai pigmei del Borneo, ma al non-credente moderno;
appunto: quel "se stessi" che tu interpreti pre-conciliarmente come un netto di egoismo è - nella stessa concezione conciliare - la legge divina già iscritta nella coscienza, autonoma, prevalente;
e non è questione di lana caprina, ma esattamente il punto che poi ti vede in conflitto coi tuoi fratelli di fede: tu dici loro: fai figli, torna con tua moglie, ecc..., ma la loro coscienza valuta altro come bene, anche contro la propria stessa convenienza, per motivi più che legittimi;
dici che bisogna lottare, contro la volontà di un partner di allontanarsi e la sua libertà di autodeterminarsi, quando è evidente per qualsiasi persona di buona fede che questo è, nella migliore delle ipotesi, opportunismo egoista, e non buona fede, amore; nessun credente genuino potrebbe seguirti; e così via...
poi, sono solo affari tuoi, eh... io sto soltanto spiegando i motivi di questa solitudine di sentimenti tra i tuoi stessi confratelli; non penso di dire ciò che è giusto o sbagliato in assoluto, sia chiaro, ma solo le ragioni delle divergenze;
nessuna persona libera e in stato di equilibrio psicologico sarebbe in grado di emulare lo stato di soggezione che promuovi, perché lo sforzo di rimozione sarebbe sovrumano, e solo una condizione patologica di rattrappimento e obliterazione dei sentimenti più radicati potrebbe consentire la tua modalità, che ti fa dire: mai appoggerei la decisione di divorziare di una figlia infelice o altro del genere...