Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
non capisco questo complicare una cosa semplice:

Cono critica come "male" la tua separazione, secondo il suo ordine di valori; ma tu non ritieni quello un male, perciò non ti nascondi; anzi, argomenti la cosa come sensata, la soluzione migliore, e lo fai apertamente;
se tu avessi, poniamo, evaso il fisco, avresti cercato delle scuse, perché in effetti il tuo senso morale ti rende consapevole dell'ingiustizia delle tue azioni;

ora, se un credente mi dice che credere comporta un sacrificio, i casi sono due; o:
a) quello è un martire, ma non mi sembra il caso; qui non ci sono martiri credenti, e sono pochissimi anche in giro nel mondo, in genere resi martiri da credenti in altro; oppure
b) il sacrificio sta nella rinuncia al peccato, che evidentemente è desiderato; altrimenti non vi sarebbe rinuncia;

questo mi lascia piuttosto perplesso, perché, se non mi spingo a giudicare lo stato psicologico di quel credente, oggettivamente devo constatare che quel sacrificio che vanta è una specie di "credito" morale nei miei confronti, che mi pone come debitore, e in una posizione di soggezione;

se una persona afferma di sacrificarsi per il Bene, vuole certamente qualcosa in cambio, che sia una pretesa di plauso o considerazione, oppure l'obbligo a mio carico di corrispondere e conformarmi;

i bambini salgono sulla pianta di fico, e le mamme vietano loro di farlo; ma quelli sono spinti dal desiderio di esplorazione delle loro capacità e dal desiderio di mangiarsi i fichi;
poi c'è qualche bambino più pauroso, che invidia la temerarietà dei compagnucci, più leader e intraprendenti; vorrebbe anche lui salire sulla pianta e mangiare i fichi, ma non ce la fa;
non vuole ammettere la sua paura nel gruppo, e allora gli conviene dire a se stesso e agli altri che non è pauroso, ma obbediente; e vorrebbe che anche gli altri obbediscano alle rispettive mamme, così non si sentirebbe più il pauroso, meno abile;

siccome quelli non gli danno retta e la conseguenza è un complesso di inferiorità, quel "sacrificio" dell'obbedienza diventa una compensazione psicologica: io sarò anche più pauroso, ma sono più virtuoso di voi Lucignoli, che da grandi sarete dei delinquenti, perché non obbedite;

se quel bambino fosse realmente convinto, non dovrebbe vivere quella circostanza come un sacrificio;

non voglio essere maligno, ma l'insistenza abnorme dei precetti religiosi sulla morale sessuale sembrerebbe rispondere proprio a questo meccanismo compensativo dell'invidia verso le persone più gioiose e spontanee, che viene coperta da obbedienza ad una morale, ma che in effetti è generalmente percepita o intuita come un vorrei ma non posso;
per i cultori della canzone, la Bocca di Rosa di De André, oltre a tanto teatro e letteratura di millenni, è pieno di queste psicologie.
Il male,come il bene,è insito in ogni essere umano..Quando si ritiene che un comportamento costituisce il male c’è una lotta interiore per evitarlo. Essendo anche corpo cadiamo continuamente in azioni che non vorremmo fare(scivoliamo,se così si può dire,in scatti d’ira,egoismi,gola,pigrizia...)Il bene che è in noi ci fa capire che abbiamo sbagliato,che non siamo stati sufficientemente attenti e forti per non cadere(Paolo diceva”Commetto il male che non vorrei fare”)Vincere la debolezza di uomo che può cadere nella tentazione e commettere il male:questo lo ritengo un sacrificio .Qualsiasi lotta è un sacrificio non il fatto di aver rinunciato al male.Una forza malefica ci spinge al male e per questo che chiediamo a Dio di aiutarci a superare le tentazioni per vincerla.