posto che col virus non c'entra nulla, non solo; quello è un razzismo strutturato, ideologizzato;
poi c'è quello istintivo, di livello ancora più basso; gli italiani, in modo politicamente trasversale, fanno sfoggio di questo da almeno un secolo, soprattutto verso i meridionali; ne ho conosciuti tanti di Ferrini che avrebbero voluto, o vorrebbero ora, il Muro di Ancona;
siccome come colonialisti siamo falliti, la cultura dello "straniero" e del relativo civismo ci è estranea; così, succede che al supermercato ragazzi e ragazze africani, figli adottivi di italiani, vengano apostrofati da anziani "distratti" come fossero i famosi ciondolanti, o addirittura infamati sui campetti di calcio, senza che nessuno corchi di mazzate l'italianissimo genitore;
chisti simu, direbbe qualcunoprovinciali ignoranti, ma tronfi, che nemmeno sospettano di essere razzisti, tanto si credono bravi; tiè, questo hai scritto tu, in un - occasionale, speravo, ma pare di no - lapsus ideo-logico:
questo è razzismo, franco, schietto e palese, nero su bianco:
dove dovrebbe essere scritto "i ladri rubano", accanto agli "spacciatori spacciano", tu scrivi "i rom", includendovi la stragrande maggioranza, di cui nemmeno sai che sono rom, perché abitano in case e parlano italiano da un secolo e passa; dentro di te forse sei talmente convinto della correttezza e ammissibilità della tua logica da non renderti conto di quello che esprimi;
è ovvio che gli italiani siano convinti di non essere razzisti, se persino un insegnante che dovrebbe avere nozioni solide di civismo cade così malamente e trova esagitati che gli danno ragione.