questa è una tua idea, ma non quella della dottrina che sto commentando, per la quale: Gesù è Dio, incarnato; Dio è pre-sciente; ergo, gesù è pre-sciente, in quanto Dio;
quello che scrivi non ha senso, e ripugnerebbe anche l'elementare senso di giustizia, se non si spiegasse altrimenti, proprio con la pluralità di tesi sovrapposte;
innanzitutto, è illogico che un dio presciente debba aspettare di giudicare ciò di cui sappia già in partenza;
come ti ho spiegato, la contraddizione dottrinaria a cui mi riferisco è il risultato della sovrapposizione di una narrazione biblica - che non è dottrina nemmeno per gli stessi ebrei - in cui si argomenta in modo ingenuamente arcaico grossomodo nel quadro di responsabilità e relativa che argomenti tu, e tutti i successivi impianti teoretici di derivazione greca, che poi si sostanziano nella scolastica medievale e nell'attribuzione delle qualità divine argomentate sul piano logico;
la dottrina della predestinazione è esattamente il risultato della necessità di "salvare" la narrazione biblica e porla al riparo dalla distruzione cui la esponeva l'inconcludente piano razionalista di cui la Chiesa intendeva avvalersi e di cui si è avvalsa per un millennio in assenza di contraddittorio;
in parole semplici, il clero tedesco è stato l'avanguardia istruita di una popolazione che con la stampa e la capacità di leggere le Scritture avrebbe messo in discussione tutto; per salvare la credibilità delle Scritture, ivi incluse le nozioni di onnipotenza e onniscienza, era assolutamente necessario ripudiare tutto l'impianto teologico fondamentale della Chiesa di Roma, ivi incluso il libero arbitrio; altrimenti, i fedeli avrebbero smesso tout-court di credere in un dio che crea e destina i suoi vasi e poi li punisce perché compiono quella Sua volontà;
come ti ho spiegato, con la predestinazione non si esonera affatto il credente dalle sue responsabilità, visto che nessuno sa chi sia predestinato; al contrario, lo si esorta a conformarsi autenticamente a quella Legge di giustizia che Paolo nella Romani afferma essere comunque iscritta anche nella coscienza di chi non ha legge ed è legge a se stesso;
può piacere o meno, ma questa è la storia e, secondo me, questo impianto teologico è quello più efficiente, o meno inefficiente; la conferma sta anche nella stessa tua libertà di credere e argomentare a tuo piacimento e sentirti cristiano esprimendo concezioni maturate proprio in quell'ambiente di libero esame delle Scritture, che nel mondo cattolico non sarebbe mai stato permesso; sorella White sarebbe stata cresciuta analfabeta e catechizzata, come tutte le donne sue pari; e, qualche secolo prima, certamente arsa al rogo come eretica impenitente.
c'entra perché anche lui individua quell'aspetto negoziale di do ut des dello spirito religioso neo-pagano che contraddistingue la modalità psicologica che la dottrina cattolica induce nel credente, come rapporto con un'autorità umana intermediaria essenziale nel suo magistero e nei suoi dispositivi di comunione;Anche se la filippica di Flaiano sul fascismo può essere condivisibile, non vedo che c'entra con la discussione che stiamo facendo.
se tu sei ebreo, musulmano o riformato, non devi obbedire a nessun altro essere umano, e nessuno ha l'autorità di escluderti dalla fede; un sacerdote potrà escluderti dalla sua comunità, ma nulla potrà se un altro esprimerà parere contrario e ti consideri probo.