l'Occidente non è affatto nichilista; questa è ideologia, cattiva; nel senso di non verificata, un mero slogan;
prova a puntualizzare dove sia effettivamente la pretesa mercificazione di tutto, a fronte di un prima o altrove in cui questa mercificazione non ci sarebbe stata, o non ci sia;
io non vedo lo svuotamento e la "nientificazione" di cui parli;Lo 'svuotamento' di senso e l’illusione che il processo di 'nientificazione' a cui il nichilismo approda può esser congelato, sospeso indefinitamente ?
Forse la risposta allo 'svuotamento' , per essere efficace, deve maturare nel corpo malato. Ma questo “corpo occidentale”, ormai “mondiale”, ha ancora degli 'anticorpi' sufficienti?
vedo, al più, persone intrappolate in un racconto tradizionale delle realtà identitarie che scambiano per il "nulla" la loro incapacità di orientarsi tra i valori contemporanei, che ora si percepiscono più di prima, data la scolarizzazione;
in altri termini, rispetto ad un passato relativamente recente, oggi l'immaginario medio di massa e scolarizzato ha a disposizione una quantità enorme di mitologie che producono l'effetto di una "volgarizzazione del presente", percepito come privo di epicità, valore, mercificato;
in realtà è sempre stato così, solo che alla quasi totalità delle persone mancava l'immaginario per fare raffronti: l'operaio di Mirafiori con moglie casalinga che sgobbava anni per pagare le rate di una 600 non viveva una vita mercificata ? mancava della cultura per costruirsi mitologie su un passato aureo, dato che il suo magari era quello dei genitori e nonni braccianti nel Tavoliere o a Caltanissetta, e il pensiero apocalittico era proprio dei piccolo borghesi istruiti;
è estremamente probabile che tra un secolo i nostri tempi verranno ricordati come una specie di età dell'oro, con tanti problemi, ma in cui le grandi potenze per quasi un secolo hanno evitato di farsi guerre di sterminio e vige comunque una morale relativamente compassionevole, almeno in quella parte di mondo in cui vige la democrazia; io, questo preteso peggioramento, non lo vedo; vedo l'inevitabile ansia - e, a volte, angoscia - che è il risultato inevitabile di una società aperta, in cui le possibilità - e, a volte, le illusioni - si sono moltiplicate, e questo genera disorientamento, necessità di individuare una misura concreta al proprio ambito di realisticamente desiderabile;
se non hai cultura del desiderio e vedi quello che è rappresentato in tv, difficilmente puoi gestire il tuo; se hai appetito e sei privo di cultura gastronomica, di fronte ad un buffet ti abbotti di antipasti e non ti godi il resto;
per questo è necessario leggere, frequentare l'arte, conoscere l'umanesimo, educarsi al desiderio; altrimenti non si hanno chiavi per cogliere le tante opportunità che ci sono e davvero l'unica bussola diventa il valore di mercato di ciò che è acquistabile;
ma non è una malattia incurabile; certo che con la vocazione censoria si va poco lontano.