Originariamente Scritto da
axeUgene
ma tu questo sentimento che attribuisci a Dio da cosa lo evinci ? non certo dalla natura, nella quale compi l'errore di cercare una presunta perfezione che dimostrerebbe la creazione intelligente;
cioè, da un lato, per dimostrare l'impossibile da dimostrare - o anche confutare - additi una natura che definisci perfetta; dall'altro ne auspichi la "correzione" mediante la cura della malattia, il che implica esattamente l'imperfezione;
senza citarti l'avversione della tua chiesa al giusnaturalismo, ti dovrebbe bastare la constatazione che tutto nella tua religione precetta esattamente la sovversione dello stato di natura, disponendo regole che lo vincolano e correggono, come i Comandamenti;
se la natura rappresentasse l'intelligenza e la volontà divina, saremmo tutti autorizzati a seguire i nostri peggiori istinti e ritenere di compiere così quella volontà, senza alcun limite etico;
se tu mi dici: Dio esiste perché la natura è perfetta e altrimenti sarebbe impossibile spiegare questa perfezione, devi anche accettare come intesa la malattia, anche quella che ti sembra più ingiusta e crudele, e lasciare che essa compia il suo corso, sempre e comunque, perché parte di quel Disegno;
infatti:
e cos'altro sarebbe una cura se non esattamente l'interferenza con l'Albero della Vita ?
se uno si ammala e tu lo curi hai interferito sul corso naturale degli eventi;
ora, a me sta benissimo, ovviamente; ma in questo caso stai negando quella stessa natura come riferimento normativo; non so se mi spiego;
delle due l'una:
o la natura rappresenta la volontà divina, e allora se il bimbo ha la leucemia o la disfunzione cardiaca e quella è intenzione divina, e tu da devoto ti asterrai dal praticargli trapianti di midollo o di cuore e lascerai che le cose seguano il loro corso;
oppure la tua legge risiede in altre fonti, diverse, come le Scritture, e allora siamo in tutt'altro contesto;
ma non è che puoi invocare l'una o l'altra fonte, come ti comoda meglio, perché sarebbe come invocare principi di costituzioni contrapposte, incompatibili;
vuoi negare l'aborto argomentando della natura e della non interferenza ? mi sta bene; ma allora devi anche rinunciare all'interferenza delle cure; se invece vuoi negare l'aborto sulla base di un altro principio, mi sta pure bene; ma allora devi rinunciare alla natura come testimone di Dio, poiché con le cure stai sconfessando quella stessa natura, e con essa Dio stesso, nel momento in cui la natura ne sarebbe testimonianza;
ora, a prescindere dalle convinzioni di ognuno, esporti a queste contraddizioni non aiuta la tua predicazione, perché costringe - nella migliore delle ipotesi - a una rimozione, che genera più angoscia di quanta sia già;
se uno vuol essere cristiano, che si arrocchi sui Vangeli, nei quali ci sono motivi in qualche modo argomentabili, seppure con differenze; ma lasci stare la natura, che è roba di Nietszche, non un dottore della Chiesa; perché per quel piatto di lenticchie di volere dimostrare ciò che è comunque indimostrabile si indica un fondamento di tutto ciò che è palesemente anti-cristiano; pensaci:
se dovesse affermarsi una religiosità che individua nella perfezione della natura la manifestazione divina, in nome di quella naturalità ognuno sarebbe autorizzato a ad imporsi secondo la legge di natura, della sopraffazione del più forte, in tutte le circostanze: in natura è così, è Dio che ha voluto in questo modo, tanto, sulle Scritture vi azzuffate come in un pollaio e non siete mai d'accordo; quindi, farò come Dio ci ha creati in natura.