Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, lo stipendio dei parlamentari - oltre ad essere inserito in un contesto generale di livelli e scatti, questioni amministrative - è il retaggio di una società molto classista, che ha compensato, o cercato di compensare, in questo modo il divario di classe nella rappresentanza;
a torto o ragione, si è pensato in origine che una remunerazione elevata potesse essere un deterrente alla corruzione, così come per i magistrati, ecc...
quanto alla rappresentanza dei territori, in effetti non è compito del parlamentare, che rappresenta tutto il corpo elettorale; per quella funzione ci sono le rappresentanze decentrate, che in concreto sono molto più presenti; se c'è una vertenza a Cremona il deputato eletto in zona non conta nulla, né ha mandato costituzionale per intervenire sulla questione, visto che non è stato eletto per rappresentare interessi locali;
sono cose che richiederebbero il ripensamento organico di tutto il sistema; il che non avviene - vedi referendum bocciato - perché alla fine dei conti si tratta di stabilire chi amministra e spende i soldi delle tasse, le attribuzioni, ecc...
la situazione attuale è un po' quella da trincea della Prima guerra, dove ognuno vorrebbe attaccare ma ha paura del massacro, o anche solo di metter fuori la testa, e di perdere qualcosa; i localisti-autonomisti delle regioni ricche temono una ri-centralizzazione dello stato; mentre i centralisti temono un confronto sulla spesa con quelle regioni, e una contrazione di risorse disponibili per comprare consenso; cioè, temono di essere costretti a riformare la spesa per la PA, a fronte di spinte al federalismo fiscale;
in teoria, hanno buone ragioni entrambi;
in pratica, se la cosa viene affrontata sotto una spinta conflittuale, composta male, c'è il rischio di una guerra fra regioni, un po' tra farsa e tragedia, con effetti imprevedibili, perché noi abbiamo ancora un immaginario di "nazione", ma la realtà concreta delle cose è che per il 95% della vita delle persone quello che si decide a Roma conta pochissimo in termini di qualità della vita;
s'è visto col Covid, dove stare a Vicenza o Brescia ha fatto la differenza; si vede per strada, dove hai manutenzione, oppure buche, strutture che crollano, nei tributi, dove in un posto arrivano inesorabili, in un altro li evadi tranquillamente per decenni, e nel rispetto della legalità, edilizia, ambientale, ecc... nella scuola, nelle addizionali fiscali;
e si vede palpabilmente anche sul riflesso nella spesa pubblica, dove i rapporti di forza hanno già aggirato il principio dello stato nazionale:
ad un maggior gettito, di fatto corrisponde una maggior spessa, come ci fosse già un federalismo, ma occulto, che cerca ulteriori legittimazioni.