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se non hai presente la storia delle idee, è complicato spiegare;
devi aver presente che nella teologia scolastica, il tomismo medievale, ecc... hai un dio creatore che ha quelle prerogative dal primo istante; ossia, prima di aver creato l'uomo - rammenta che la creazione avviene per scansioni temporali - sa già ogni cosa, quindi tutti i comportamenti umani e gli eventi relativi;
prima ancora di aver creato l'uomo;

si. allora, io non sono un filosofo ma ho letto dei testi di filosofia. se anche così posso rispondere, allora ti direi che se tu mi citi san tommaso, ad esempio, che è 1200 circa, come ipse dixit, allora ovviamente non tieni conto degli sviluppi successivi. san tommaso ovviamente parlava su basi "aristoteliche" per interpretare e razionalizzare testi assai antecedenti, e cioè per l'appunto le scritture. se tu mi dici che dopo aristotele la c.d. filosofia non ha fatto alcun progresso, il che mi pare abbastanza opinabile, allora "forse" ci sto. ma credo che, almeno a livello "logico" se non altro, da san tommaso siano stati fatti "notevoli" passi avanti. scusa il volo "pindarico" ma se da san tommaso passiamo ad esempio a un hegel, allora tu puoi ipotizzare che lo spirito "della storia", fatte le dovute precisazioni, possa in qualche modo essere identificato in "qualcuno" o "qualcosa" che in qualche modo "decide" gli eventi. quando hegel parla di uno come napoleone e dice che quest'ultimo era "la rappresentazione", la "personificazione" dello spirito della storia, allora magari puoi anche ipotizzare che sto benedetto spirito della storia in qualche modo "scelga" qualcuno per "modificare" le cose, cioè per "fare" la storia. se ci troviamo su questo allora forse possiamo dire che il libero arbitrio è quando "dio" consente ad un individuo di cambiare il corso degli eventi.



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poi, si tratta di un dio perfetto, infallibile cui nulla sfugge, onnipotente;

questo a livello puramente "logico". a livello ontologico abbiamo che dio può tutto, ma se fosse vincolato a fare tutto, perché ne ha necessità, allora ovviamente non sarebbe più lui. e qui penso a eraclito e alla dottrina del divenire, il quale divenire mi pare sia il modo di esprimersi di ciò che eraclito definiva "logos". se cioè il logos, cioè dio, non fosse infinito, cioè non fosse "ogni cosa e il suo contrario", quindi non solo onnipotente ma anche "impotente", almeno a volte, allora non sarebbe lui.

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se ha creato l'uomo conoscendone in anticipo le azioni, evidentemente queste sono state da Lui intese in quel modo, tutte;
se Dio sa già in anticipo che Tizio assassinerà Caio, come può Tizio agire diversamente ?

attraverso appunto il libero arbitrio.

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i sofisti ti diranno che Dio è fuori dal tempo, quindi quella conoscenza non anticipa; ma le Scritture parlano di tempi, e Dio stesso, persino in Gesù e in unità di tempo e luogo conosce in anticipo, quindi l'obiezione va a farsi friggere; Pietro doveva rinnegare tre volte, perché questo era scritto, contro la sua volontà e libero arbitrio;

ecco. allora gesù, uomo/dio, prevede e sa a un tempo. ovviamente la "fatica" di spiegare a pietro che poteva anche fare diversamente non se la sentiva, evidentemente. cioè se dio si fa uomo per rendere palesi all'uomo le proprie imperfezioni ma anche le proprie qualità, cioè ad esempio la capacità di fare "il bene", e quel coglione di pietro non capisce, allora che cavolo doveva fare? tu che dici?

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Gesù dice che accoglierà coloro che il Padre gli manda; non coloro che decideranno di andare da Lui;
non è che si possono leggere le Scritture facendo orecchie da mercante e fingendo di non capire;

questa non la ricordo. ti posso chiedere dove l'hai letta? A o N?

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per non parlare di altre infinite citazioni da A e NT che si potrebbero fare, nonché infinite argomentazioni dottrinarie;
tutto è collegato in dottrina, come vasi comunicanti; le prerogative divine devono essere rispettate rigorosamente, ed è un bel guaio su tutti i fronti;

allora scusa. io la bibbia l'ho letta, in parte. in parte reminiscenze catecumenali. in parte qualche domenica a messa. però penso di poter dire che le "contraddizioni" che alcuni ritengono apparenti e altri no, nell'A esisitono, poi non so.

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senza nemmeno vagliare la suddetta questione dell'onniscienza in origine, già affermare un dio che interviene di nuovo dopo le tavole della Legge è un bel guaio, perché implica l'imperfezione della Legge stessa e un fatto nuovo - la dura cervice - che avrebbe spinto Dio; ma può esserci un fatto nuovo, precedentemente ignoto a Dio ?

allora. come certo sai cristo si fregiava di essere colui il quale avrebbe "portato" a compimento le predizioni, o "profezie" dell'antico testamento. quindi anziché rivoluzionare, mi pare di capire che volesse "concludere" un discorso.

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e così via, in un continuo ostacolo logico a tutta la costruzione, che appare possibile solo a chi rimuova totalmente qualunque elementare raziocinio;

ma se è un raziocinio "elementare" ovviamente non può "capire dio". ma mettiamo neanche un "cervello d'annata" come san tommaso. o no?

Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
ripeto: le contraddizioni e i paradossi sono infiniti.
sempre a livello logico. non ontologico. la logica descrive la realtà, non può "condizionarla". e te ne accorgi quando si creano per l'appunto dei paradossi non solo nella logica, ma anche e soprattutto tra logica e "realtà".