Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
no. allora quello che dici sarebbe "corretto" se tra stato italiano e santa sede non fossero intervenuti a suo tempo degli accordi a carattere internazionale che disciplinano, ad oggi, i rapporti tra stato vaticano e stato italiano. chiaramente le "ingerenze" a carattere morale del clero sia nelle chiese sia nelle scuole sia negli enti caritatevoli, sono perfettamente legittime, sempre per via dei concordati stipulati dall'italia con la santa sede.
ma nemmeno per idea; tu continui ad insistere il profilo internazionale, dei rapporti tra stati, che possono disporre in particolare, con le tutele della libertà di pensiero, di cui si tratta quei, e che valgono identicamente erga omnes, come tutti i diritti;

fosse come dici tu, ogni stato estero con cui sussistono relazioni bilaterale potrebbe godere a titolo contrattualistico di privilegi e capacità politiche speciali; non è affatto così;
la Chiesa si pronuncia sulla politica allo stesso identico titolo di qualsiasi altro ente; non ha un titolo speciale di pregio quanto ai contenuti, ma solo il riconoscimento della sua rilevanza;
per farti capire: se gioca la Roma e allo stadio vanno 60mila spettatori, la prefettura precetta una compagnia di CC; se gioca la Zagarolese contro il Subiaco va il maresciallo con un appuntato e due militi; ma non è che lo stato tifa Roma

allora, una buona volta: enti morali sono le altre organizzazioni a carattere religioso presenti in italia, ad esempio i valdesi o comunque i protestanti, perché non sono assistiti da una entità "statale" qual è il vaticano, che ne tuteli le prerogative. la chiesa cattolica è anche uno stato, e ti ripeto che la differenza tra ente morale e stato è intuitivamente evidente, cioè l'ente morale è una qualsiasi "associazione" di diritto privato, cui a volte lo stato riconosce personalità giuridica. una entità statale invece si legittima da sola, ed entra in rapporto con altri stati sulla base di trattati internazionali, come accade per il vaticano.
nella questione attuale, lo stato Vaticano non c'entra; altrimenti dai ragione all'anticlericalismo estremo: tutto ciò che fa la Chiesa è delegittimato come ingerenza, laddove qui si tratta semplicemente della libertà di opinione di un ente morale, purché questo non violi la legge;

non so onestamente chi paghi per mantenere le chiese
paghi tu, direttamente o indirettamente; fatta eccezione per quegli edifici in territorio dello stato Vaticano;

in che senso legnate?
le varie leggi e referendum, tutti persi;
si, ma questo che vuol dire? l'omofobia ti posso assicurare che non è reato
certo; ma lo è già l'istigazione all'odio fondata su quel motivo, in via di principio generale che un giudice applicherebbe, anche in mancanza di una norma come la Zan, che altro non fa se non specificare l'aggravante, allineandola ad altre, il razzismo, ecc...

ti sto dicendo che in mancanza di una legge e quindi di una fattispecie di reato, l'iter della legge può prendere una direzione piuttosto che un'altra sulla base della concertazione con le parti sociali in gioco e quindi anche con la chiesa. se definisci l'omofobia un "reato" è un conto, ma comunque ne devi motivare la pericolosità sociale e non è facile. se la definisci malattia è un altro paio di maniche. se la definisci come opzione "etica" è ancora un altro paio di maniche. non so se è chiaro.
è tutto chiaro a partire dalla Cost: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...
uguali vuol dire che tutti hanno lo sesso diritto a vedersi tutelati senza distinzione; se consenti la diffamazione - perché si tratta di una condizione/scelta lecita, ti piaccia o meno - contro gli omosessuali, mentre vieti quella contro altre categorie, sei in fuorigioco rispetto a un principio fondamentale; mi pare cristallino;

se non lo è la famiglia lo è ciò che ne sta a base, cioè i rapporti sessuali a fini "solo" procreativi. se non è abbastanza dimmi tu...
no, non è così; lo stato riconosce come famiglia anche e specificatamente circostanze asessuate, come quelle della vedovanza, genitori single, ecc...

se vuoi far valere un principio, ti conviene fare lo sforzo e definirlo in forma generale e astratta e vedere se genera conflitti; non argomentare in base a ciò che ti piace o vorresti che fosse; ciè, liberissimo di fare anche così, ma finisci per dire castronerie poco consone al tuo statu di dottore il legge.