ma cavolo che ???
se "Dio" dice ai riformati e agli ebrei che si può divorziare e ai musulmani che si possono avere 4 mogli, per quelli sei tu a fregartene;
tu puoi anche essere convinto, ma la circostanza oggettiva del pluralismo etico-religioso rende inefficace e insensata la postulazione di autorità; ti cambieresti chiesa perché te lo dice il fedele di un'altra, che faccia un discorso speculare al tuo ? non credo...
e allora, come puoi pensare che la tua pretesa inversa raccolga qualche consenso in una società pluralista ? se l'utente X è convinto che Dio, o il suo imperativo morale, gli precetti una cosa diversa da quello che il tuo precetta a te, il tuo modo di argomentare si traduce semplicemente nella pretesa che l'utente obbedisca a te, o a chi tu hai eletto come tuo intermediario;
sia chiaro, io non contesto la legittimità del tuo credere personale; ma se non realizzi il tipo di relazione autoritaria che configura la tua logica, per prima cosa fai come il tifoso che non contempli l'ipotesi che la squadra avversaria giochi e vinca; ma solo i bambini piccoli non hanno elaborato la realtà per cui esiste la squadra avversaria, che legittimamente gioca per vincere e, se questo accade, ci devi stare e non puoi frignare perché non è giusto e volevi vincere tu;
se un interlocutore ti dice di avere motivi morali per fare diversamente da come faresti tu - cioè, non è che si nasconde o dissimula le sue scelte, con vergogna, sapendole immorali, ma le afferma a testa alta - e dismetti quelle come opportunistiche, egoistiche, il tuo è un atto intrusivo, di aggressione, che non tollereresti se rivolto a te; con l'implicito che l'altro debba accettare quello che non accetteresti tu, ossia una tua pretesa di superiorità, tua o della tua dottrina; così tu va' po'o lontano....
bada che io non lo giudico in termini morali, sia chiaro; ti sto solo ponendo la questione dell'utilità - per te - di far questo; ti serve davvero ? a cosa ?







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