Tornando al tema di questo topic, vi faccio leggere sull’argomento cosa ha scritto oggi, 13 febbraio, il giornalista Mattia Feltri sul quotidiano “La Stampa”:
“Sarà senz’altro vero, e lo scrivono in parecchi, che l’inarrestabile calo della natalità in Italia (1,29 figli per donna in età fertile, l’anno scorso 140 mila nati in meno rispetto al 2018) dipende in buona parte dalla carenza e dall’inadeguatezza di leggi in sostegno alla famiglia. In paesi in cui i genitori vengono ben assistiti, come Francia e Svezia, si sono recuperati quegli zero virgola che alleggeriscono l’allarme.
Ancora più interessante è un dato diffuso giorni fa dalla Fondazione Agnelli: il contributo alla fertilità da parte delle coppie straniere si riduce progressivamente. Dai 2,69 figli per donna nel 2004 all’1,84 del 2018. E’ un andamento che Torino ha già conosciuto, quando i meridionali attirati dalla grande fabbrica prolificavano molto più dei torinesi, ma presto si adattarono alle medie locali.
Come si vede, la vita comoda scoraggia dal complicarla coi marmocchi. E’ la tesi del sociologo Giuseppe De Rita: aumentano i depositi bancari, i risparmi nei fondi, l’economia in nero, e a diminuire sono i bambini. Certo, dice De Rita, c’è insicurezza, preoccupazione per la crisi, ma prevalgono il narcisismo di massa, l’indisponibilità al sacrificio, il desiderio di restare giovani, di divertirsi finché possibile. Non si vogliono figli, dice, perché la dittatura dell’Io ha spazzato via il Noi. Mi sembrava convincente, ma forse un po’ severo. Finché non ho visto un sondaggio Ipsos per ‘La 7’ secondo cui il 61% degli italiani (contro il 30,9 che ci deve pensare) rifiuterebbe di restare al lavoro più a lungo per garantire un’adeguata pensione ai figli. A quel punto lì, non farli non è la conseguenza peggiore”.
@doxa
come da titolo il tema del topic è:
Una conferma sulla saggezza di non sposarsi e non avere figli negli ultimi tempi
E' vero, i figli prima o poi se ne vanno, ma succede anche, per qualche coppia, che con la vecchiaia si danno una calmata,si adattano alla situazione e finiscono per battibeccare solamente.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
zero virgola preceduti da decenni di demografia espansiva; va detto, altrimenti si falsa tutto il quadro;
questo, infatti, ti dice che, persino con un'immigrazione massiccia come quella a Torino, sono le circostanze materiali, immediate, a condizionare, e non la cultura, i valori, che evolvono più lentamente, soprattutto tra gruppi che restano coesi per presenza di massa;Ancora più interessante è un dato diffuso giorni fa dalla Fondazione Agnelli: il contributo alla fertilità da parte delle coppie straniere si riduce progressivamente. Dai 2,69 figli per donna nel 2004 all’1,84 del 2018. E’ un andamento che Torino ha già conosciuto, quando i meridionali attirati dalla grande fabbrica prolificavano molto più dei torinesi, ma presto si adattarono alle medie locali.
De Rita è una persona seria; a meno che non si tratti di rincoglionimento senile, ho seri dubbi che si sia espresso in quel modo semplificato; io sociologia l'ho studiata in luogo proprio, ed escludo che queste possano essere valutazioni scientifiche;Come si vede, la vita comoda scoraggia dal complicarla coi marmocchi. E’ la tesi del sociologo Giuseppe De Rita: aumentano i depositi bancari, i risparmi nei fondi, l’economia in nero, e a diminuire sono i bambini. Certo, dice De Rita, c’è insicurezza, preoccupazione per la crisi, ma prevalgono il narcisismo di massa, l’indisponibilità al sacrificio, il desiderio di restare giovani, di divertirsi finché possibile. Non si vogliono figli, dice, perché la dittatura dell’Io ha spazzato via il Noi.
anche perché la stessa cultura dell'"io" e dell'individualismo vige, e in misura assai maggiore, in tanti paesi occidentali in cui i figli si fanno;
infatti:
cosa ti dice questo ?Mi sembrava convincente, ma forse un po’ severo. Finché non ho visto un sondaggio Ipsos per ‘La 7’ secondo cui il 61% degli italiani (contro il 30,9 che ci deve pensare) rifiuterebbe di restare al lavoro più a lungo per garantire un’adeguata pensione ai figli. A quel punto lì, non farli non è la conseguenza peggiore”.
ti dice che l'egoismo, ad effetto differito e mascherato, non è funzione di un'ideologia edonista degli ultimi decenni; ma è quest'ultima, semmai, ad essere sintomo della frustrazione delle giovani generazioni a fronte dell'occupazione del potere a buffo delle vecchie; infatti, cosa è successo nella realtà dei fatti economici, che possiamo misurare ?
è successo che tra gli anni '60 e tutti gli 80, un trentennio, le generazioni adulte di allora hanno indebitato le attuali per comprare letteralmente un consenso sociale, sollevando la società da conflitti di precariato, con effetti differiti da impegno di spesa:
cioè:
a) se eri agricoltore, avevi sussidi e pensione;
b) se eri operaio e la Fiat andava male, lo stato sussidiava;
c) se eri disoccupato, l'onorevole di riferimento poteva creare un posto da usciere da qualche parte, in un ufficio pubblico o all'ente per la tutela della mandorla di Monculi di sopra, con Monculi di sotto che immediatamente reclamava ente analogo per collocare i sui;
si facevano concorsi, si favoriva la ricollocazione; il foggiano faceva il concorso in ferrovia, lo mandavano a Varese, poi dopo 3 anni tornava a Foggia, dove erano in sovrannumero, mentre a Varese mancavano, e via un nuovo concorso;
d) se eri imprenditore incapace, ma "amico", la banca - allora pubblica, soldi dei contribuenti, dirigenti nominati dai partiti - finanziava;
e) se eri commerciante o professionista, evadevi facilmente;
il tutto, generava impegni di spesa ad effetti differiti, perché a tutta questa gente si garantiva la pensione - retributiva; che paghiamo oggi;
la madre di un mio amico, insegnante, è andata in pensione 40 e passa anni fa, a 39 anni, dopo 15 di lavoro, grazie alla moltiplica degli anni in "sedi disagiate", le quali altro non erano che scuole montane; cioè, da Pistoia in un paesino ad un quarto d'ora d'auto; poveretta, lei incolpevole; quelle erano le regole, e lei se n'è avvalsa;
tutta questa gente, però, poteva contare su un ruolo sociale sicuro, esattamente quello che produce la natalità all'estero, anche dove c'è una cultura molto più individualista;
io trovo veramente SCANDALOSO che gente qualificata, studiosi, sociologi, moralisti vari, di età superiore ai 70 - non l'uomo della strada e poco istruito, anche se qualcosa dovrebbe realizzare pure quello - si permetta di dare dell'egoista alle nuove generazioni dopo essere stata protagonista e beneficiaria della più grande sottrazione di reddito e speranze, opportunità, a discapito delle nuove generazioni, su cui sono state scaricate migliaia di miliardi di debito;
debito che significa precariato, mancanza di ruolo e stabilità sociale, insicurezza;
e che poi questi vecchi tromboni dicano: noi, negli anni '50... GRAZIE AL CAZZO che negli anni 50 il laureato faceva figli da giovane e precario; quello sapeva che nel giro di pochissimi anni quella società in crescita e garantita da tutto gli avrebbe consentito uno standard in continuo miglioramento ed un ruolo sociale gratificante;
oggi ti laurei e ti tocca il call center, se sei fortunato; o il praticantato a rimborso spese; quindi, non conti una ceppa; la tua identità sociale, autorevolezza, è pari a zero; zero; è chiaro che la sera pensi a divertirti, perché pure tu' madre si fida di più dell'avvocato tv che di te che lavori in uno studio legale a fare fotocopie per un rimborso spese e a chiedere la paghetta;
oppure emigri;
come mai gli stessi egoisti ed edonisti italiani, all'estero fanno figli ? ti passa la voglia di restare giovane e divertirti se vivi a Londra, in Germania o in Olanda ? non credo; quindi ?
io me lo vorrei trovare di fronte in qualche dibattito pubblico uno di questi tromboni; ma prima o poi capita, vedrai...
io non bestemmio mai, per educazione famigliare e mio personale rispetto;
ma quando leggo queste cose mi sale davvero l'indignazione e l'incazzatura vera, ché Robespierre diventa un santino in confronto.
c'� del lardo in Garfagnana
Io Philip Roth l'ho letto, se il matrimonio cattolico non va ti separi, l'obbligo di castit à perpetua se uno vuole fare la comunione, se non la vuole fare puo' fare i baccanali, come fanno tutti i confessori, se non hanno fatto in tempo a confessarsi lo fanno dopo in altra parte della città. Insomma per i casti non si deve fare l'amore fornicando e con concupiscenza e con lussuria, deve essere una cosetta rapida così, giusto per fecondare. Non é detto che il matrimonio assolva dalle porcherie, porcherie sono e tali restano. D'altronde chi è stato tutta la notte a sniffare coca e a scopare come un turco, non credo che il giorno dopo vada alla messa del mattino di corsa. Sono quelli che sono d'accordo nel vivere una sessualità sonnolenta che si ritrovano nei gruppi di preghiera, ecc, ecc.
'spe... non è che "può", nel senso di lecito; lo fa sottraendosi al contraddittorio;
se tu fai parte del club dei cattolici, la regola del club è quella; se tu vai dagli amministratori del club e postuli la tua discrezionalità nell'osservare la regola, quelli ti cacciano; sarebbe "può" se tale facoltà fosse contemplata come lecita.
c'� del lardo in Garfagnana
Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI
Io sono stata" fortunata" con i genitori. ..Mio babbo diceva ogni giorno a mia madre,
idiota patentata, l'aveva solo sposata perchè era bellissima, mamma taceva perchè
in fin dei conti ancora si usava così. Poi mio babbo, che aveva comprato un piccolo
vigneto, andava a lavorare la terra e quando tornava mi diceva di andare a dormire che
erano ore e ore che studiavo ( ero una di quelli che studiavano anche mentre si pran-
zava...) poi non andava a letto finchè non avessi finito i compiti, ci interrogavano tut-
ti i giorni, mi chiedeva, che studi? orbitali atomici? ti sveglio domani io alle 5 per ripassare
e così mi svegliava e studiavo, e in macchina mentre mi accompagnava al collegio, studiavo,
e prima che i preti aprissero i cancelli studiavo, poi c'era un parco con ulivi e studiavo, in attesa
che aprissero gli altri cancelli, arrivavo al mio banchetto e studiavo, se non mi interrogavano
studiavo per l'ora successiva, l'unica pausa il ritorno in macchina dal collegio a casa, mangiavo
e studiavo, nel frattempo babbo diceva a mamma, idiota patentata non so quante volte,ma era l'uso...
però almeno mi hanno fatto studiare in pace.
stai a vedere che la famiglia più serena e "tradizionale" qua dentro è quella dei miei: non-sposati da 62 anni; mia madre era separata coi miei due fratelli maggiori, cui papà ha fatto da padre, insegnandomi qualcosa di molto importante.
c'� del lardo in Garfagnana
è successo che tra gli anni '60 e tutti gli 80, un trentennio, le generazioni adulte di allora hanno indebitato le attuali per comprare letteralmente un consenso sociale, sollevando la società da conflitti di precariato, con effetti differiti da impegno di spesa
Fatta questa premessa, sembrerebbe di capire che secondo te il precariato è un destino ineludibile per i nostri giovani, per cui nel trentennio descritto lo abbiamo solo allontanato creandoci un debito che ora è insostenibile. A questo punto mi viene da pensare che se avessimo fatto il passo secondo la gamba, chissà, la denatalità si sarebbe manifestata assai prima. Infatti, come dici tu, non avremmo dovuto "sollevare la società da conflitti di precariato". Ma il precario giustamente decide di non mettere al mondo dei figli, proprio perché è precario. Dovremmo fare più figli per evitare l'estinzione, ma nello stesso tempo non possiamo contare sul lavoro fisso, per cui fare figli non è possibile. Non so nulla di economia ma il circolo vizioso lo vediamo tutti.
" L' uomo ha una tale passione per il sistema
e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
pur di legittimare la propria logica."
Dostoevskij.
Su questo non ci piove: Ricordi quante volte anch'io ho sottolineato l'importanza di riscoprire il fidanzamento? Quel periodo nella vita delle due persone così importante per capire se davvero Dio le sta chiamando a vivere insieme per sempre? Ti ripeto che non viene messa in discussione la legge, che permette separazioni e divorzi. Viene messo in discussione il fatto che ci si separa e ci si divide prestissimo, ai primi dissapori. Anche in presenza di figli. Trattandoli come cose...come oggetti....come la casa, il mobilio, l'auto....
Soffrono enormemente, i Bimbi, la separazione dei genitori. Non ne capiscono i motivi. Sono l'anello debole della catena. E purtroppo ne subiscono poi conseguenze che, crescendo, li segneranno per sempre. Lo sottolinea bene Claudio Risè nel libro che tratta la questione.
L'Occidente contemporaneo è definito dalle scienze sociali "una società senza padri". Alcuni vi vedono la fine, positiva, di ogni "patriarcato"; altri, come l'autore, notano con preoccupazione il vuoto lasciato dall'assenza paterna. Per Claudio Risé, psicoanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali, il padre è la figura psicologica che collega la biografia individuale al piano trascendente e consente così l'integrazione del dolore e della perdita attraverso l'insegnamento esemplare del suo senso. La "società senza padri" appare, quindi, come un mondo che ha smarrito il senso religioso e, con esso, la capacità di dare significato alle prove della vita, cui l'individuo reagisce infantilmente attraverso il rifiuto e la negazione o con la depressione. Il libro entra nel vivo della cronaca di oggi mostrando come l'assenza paterna non nasca da fumosi processi psico-sociologici, ma dalla diffusione di separazioni e divorzi, che si concludono quasi sempre con l'espulsione dei padri da casa e con la rottura (o il grave indebolimento) del loro rapporto con i figli.
https://www.ibs.it/padre-assente-ina...SABEgL3ZvD_BwE
amate i vostri nemici
Non ci siamo capiti: Facciamo Volontariato. Non siamo a partita iva.....
Le Persone che vengono da noi hanno solamente bisogno di ritrovare un filo. Quello che all'inizio le ha portate a scegliersi e a promettersi il futuro davanti a Dio. Con noi e con la Chiesa iniziano un percorso. Che a volte si conclude con un nulla di fatto e a volte con la Riconciliazione. Ma come ti dicevo ieri, già fare quel passo, già uscire di casa, parlare, raccontare, sfogarsi....è tantissimo! Oggi il vero ostacolo nei rapporti di coppia è proprio rappresentato dall'incomunicabilità. Dal chiudersi in sè stessi. Alzando muri giorno dopo giorno più alti e massicci.
amate i vostri nemici