Originariamente Scritto da
axeUgene
certamente;
ma qui va chiarito un equivoco, spesso in modo reiterato, perché non si tratta di un concetto che viene in mente tanto spontaneamente e facilmente anche a persone istruite, se non si ha una formazione specifica alle dottrine politiche e giuridiche:
tutta la questione si fraintende come un privilegio di vittime accordato agli ebrei e negato o sminuito per le altre categorie;
ora - fatta eccezione per gli zingari e i disabili - la discriminante del tutto sta nella postulazione ideologica di una condizione di nascita, irredimibile, che nega il diritto stesso all'esistenza;
questo è un carattere che spiega il tabù nei confronti dei fascismi nel dopoguerra, e posizioni più articolate nei confronti di altre dittature, anche violente e sterminatrici di massa, ma generalmente sulla base delle scelte politiche o civili; cioè, ci si può astenere da comportamenti omosessuali, dall'adesione ad una determinata setta religiosa o loggia massonica, opinione politica, ecc... si tratta di una negazione della libertà; gravissima, certamente, ma ordinaria nella storia umana, prima, ma anche dopo il 1945, e che riguarda regimi autoritari e totalitari di ogni tipo;
ma non si può ovviare ad una condizione di nascita per la quale un'ideologia preveda la negazione dell'esistenza stessa; e il motivo del tabù che ha originato la commemorazione sta in questa essenziale distinzione, che i più dimenticano o ignorano, il più delle volte in buona fede;
il mondo occidentale moderno - anche se con le sue crisi di assestamento e diversi percorsi - da oltre due secoli si fonda sul principio di uguaglianza per nascita di tutti gli esseri umani, rivoluzioni americana e francese, e altro;
i fascismi, in un modo o nell'altro, esprimono di fatto un'ideologia che nega questo principio, affermando gerarchie per nascita, nazionali, etniche, "razziali", ecc... e per questo sono oggetto di una censura speciale, laddove la privazione della libertà di per sé è - in misura variabile - un tratto comune a qualsiasi società che non sia anarchica, e perciò non è equiparabile.