Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Ti sfugge proprio l'assioma: In Cristo tutto è ricapitolato verso la Salvezza! Non c'è contraddizione alcuna, Axe. Il Male (uso il tuo linguaggio) è guidato dal Maligno. E sembra in certi frangenti dominare il campo, la Storia....la nostra Vita Personale. Ma Dio ha lo straordinario (ed unico!) potere di trasformarlo in Bene. Dio riesce a scrivere diritto. Anche nelle righe storte della Storia e degli Uomini.

"E questo a lode e gloria della sua grazia,
che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua
volontà,
secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui
prestabilito
per realizzarlo nella pienezza dei tempi:

il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose,
quelle del cielo come quelle della terra."


EFESINI 1
ti sbrodoli in queste formule, come la "ricapitolazione", che nulla dirimono quanto alla libertà;

era necessario e prestabilito il sacrificio di Cristo, sì o no ?
se sì, allora i carnefici - il Male, non è linguaggio mio, ma una convenzione teologica metterlo in maiuscolo... - erano tenuti a compiere quella volontà divina, proprio come burattini;

in caso contrario, dovresti ammettere che tutto poteva tranquillamente finire a tarallucci e vino, per libera scelta di quei carnefici, che quel venerdì avevano programmato una spaghettata alle vongole sulla spiaggia di Giaffa;

"ho amato Giacobbe e odiato Esaù", prima della loro nascita, prima che avessero fatto qualcosa di bene o male; che vuol dire ?
l'uomo si dà la fede da solo, con la sua ragione ?
se l'ultima parola spetta a Dio, è ovvio che quella libertà è solo illusione umana; e infatti lo stesso Paolo ti dice che non c'è alcun merito di cui vantarsi;

il che spiega il risvolto prosaico e banale di tutto questo scandalo:
da sempre il credente si vanta della sua fede, punta il dito, giudica, rimbrotta, assume una sua moralità superiore associata al presunto contegno che quella fede gli ispirerebbe;

nel momento in cui si puntualizza l'ovvio di tutto il sistema, ossia che è Dio stesso che decide, sin dal primo istante, questo potere viene meno, e tutti sono riportati alle griglie di partenza, come quando entra la safety-car nel GP;

è ovvio che chiunque abbia investito tante energie psichiche per sentirsi conforme e a posto, soffra molto nel momento in cui gli si rivela che stare a pane e cicoria è solo un rimedio alla sua personale angoscia e in nulla testimonia e giustifica la facoltà di guardare e giudicare la moralità altrui.