Originariamente Scritto da
axeUgene
hmmm... la questione non si può liquidare solo in questi termini, perché il pluralismo moderno e la stessa scienza hanno spostato l'asticella che questa dialettica cerca di saltare, malgrado certe argomentazioni maldestre; se leggi attentamente, persino Cono parla di una necessità della fede, come connaturata alla condizione umana, più che della verità in senso ermeneutico di quanto creduto; non è che vive sul pianeta Papalla, un alito arriva pure a lui, anche se poi non si rende conto del portato della questione;
ripeto: ovviamente nulla nel mondo naturale e osservabile lascia presumere un ordine morale
assoluto e intenzionale nel mondo fisico, come dato di realtà;
il punto osservabile è che la specie umana è naturalmente efficiente in relazione a determinati livelli di astrazione concettuale; ora, sotto il profilo valutativo di performance di specie, si dovrebbero verificare risultati a seconda dei diversi stati di capacità di astrarre; es.:
sarebbe sopravvissuto un genere umano fermo al set di costrutti psico-affettivi della seconda infanzia ? direi di no; servono costrutti sociali ideologicamente più mediati, che si traducano in investimenti fiduciari; bada che si tratta di elementi essenziali, e non costrutti culturali dispensabili;
il cavernicolo che si prendeva cura del cugino ferito, lo faceva per un fine differito, e cioè l'eventuale circostanza reciproca, ma senza una garanzia di remunerazione;
perciò, i meccanismi di coesione sociale hanno richiesto rafforzativi in termini di investimento fiduciario; la cura dell'anziano relativamente
inutile, già documentata nella preistoria, e poi le varie forme di sacrificio, che sono sì superstizione ai nostri occhi, ma anche voto di fiducia che rafforza la coesione sociale; cioè, tu puoi non credere vera una determinata postulazione, per cui se sacrificherai una capra al dio X, il raccolto sarà copioso;
ma è senz'altro vero che quella credenza abbia premiato in termini remunerativi di coesione sociale ed efficienza della performance di specie;
nota che siamo ancora sul piano dell'efficienza di specie - un dato antropologicamente misurabile, che può dipendere solo in parte da fattori fisiologici e organici, ma che incorpora una necessità che si esprime comunque culturalmente e in termini di efficienza, quale che sia l'interfaccia narrativo;
ora, Cono parla di
anelito religioso, e sottolinea, a modo suo, di bottega, un sotto-cluster di una categoria di assoluti morali che lui fraintende come pertinenti alla sola forma confessionale, dove poi quella
buona e vera è la sua;
laddove in effetti la categoria degli assoluti fiduciari è stabilmente presente in termini di efficienza di specie; questa cosa difficilmente è astraibile come "sovrastrutturale", dispensabile, e si potrebbero anche fingere scenari di sopravvivenza, anche solo individuale, per inferire comunque una necessità di interloquio, finzione di soggetti, senza arrivare necessariamente al pallone Wilson di
Castaway;
cioè, è scientificamente vero che - almeno per il momento - l'efficienza biologica, di tenuta nervosa, ecc... della specie umana è vincolata alla capacità di astrarre in termini di investimenti fiduciari, come meccanismo naturalmente incorporato in modo sistemico nei meccanismi di specie; cioè, quello che Cono chiama il
bisogno di credere e io di investimento fiduciario nella capacità di tenuta coesiva di determinati valori non lo puoi derubricare a mera preferenza individuale e dispensabile, ma è comunque un meccanismo sociale evidentemente premiante sotto il profilo evolutivo e di sopravvivenza, come dato, per il momento, oggettivo;
e son 10 anni che scrivo queste cose, e solo ora inizi a leggere quello che scrivo; applausi a te; epperò, continui a fraintendere
anche perché insisti nel voler affermare natura e dottrina cattolica come consustanziali;
io, da sempre, scrivo che è irrilevante chiamare
Dio o il
caso quella che è la fonte di una necessità relazionale, sociale, che produce sistemi etici fondati su investimenti fiduciari, e che tu chiami "fede";
l'interfaccia narrativo cui ricorri tu, quello di Allah, o di Kant, mi è relativamente indifferente a questo fine, salvo essere più o meno formalmente corretto, credibile per i nostri criteri logico-esperienziali; sempre postulazione di assoluti si tratta, allocazioni autoritative di valore;
ma la necessità dell'investimento fiduciario nel quadro della condizione umana naturale, vista la pluralità e l'evolutività degli assetti etici che ne risultano diventa la smentita dei tuoi tuoi postulati, o almeno della maggior parte di quelli;
tu, infatti, pretendi che quegli investimenti fiduciari siano congruenti ad una tua dottrina, specifica e particolareggiata, che invece si dimostra evidentemente fallimentare nei termini stessi di investimento che proponi