amate i vostri nemici
Tengo a precisare che fede e religione non sono la stessa cosa:la religione è un rapporto dell'uomo con il divino che comprende credenze,dogmi,culti e tutto ciò che l'uomo può ideare.La fede è il rapporto diretto dell'uomo con Dio e l'abbandono a Lui.Una persona può essere religiosissima e non avere fede(se non quella esteriore)e viceversa.
La fede in un Dio onniscente e misericordioso contrasta con il libero arbitrio dell’uomo e con le sofferenze dell’umanità?
Non sarà forse perché vogliamo far entrare Dio nella nostra logica per toglierlo più facilmente dalla nostra vita?
Non sarà forse perché il suo Regno non è di questo mondo?
Non sarà forse perché Dio non va contro le leggi fisiche e chimiche di ciò che Lui stesso ha creato?
Non sarà forse perché Dio non deve rendere conto all’uomo di ciò che fa?
Non sarà forse perché l’importanza che diamo al corpo è per Dio irrilevante in confronto all’importanza dello spirito?
Sono domande a cui ognuno può dare la sua risposta e regolarsi di conseguenza. Certo per chi non vuol credere tutto può essere demolito dalla logica dei ragionamenti umani. Se Dio è fuori dai pensieri dell’uomo è facile trovare un modo razionale per escluderlo .Il credente rimane spiazzato perché si basa sulla fede che spesso va fuori dal razionale umano. Prendo atto che il discorso sulla difesa delle proprie idee vale anche nella direzione contraria ed è un diritto del non credente. Nella fede non ci sono formule magiche o certezze dimostrabili:tutto dipende dalle disposizioni interiori della persona .Per fortuna ai nostri tempi nessuno impone niente a nessuno;i giudizi che non ci vanno bene li accantoniamo,si discute e basta!
dipende da come organizzi quella teologia;
certo che, logicamente, se postuli un Creatore onnisciente - che, quindi, conosce ogni azione umana e ogni accadimento futuro prima di aver creato ogni essere - è un po' difficile sostenere il libero arbitro;
puoi considerarla solo una mia opinione, ma c'è il fatto poco trascurabile che mezza Cristianità 5 secoli fa se n'è andata, anche su questo punto;
non faccio processi alle intenzioni e ai pensieri altrui, se non li conosco;Non sarà forse perché vogliamo far entrare Dio nella nostra logica per toglierlo più facilmente dalla nostra vita?
il problema sarebbe che se non si è in grado di far entrare Dio nella propria logica, nemmeno si dovrebbe postulare una Sua volontà intellegibile; in questo caso, significherebbe dire: io so qual è la volontà divina, ma tu no, non puoi capire, e quindi obbedisci;
su questo potrei teoreticamente essere d'accordo;Non sarà forse perché il suo Regno non è di questo mondo?
Non sarà forse perché Dio non va contro le leggi fisiche e chimiche di ciò che Lui stesso ha creato?
Non sarà forse perché Dio non deve rendere conto all’uomo di ciò che fa?
ma questo esclude proprio quel libero arbitrio, e una corrispettiva remunerazione; se Dio non deve rendere conto, nemmeno si può "pretendere" una giustizia remunerativa, del tipo: ho obbedito, perciò sarò salvato... con la conseguenza che il destino umano è esattamente svincolato dalle proprie scelte, e pertanto quel libero arbitrio non ha senso, mentre lo ha una predestinazione e il servo arbitrio;
i ragionamenti su queste cose richiedono un certo rigore logico, e consentono poco le parole in libertà;
appunto; io non mi permetto di contestare le opinioni altrui;Non sarà forse perché l’importanza che diamo al corpo è per Dio irrilevante in confronto all’importanza dello spirito?
Sono domande a cui ognuno può dare la sua risposta e regolarsi di conseguenza.
eh, insomma... non è proprio così; non c'è - ordinariamente - questa simmetria che vedi;Certo per chi non vuol credere tutto può essere demolito dalla logica dei ragionamenti umani. Se Dio è fuori dai pensieri dell’uomo è facile trovare un modo razionale per escluderlo .Il credente rimane spiazzato perché si basa sulla fede che spesso va fuori dal razionale umano. Prendo atto che il discorso sulla difesa delle proprie idee vale anche nella direzione contraria ed è un diritto del non credente. Nella fede non ci sono formule magiche o certezze dimostrabili:tutto dipende dalle disposizioni interiori della persona .Per fortuna ai nostri tempi nessuno impone niente a nessuno
io non impongo, né cerco di perseguire un fine sociale che limita al credente di vivere la sua fede;
nel caso delle due maggiori fedi testamentarie, al contrario, le istituzioni religiose perseguono attivamente la creazione di una società che impone come leggi le loro dottrine, anche a chi non le condivida; la questione della disponibilità del proprio fine-vita è illuminante:
un cattolico può lasciare la decisione al suo dio; un non credente o diversamente credente, no, e viene ostacolato da altri che dispongono al posto suo e lo fanno in nome della propria fede;
tu fossi stata nelle Torri gemelle, o alla stazione di Atocha o altrove, ti saresti trovata alla mercé della fede di un credente, tanto genuino da sacrificare persino la sua stessa vita; non si parla di secoli fa, ma di oggi.
c'� del lardo in Garfagnana
Abbi pazienza, non so cosa vuoi vendere.
In post precedenti eri tutta dio e sdolcinatezze, esci con il senso religioso dell'uomo e le credenze a tappabuco dell'esistenza e dei fenomeni naturali, all'invenzione delle religioni a gusto, uso e consumo nostro.
Fai te.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Non voglio vendere niente,esprimo solo le mie idee. Cerco di essere più chiara se ci riesco.Gesù non criticava una fede ma una religione esteriore di chi scola il moscerino e inghiottisce il cammello. E' una frase esagerata per spiegare che culti,sacrifici cerimonie non costituiscono una vera fede ma sono solo espressioni religiose inventate dall'uomo che sente sì il senso della religiosità ma lo indirizza male a scapito di una fede sincera.Percorrere la scalinata di una chiesa in ginocchio ma poi criticare e inveire contro il vicino di casa disturbatore è un atto religioso senza il fondamento della vera fede,non schiacciare il pulsante dell'ascensore di sabato e poi non concedere l'acqua ad un fratello o inveire nella direzione di un altro può essere considerata religiosità ma è lontana dalla fede;attentare alla vita di una persona per religiosità è l'atteggiamento più distante da una fede genuina.
non ti voglio tediare con questioni concettuali;
quello che ti chiedo è:
perché oggi, qui e ora, i credenti non mi dicono nulla di "forte" e impegnativo, moralmente auto-evidente ? mi spiego:
se io ti dico che non bisogna rubare o passare col rosso, tutti capiamo che c'è un senso; ma quei c'è anche la legge civile che lo introietta;
però, se Vega mi dice: non mangiare il capocollo, perché il maiale soffre quando lo macelli, la legge non c'è, ma sia tu, sia io, capiamo perfettamente il senso, ed è lo stesso per te e per me;
ora, perché i credenti non mi chiedono più niente, non mi impegnano la coscienza, non mi spiegano ?
a parte Cono, che a modo suo perora il Magistero cattolico, anche se poi rifugge dall'argomentarne il pregio morale, sembra che il credere in un dio sia un evanescente esercizio spirituale, talmente vago e new-age da essere incapace di tradursi in veri e propri precetti morali;
alla fine, qui il paradosso è che l'animalista Vega sembra essere più credente in qualcosa di moralmente dovuto, un valore auto-assertivo e cogente, di tutti i sedicenti credenti che si dicono tali, ma al momento di dire: questo si fa e quest'altro no, per questo e quest'altro motivo, si dileguano;
nella città dell'amico crep, si dice la sparizio' de Vienna , in ricordo della fuga in massa dei viennesi prima dell'assedio ottomano, se non sbaglio circa 1680![]()
secondo te, un credente non dovrebbe prendere posizione chiara e netta sulle questioni morali, e farsi carico della responsabilità di spiegare cosa vada bene e cosa no, e soprattutto perché ?
c'� del lardo in Garfagnana
Siamo sempre alla solita confusione fra "religione" come struttura di pensiero, filosofia morale, categorizzazione del trascendente con acclusi obblighi, precetti, libri sacri ecc. e il concetto allargato di "spiritualità" come libera ricerca. E' ovviamente assurdo estendere a questa seconda accezione l'idea di una morale tagliata con l'accetta che spieghi cosa bisogni rispettare e cosa no, con acclusa la rigidità dei concetti di BENE e MALE. La questione è semplice, se chiedi a chiunque cosa intenda con l'espressione "spiritualità" tutti risponderanno che è qualcosa di attinente alla religione e al corredo necessariamente ad essa attribuito. In questo thread non vedo eccezioni a questa regola, sia da parte di chi crede che di chi sulle credenze ci sputacchia.
“Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non davanti agli incaricati di applicarla.”
(S. Lec)
beh, io certamente ho distinto bene le due questioni;
posto che normalmente una qualsiasi concezione "spiritualista" implica comunque una nozione di valore morale, semplicemente non esplicita, sottintesa;
l'errore, infatti, è nel pensare ad una "spiritualità" come alternativa alla religione, quando nella seconda è, di solito, compresa la prima, e iesta, a sua volt, sottintende una qualche forma di morale, cioè una definizione di quale atteggiamento "sprituale" sia pregiato, in vista di qualcosa, fosse anche solo qualche forma di armonia;
io trovo sciocchina la pretesa - oggi persino degli stessi religiosi - di travestire da morale "debole" o indifferente i propri pensieri "forti", per la semplice pigrizia o vergogna nel farsi carico di discuterli;
magari col rischio di rivelarsi come stronzi![]()
c'� del lardo in Garfagnana
Ti ricordo cosa hai scritto prima:
Dopo questa dissertazione, cosa dovrebbe capire chi legge? Te ne sei uscita con l'affermazione che le religioni e le divinità sono inventate, che si sono evolute nel tempo ad uso e consumo umano, che c'è una sorta di istinto, di tendenza verso il credere e ora giri la frittata con fede e religione che non sono la stessa cosa?L’uomo non è solo un animale sociale ma anche religioso;da sempre ha cercato la vita in gruppo e di fronte ai fenomeni naturali e alla morte ha pensato a potenze superiori autrici e padrone degli stessi .Il senso di religiosità dell’uomo ha avuto un percorso evolutivo ma non è passato e lo dimostra il fatto che se nessuna religione va bene all’uomo ne inventa una, ne stabilisce le regole e vi si adegua(basti pensare alle sette o alle superstizioni)...
Fede e religione hanno a che fare fra sé e questo distinguo che hai fatto, alla luce del discorso sull'invenzione delle divinità e delle credenze, cosa dovrebbe chiarire? Che un dio c'è ma poi l'uomo ci ha infilato di tutto e di più, riti, ritucci & C.?
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Non sarà forse la tua coscienza un po' troppo chiusa e resistente per cui nessuno riesce a fare l'effetto treno che travolge?! Cosa vuoi sentirti dire,quello di cui sei già convinto?L'amore per se stesso già travolge ma se uno è chiuso e si aspetta chi sa che novità sconvolgenti forse dovrebbe bussare alle porte della politica perchè la spiritualità per questa persona rimane sempre acquetta.
Non sarà forse la tua coscienza un po' troppo chiusa e resistente per cui nessuno riesce a fare l'effetto treno che travolge?! Cosa vuoi sentirti dire,quello di cui sei già convinto?L'amore per se stesso già travolge ma se uno è chiuso e si aspetta chi sa che novità sconvolgenti forse dovrebbe bussare alle porte della politica perchè la spiritualità per questa persona rimane sempre acquetta.
Ed in base a cosa, secondo la tua idea, avremmo solo inventato riti, sacrifici & C. e non un dio? Quel dio, mi correggo. Perché tu ci credi e allora prendi spiegazioni antropologiche a tuo uso e consumo? "Questo lo lascio e questo lo scarto" perché non corrisponde a quello in cui credi tu?
Guarda che hai appena finito di dire che l'uomo inventa le divinità!
Non c'è nessun motivo logico per cui il tuo dio debba esserne chiamato fuori e non rientri nella galassia di divinità inventate dall'uomo.
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