Originariamente Scritto da
axeUgene
questo in effetti non è possibile, e io me ne faccio una ragione; le dottrine religiose postulano una morale;
ora, una morale, religiosa o laica che sia, per definizione, stabilisce il bene e il male per la società intera, ordina dei valori in modo arbitrario;
io non posso e non voglio discriminare qualcuno per il solo fatto che i valori cui vorrebbe uniformare la società sono di derivazione religiosa; la troverei un'ingiustizia, visto che ogni morale è arbitraria;
quello che però posso chiedere al credente è di argomentare l'utilità pubblica del precetto che intende come "morale", cioè non esclusivamente rivolto ai fedeli;
in questo caso, non c'è bisogno di contrastare il divorzio, visto che i credenti cattolici non divorziano; se indici un referendum per abolire la legge, come è avvenuto, vuol dire che ritieni la pratica dannosa per tutta la società, e allora sarebbe necessario argomentare;
questo lo capisco perfettamente, e non ci trovo in sé niente da obiettare;
è un problema della Chiesa se il suo potenziale uditorio non avverte un dilemma morale di coscienza tra il giusto e l'ingiusto in questi precetti, alla luce dell'esperienza umana concreta, per cui in effetti la maggior parte delle persone ritiene che senza esperienza è molto facile non capire come funziona la coppia, e poi la famiglia;
alcuni di salute, e spesso sono buon senso, confermato dalla genetica evolutiva;
nondimeno, a me pare che la condizione del credente cristiano sia molto esiliata, e non da una società ostile, perché atea e apostata, ma proprio da un generale opportunismo di chi si identifica e amministra il Credo;
il Vangelo, piaccia o meno, ci si creda o meno, ha una vocazione morale "alta", che dovrebbe spingere a posizioni molto forti e partecipate;
qualche mese fa, il rappresentante di una delle tre grandi branche della Cristianità, cioè il Vangelo di Gesù Cristo, il patriarca ortodosso Kirill, ha dichiarato la guerra di Putin una guerra santa contro i gay; la guerra, quella cosa in cui si lanciano missili sui civili, si sterminano villaggi.... contro i gay !
senza chiamare in causa il papa, che è vincolato a modi diplomatici, uno si aspetterebbe una rivolta dei cristiani, manifestazioni di piazza e uno scandalo pubblico per una bestemmia: la guerra per combattere i gay, in nome di Cristo, perché questo fa il patriarca;
eppure non è successo niente, e nessuno - la cosa più grave - nemmeno si stupisce perché non sia successo niente, tanto si dà per scontata la circostanza che i credenti siano indifferenti a quella bestemmia;
poi, chi ha più memoria, si ricorda di una circostanza: qual è stata l'ultima grande mobilitazione cattolica in Italia ? qualcosa a proposito dei migranti ? no; le navi sono finanziate dalle chiese riformate tedesche...
è stato il Family Day al Circo Massimo; 700 mila persone giunte a Roma dalle parrocchie in torpedoni o auto private, per opporsi alle unioni civili incipienti; cioè, una cosa che non riguarda i credenti, ma che questi volevano impedire agli altri;
dammi pure del malizioso, ma io non posso che porre in relazione le due cose: i fedeli italiani non vorranno certo la guerra; ma nemmeno si scandalizzano per la bestemmia del patriarca, perché in fondo - sebbene con toni meno estremi - ne condividono il pensiero, visto che in effetti si sono mobilitati così contro i gay, visto che nessuna legge impedisce loro di vivere il matrimonio secondo Magistero;
io potrò anche sbagliare, ma l'impressione generale è questa; se chiedi a 100 persone a caso per strada di che si occupa la Chiesa nel Magistero, 80 ti risponderanno che si occupa di questioni di sessualità e famiglia in senso conservatore; se chiedi dell'Islam, la percentuale sale a 100, perché quelli sono fissati con la segregazione della donna, ma hanno meno inibizioni a mostrarlo nelle loro società;
a me sembra una cosa un po' triste che il corpo dei credenti si manifesti generalmente o esprimendo una specie di vago spiritualismo, o una generale distanza da uan morale argomentata, come il Vangelo dovrebbe ispirare, e che sarebbe davvero impegnativo;
cioè, se la decisione autonoma sul fine-vita della sig.ra Angela è un danno per la società e si vuol vietare, bene; mi si spieghi; e il credente mi dirà legittimamente perché chi non crede dovrebbe adeguarsi per il bene comune;
ma se queste motivazioni non ci sono, allora costringere alla sofferenza è un crimine, e il credente non dovrebbe esimersi dal giudizio;
io non esprimo una morale civica di derivazione religiosa; ma per me sarebbe un crimine impedire la libertà di farlo; posso non credere a quello che dicono i preti; me se la gente assaltasse le scuole religiose con l'accusa di pedofilia andrei a difendere quelle scuole, perché i valori morali si affermano; altrimenti uno non li ha.