Originariamente Scritto da
axeUgene
Cono, qui però devi sciogliere l'ambiguità di questa formula, di quell'"anche", una volta per tutte; altrimenti le conseguenze sono catastrofiche per tutto il costrutto:
così stai dicendo che la fede può essere frutto di sola ragione - l'esegesi, lo studio; ma, in tal caso, dal momento che le Scritture erano anche prima di Cristo e, in quanto divine, non possono essere deficitarie, non si capisce la necessità di Cristo stesso;
è come se tu dicessi che l'uomo, corrotto dal peccato originale, può salvarsi da sé, con le sue solo capacità raziocinanti sollecitate dalla predicazione; ma questo significa esautorare Dio da questo processo, sostanzialmente porsi sullo stesso piano di Dio;
questa idea, oltretutto, confligge con un'infinità di passi evangelici e del VT - è il Padre che manda a Cristo;
questa storia è come la ricetta del castagnaccio, dove la fede - il dono - è la farina di castagne; tu poi farlo col latte e lo zucchero, oppure con l'acqua e l'olio, le uvette i pinoli e pure le noci; ma non senza farina di castagne; non puoi arrivare al castagnaccio solo col latte e lo zucchero, la ragione, l'esegesi, senza il dono della farina di castagne; non sarebbe castagnaccio;
la fede non può essere logicamente il punto di arrivo della ragione, ma la premessa perché la ragione accolga quella determinata versione; chi accoglie o rifiuta deve per forza farlo proprio in base all'aver ricevuto o meno il dono; il quale, altrimenti, sarebbe irrilevante, dispensabile;
è da qui che discende la questione del libero arbitrio;
guarda che l'implicito di ciò che affermi è teologicamente pesantissimo e scandaloso, perché postula un'autosufficienza umana dell'uomo peccatore, tramite la sua stessa ragione, senza l'intervento divino diretto; la fede come conseguenza e non come premessa; un'idea ripudiata dalla Chiesa stessa, proprio perché le conseguenze logiche implicano l'esautoramento del Dio vivente dal mondo.