ecco, qui saresti sulla strada giusta per capire il sistema paolino; purché tu capisca bene il senso di questa cosa:
le opere sono senz'altro importanti, ma come conseguenza necessaria, spontanea, gratuita, della fede;
purtroppo, ti ostacola l'inevitabile mentalità cattolica che, malgrado i tuoi interessi, è radicata più di quanto tu creda:
beh, no, perché nella Romani, Paolo cita esplicitamente coloro che non hanno legge, ma sono legge a se stessi...: si rivolge ai gentili romani, miscredenti;Dio giustifica e usa misericordia con chi ha fede, nonostante i possibili errori di costui nelle opere.
Quando Dio dice che userà misericordia con chi vorrà si riferisce ai credenti, nonostante le loro opere imperfette.
se ci fosse, che senso avrebbe la metafora del Vasaio, che destina i vasi ad usi nobili e ignobili - perché questo Paolo scrive; è un'idiota, incapace di esprimersi compiutamente ? il Vasaio non conosce - come sostieni tu - a quale uso i vasi decideranno di prestarsi;Ovviamente Dio conosce prima chi diventerà credente e chi no. Da qui l'errore di coloro che sostengono che ci sia una predestinazione a diventare ciò che siamo, illudendoci di possedere il libero arbitrio.
Il libero arbitrio c'è.
e, infatti, alla rimostranza retorica, la risposta è: chi sei tu per contestare quanto deciso che fossi ?
il cattolico che è in te, cerca di sottrarsi al senso autentico dello scritto:
il punto che salti è quello - essenziale - di definire la fede stessa: che cos'è, da cosa ha origine ?
perché in quel perseverare che citi è implicito una qualcosa che già c'è, e peraltro si vede anche in chi non ha Legge...;
qui esce il cattolico, con le opere che rientrano da protagoniste nel mercimonio don Dio;Dov'è qui la predestinazione? Dov'è il copione già scritto che ci priva del libero arbitrio? C'è da scegliere se credere o non credere e agire di conseguenza
se credere o non credere fosse una scelta, sarebbe un'opera; immateriale, ma pur sempre opera, decisione umana; sola ragione di fronte alle Scritture; la fede andrebbe ad essere un dispensabile formalismo declamatorio; Dio non sarebbe più il Vasaio e tutto il discorso sarebbe solo lo sproloquio di un idiota;
così come un'idiozia sarebbe citare ai romani coloro che non hanno Legge, la Scrittura, ma sono legge a se stessi;
cos'è la fede ? la fede è un sentimento; chi lo decide ? è Dio stesso, che infatti decide chi indurire, cioè a chi negarla, per i suoi piani; qui, inevitabile e forzosa è predestinazione; non si può decidere di provare un sentimento; ma anche chi non ha Legge prova il sentimento di giustizia, sa già, anche nel suo buio;
e guarda che qui si arriva dritti come una freccia a Kant, pure prescindendo da Agostino e Lutero, volendo;
del resto, la centralità del sentimento - non della ragione, della decisione di averlo - è ridondante in Paolo, ovunque; non puoi dare gioia agli altri se non hai gioia dentro di te...
ti devi chiedere, invece: se Dio sa dal primo istante, è dal primo istante che sceglie i duri;Chi viene indurito da Dio? I fedeli o i mascalzoni che non ascoltano la parola di Dio e si ribellano, tipo il faraone?
non può indurire qualcuno successivamente, perché ciò significherebbe che deve aver cambiato idea, in seguito ad uno sviluppo prima ignoto; cioè, la negazione della prescienza;
magari a te non importa nulla di questa contraddizione, ma per un teologo serio è ineludibile; soprattutto se deve commentare il Vasaio, dove si postula un dio che destina i suoi vasi, oggetti inanimati, non liberi di scegliere la loro funzione nell'esercizio di un libero arbitrio;
capisco la difficoltà, e non vengo a catechizzare nessuno; ma queste sono le questioni a cui si deve dare una risposta "forte", in senso logico, quando si discute di queste cose.