Originariamente Scritto da
axeUgene
se tu mi leggessi, invece di rispondere di getto, avresti visto che mi riferivo alla natura delle mie obiezioni;
tuttavia, qui:
dimostri di non capire quello che i tuoi guru scrivono e intendono; un po' perché ti mancano i fondamentali concettuali; un po' perché ti fa comodo equivocare, per portare l'acqua al tuo mulino; un esempio:
qui parla lo psicanalista, non il moralista;
il tuo problema è che non sai - o non vuoi - distinguere le due categorie, che fraintendi a tuo comodo;
lo psicanalista offre - lui sì - suggerimenti, pure opinabili, diretti all'individuo, considerando l'effetto dei suoi comportamenti per il suo personale benessere, non per quello della società; qui, non si produce un discorso morale, di assoluti; ma una mera valutazione di opportunità personale; se tu studiassi la Ragion pratica di Kant, la differenza ti sarebbe nota;
il filosofo morale, al contrario, discute del benessere collettivo; e, se davvero parla di morale, le sue riflessioni devono produrre norme, o ipotesi di norme, poiché il comportamento individuale incide in modo diretto e conseguente sul benessere collettivo; un esempio:
tu avresti potuto tifare per l'Empoli in modo ossessivo e aver scelto di dedicare tutta la tua vita a quella passione, anziché alla famiglia; lo psicanalista potrebbe dirti che si tratta di una forma di nevrosi, nociva per il
tuo benessere;
ma è una cosa che riguarda solo ed esclusivamente te, e non la società, visto che non cambia la mia vita e quella degli altri; anzi, magari gli altri tifosi sono contenti che tu organizzi il tifo;
ti rammento che personalmente infelici sono stati tantissimi artisti, scrittori e benefattori dell'umanità; se Recalcati avesse potuto convincere Catullo o Leopardi a vivere diversamente da come quelli facevano, non avremmo avuto le loro opere;
diverso e distinto è il caso della critica morale, che interviene solo - e in modo necessariamente normativo - nel momento in cui il tuo tifo per l'Empoli sfociasse in scontri con le tifoserie avversarie o le FdO, generando turbative, incidenti, ecc... e allora quello è il terreno della morale, che non è quello cui si riferisce Recalcati, e che tu gli attribuisci, fraintendendo i due piani
certo; io ci rifletto e ho anche scritto - ma dubito che tu mi abbia davvero letto - che in parte concordo, ma con una lettura diversa dalla tua;
posto che il mio modo di vedere non è che
la società va bene così - come credi - ma
semplicemente che su determinate questioni non si può fare nulla, o quasi; se una gran massa di persone non crede più alla famiglia tradizionale, alla divinità dell'imperatore di Roma, del monarca assoluto, all'amor di Patria che chiede di piantare una baionetta nella pancia di uno che ha la sola sventura di essere nato austriaco, hai poco da predicare:
è una rivoluzione, non una ricreazione che finisce quando il bidello suona la campanella; a prescindere da quello che piace a te o a me;
quello che non hai capito è la natura della mia critica alle tue tesi;
io non eccepisco sul tuo desiderio che il mondo viva nel modo che piacerebbe a te, quanto a dimensione affettiva, famigliare, procreazione, ecc...
quello che ti obietto - a parte la confusione tra il piano psicologico individuale e quello morale-sociale - è l'idea - puerile - che certe pulsioni e scelte fondamentali, sensibilità diffuse da decenni o secoli, reagiscano al predicozzo, quando la storia umana dimostra che la dimensione affettiva e famigliare è praticamente impossibile da condizionare e coercire, tanto è potente l'istinto;
la mia non è una critica ai tuoi valori, ma all'idea di poter condizionare le scelte fondamentali delle persone; i tuoi discorsi sembrano quelli di un commissario del popolo convinto di sradicare il sentimento religioso dei polacchi con citazioni di Marx sull'
Oppio dei popoli
poi, a latere, una critica - questa sì, sul piano personale - te la devo fare per tre motivi:
a) una è il falso che proponi surrettiziamente, quando dai per scontato che certi assetti famigliari siano preferibili
per la tutela dei più piccoli; è falso perché in effetti non puoi stabilire se sia meglio crescere da figli di separati o in una famiglia disfunzionale, litigiosa, priva di un amore che se non c'è, non si può imporre per legge;
b) il modo - offensivo - in cui declassi le scelte delle persone - che poi sono quelle che scrivono e leggono qui -
come egoiste, edoniste, prive di spina dorsale, ecc... in sostanza, immorali, e anche il modo ipocrita in cui, dopo aver lanciato il sasso, tiri indietro la mano;
se definisci come immorali, dannose per la società, le scelte di non avere figli, separarsi e costituire nuove famiglie, o essere condiscendenti e approvare queste libertà, non puoi far finta di ignorare le persone in carne ed ossa che compiono quelle scelte, come se non stessi esattamente, per proprietà transitiva, tacciando loro di immoralità e di causare un danno alla società, e quindi anche a te; peraltro, a fronte di questa retorica dei futili motivi, ti ho elencato tutti gli utenti stabili del forum e chiesto dove tu veda persone volubili e capricciose, ma fai finta di non aver letto; da questa considerazione, emerge il punto
c)
se un comportamento è immorale, dannoso per la società e non solo - eventualmente - per chi lo pone in essere, devi necessariamente poter esprimere una norma vincolante che vieta quel comportamento, a tutela del Bene comune; altrimenti, non si tratta di Bene comune, visto che questo viene tipicamente tutelato dalla legge, in modo vincolante;
ti avrò chiesto decine di volte di esprimere questa norma, che è il vero marcatore di moralità, ciò che distingue - come il semaforo - il Bene pubblico dalla mera questione di convenienza personale, ma puntualmente eviti di rispondermi;
ora, se tu ritieni che non fare figli o divorziare siano comportamenti contrari al Bene pubblico io non mi scandalizzo se tu proponi una legge che obblighi l'utentessa Tizia a fare figli, o l'utente Caio a restare con la moglie, anche se questo rende entrambi infelici;
si tratti di Recalcati, Bauman , Mattarella o il papa, se le riflessioni che citi avessero una reale incidenza sul Bene comune, si dovrebbe generare una norma, vincolante, obbligatoria, come le nostre mascherine, i lockdown, ecc...
ma la devi esprimere; se non lo fai, i casi sono due: o tutto il costrutto è una solenne cazzata, perché non vi è nulla di moralmente rilevante nelle scelte private delle persone - significativamente consentite dalla legge, come di rilevanza esclusivamente personale; e allora hai frainteso quello che dicono i vari pensatori, incluso il PdR;
oppure ti vergogni di quello che ritieni sarebbe opportuno fare; vedi un po'...