Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
che poi, è esattamente il contrario, e Lacan spiega perfettamente la necessità di una morale, religiosa o meno;

se Dio - un limite morale - non esiste, io non posso fare nulla, e non già le cose più nefaste; questo sarebbe il pensiero del suddito, che concepisce solo l'autorità come fonte di morale;

il punto è che senza limiti non si può desiderare nulla; subentra l'angoscia perché potenzialmente tutto è desiderabile, perciò nulla finisce davvero per essere specificato come oggetto di desiderio, come un bambino che abbia a disposizione un numero infinito di giocattoli tra i quali scegliere;

nel mondo paolino-agostiniano-luterano, Dio non interviene più con gli eventi, non si può invocare; ha già iscritto una Legge e chi la segue ne è parte, non suddito che obbedisce;
la persona è credente non perché dice di esserlo, ma perché, nell'affermare una legge che si atteggia ad imperativo categorico, non di convenienza eventuale propria, in quel modo afferma un valore assoluto, anche senza alcuna remunerazione che non sia la virtù stessa.
A parte Lacan la frase, o meglio, il concetto ( "Se Dio non esiste allora tutto è permesso") è di Ivan Karamazov, ne "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij. Ma lui intende la distruzione dell'idea di Dio come una specie di epifania dell'uomo, libero finalmente dalla costruzione di un ente superiore a lui, in vista dell'instaurazione di un mondo nuovo basato su un amore puramente umano:
"Una volta che l’umanità intera abbia rinnegato Dio (e io credo che tale epoca, a somiglianza delle epoche geologiche, verrà un giorno), tutta la vecchia concezione cadrà da sé, senza bisogno di antropofagia, e soprattutto cadrà la vecchia morale, e tutto si rinnoverà. Gli uomini si uniranno per prendere alla vita tutto ciò che essa può dare, ma unicamente per la gioia e la felicità di questo mondo. L’uomo si esalterà in un orgoglio divino, titanico, e apparirà l’uomo-dio. Trionfando senza posa e senza limiti della natura, mercé la sua volontà e la sua scienza, l’uomo per ciò solo proverà ad ogni istante un godimento cosí alto da tenere per lui il posto di tutte le vecchie speranze di gioie celesti. Ognuno saprà di essere per intero mortale, senza resurrezione possibile, e accoglierà la morte con tranquilla fierezza, come un dio. Per fierezza comprenderà di non dover mormorare perché la vita è solo un attimo, e amerà il fratello suo senza ricompensa. L’amore non riempirà che un attimo di vita, ma la stessa consapevolezza di questa sua fugacità ne rinforzerà altrettanto l’ardore quanto prima esso si disperdeva nelle speranze di un amore d’oltre tomba e infinito".