Carissimo, ammettiamo che sia vero. Non capisco niente. E' possibile dire la stessa cosa di queste Persone?
Massimo Recalcati, psicoanalista e scrittore, a febbraio ha iniziato a condurre su Rai 3, il lunedì sera, Lessico amoroso, viaggio in sette puntate nelle tappe fondamentali del rapporto d’amore. La domanda viene da sé.
Perché improvvisamente abbiamo bisogno di ricostruire un lessico sull’amore?
Perché non sappiamo più parlare d’amore. Come se la retorica stile Twitter da una parte e il cinismo materialistico dall’altra avessero spezzato le gambe alla lingua poetica dell’amore. Aggiungiamo la sentenza delle neuroscienze che vorrebbero ridurre l’amore a scosse biochimiche del cervello destinate fatalmente a esaurirsi col passare del tempo. Aggiungiamo anche il neo-libertinismo del nostro tempo che vorrebbe rendere risibile il “per sempre” dell’amore. Abbiamo bisogno di ricostruire un lessico amoroso che ci indichi che le ragioni del cuore hanno un peso senza il quale la vita umana appare mutilata. Il nostro tempo sputa sulla promessa di eternità che si ripete in ogni amore. Preferisce il disincanto che riduce l’amore al sesso o al cosiddetto poliamore. Bisognerebbe rileggere i poeti per ritrovare le parole più profonde dell’amore. Quel «duro desiderio di durare», come diceva Paul Éluard, in cui consiste la promessa coraggiosa degli amanti.
Lei ha indagato a fondo la dissoluzione della figura del padre nell’era ipermoderna e la ridefinizione della funzione materna. C’è un legame tra l’analfabetismo amoroso e la crisi dei ruoli nella famiglia?
La famiglia svolge a mio giudizio un ruolo fondamentale e insostituibile nel processo di umanizzazione della vita. Oggi il suo indebolimento non deriva tanto dal superamento in corso di una concezione solo naturale del legame familiare, ma dalla intrusione traumatica dei miraggi del mercato, del mito del successo individuale, del profitto a ogni costo che sembra distruggano alle fondamenta ogni discorso educativo. La famiglia deve fronteggiare una deriva che sembra destituirne ogni ruolo simbolico. Ma la sua funzione resta fondamentale. Pensiamo per esempio all’importanza della testimonianza che un figlio può ricevere dall’amore che unisce i suoi genitori. È quella la prima versione dell’amore che lascia fatalmente delle tracce. Respirare l’amore nel legame familiare prepara all’amore.
http://www.gliscritti.it/blog/entry/4800
Il nichilismo e i giovani
un testo di Umberto Galimberti
letto da Giovanni Baldaccini
La farò breve: l’ospite inquietante è il nichilismo. Dunque un’idea, un concetto, qualcosa di astratto. Nulla di tutto questo; l’ospite è una conseguenza, anche piuttosto concreta, che si manifesta in una serie preoccupante di fatti e comportamenti, specchi di un irriconosciuto nulla dilagante.
Terreno di coltura di questo invisibile virus è la società e la famiglia, sua cellula fondamentale. Vittime ne sono i giovani; o, per lo meno, vittime evidenti: i genitori, vittime a loro volta, sono i veicoli del contagio. Figli e genitori, allora; una configurazione inquietante. Nella famiglia che tace, le emozioni debordano inconsciamente e tutto allagano di un mutismo assordante che annulla la coscienza. Perché questo avviene? Perché nessuno ha insegnato a parlare neppure ai padri e alle madri; è un silenzio di secoli. Il silenzio ingenera paura così come le emozioni hanno sempre fatto; per questo nessuno le ha mai parlate.
Un edonismo imperante stravolge la scena giovanile; tutto è semplice e dovuto ma, soprattutto, effimero. L’ospite annulla la scena del mondo spogliandola di significato perché nessuno è più in grado di attribuirne. Privo di valenza simbolica, il linguaggio sfuma in gergo virtuale che non rappresenta altro che banalità, mentre il nuovo onnipotente, il denaro, vanifica il teatro del reale con spasmi di irriconosciuta vacuità. Il tempo si cancella e nel presente, privo di sbocco e orfano della sostanza della storia, il futuro si vanifica in una desolante assenza di progettualità e tutto scade sotto il dominio degli istinti e dei comportamenti involontari perché, come scriveva Nietzsche, “ogni istinto è una specie di sete di dominio, ciascuno ha la sua prospettiva, che esso vorrebbe imporre come norma a tutti gli altri istinti” (F. Nietzsche, Frammenti postumi, 1885–1887, in Opere, vol. VIII, Milano, 1975) e finisce con l’imporre alla coscienza.
https://scrivereperimmagini.wordpres...e-inquietante/
«Chi è anziano come me ha ben presente l’abbassamento di scala della natalità nelle generazioni. Due generazioni prima della mia, i figli erano numerosi; poi si sono ridotti ancora. E questo è un problema che riguarda l’esistenza del nostro Paese». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale ieri, una delegazione del Forum nazionale delle associazioni familiari, guidata dal presidente Gigi De Palo. «Le famiglie – ha incalzato il Capo dello Stato – non sono il tessuto connettivo dell’Italia, le famiglie sono l’Italia. Perché l’Italia non è fatta dalle istituzioni ma dai suoi cittadini, dalle persone che vi vivono».
Ineludibile il riferimento al rapporto sugli indicatori demografici relativo al 2019, presentato nella stessa giornata dall’Istat, che fotografa il crollo demografico del Paese. «Il dato più recente di questi giorni – ha osservato Mattarella – indica che il numero delle famiglie in Italia è diminuito considerevolmente. Come conseguenza dell’abbassamento di natalità vi è un abbassamento del numero delle famiglie. Questo significa che il tessuto del nostro Paese si indebolisce e va assunta ogni iniziativa per contrastare questo fenomeno».
https://www.romasette.it/mattarella-...-sono-litalia/
E’ importante chiedersi se è possibile amarsi “per sempre”. Questa è una domanda che dobbiamo fare: è possibile amarsi “per sempre”? Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive. Un ragazzo diceva al suo vescovo: Ma è una paura generale, propria della nostra cultura. Fare scelte per tutta la vita, sembra impossibile. Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”, e poi? Tanti saluti e ci vediamo… E finisce così il matrimonio. Ma cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita. Cari fidanzati, voi vi state preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. Questo non va!
http://www.vatican.va/content/france...fidanzati.html
Ora, io posso anche essere scemo e non capire nulla di quel che sta accadendo. Ma questi? Scemi e tonti anche loro? E se invece non lo sono, merita o non merita riflettere su quel che dicono?







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