Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Come no? E' dal 19 luglio che avete bannato il piu' bravo di tutti esterno, non credente, pur di salvare quell'imbecille di Arcobaleno con la sua sorella White, ha fatto bene a non tornare, mi disse che a settembre voleva andare in ferie quindi tornera' a Natale. Aspettiamo le altre idiozie che scriverai.
non era questo il punto, ma il fatto che se uno si dica credente vada o meno incontro a dei sacrifici nella propria vita personale e sociale;
e il fatto che i politici facciano a gara per dirsi credenti, persino in società molto secolarizzate, evidentemente testimonia che ciò è conveniente; a maggior ragione se poi quegli stessi politici sono in effetti incoerenti:
se sei pluridivorziato e hai fatto figli con tre donne diverse, e ti dici "cattolico" e propenso ad assecondare le tesi vaticane nel legiferare, difendi la famiglia tradizionale, esponendoti ai molti che eccepiranno, vuol dire che quell'adesione è davvero premiante e remunerativa, al punto da rendere meno rilevante persino quella grossolana contraddizione.
c'� del lardo in Garfagnana
Se dice solo di essere credente non basta e quasi certamente non andrà incontro a dei sacrifici ma se credente lo è davvero allora di sacrifici ne incontrerà molti. Tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare ed i sacrifici a cui si va incontro bisogna farli, non basta solo pensarli, altrimenti sarebbe mera ipocrisia.
Ultima modifica di crepuscolo; 14-08-2022 alle 13:31
Combattere il male è molto più pregnante che rinunciarci; e ci sono vari modi per combatterlo, cominciando innanzi tutto da se stessi, e, credimi, risulta molto appagante.
questa è un'altra cosa; se rispondi partendo per la tangente non si capisce più niente;
si parlava di sacrificio; tu sostenevi: se credente lo è davvero allora di sacrifici ne incontrerà molti
e io osservavo che se uno crede, rinunciare al male non dovrebbe essere un sacrificio; se credere comporta un sacrificio, vuol dire che quella persona prova attrazione per il male;
io faccio cose che forse altri biasimano come "male"; ma, in via generale non mi vergogno;
ma non ho desiderio di compiere il male, e la cosa non mi pesa;
suppongo che a un credente pesi ancora meno, quindi non vedo il sacrificio, no ?
c'� del lardo in Garfagnana
All'inizio rinunciare al male è certamente un sacrificio, poi, sistemato te stesso, ti puoi accorgere che il male ti sta intorno ed il metodo per non esserne coinvolto è quello della resistenza, ma come hai detto tu ormai non è più sacrificio, anzi resistervi è spesso oltreché remunerante anche gioioso.
Per quanto riguarda il male che viene da fuori non puoi farci niente se non sacrificarti per esso, per il bene comune.
Beh, a questo punto se tu pensi in quel modo, non vedo perché dovresti rinunciare a quel tuo modo di essere, se non contraddici alle leggi civili sei già sulla buona strada; se poi non ti vergogni e non ti pesa vuol dire che tanto male non è. Lo dico a te perché sei una persona che riflette parecchio, lo stesso discorso non varrebbe se tu fossi un delinquente.
non capisco questo complicare una cosa semplice:
Cono critica come "male" la tua separazione, secondo il suo ordine di valori; ma tu non ritieni quello un male, perciò non ti nascondi; anzi, argomenti la cosa come sensata, la soluzione migliore, e lo fai apertamente;
se tu avessi, poniamo, evaso il fisco, avresti cercato delle scuse, perché in effetti il tuo senso morale ti rende consapevole dell'ingiustizia delle tue azioni;
ora, se un credente mi dice che credere comporta un sacrificio, i casi sono due; o:
a) quello è un martire, ma non mi sembra il caso; qui non ci sono martiri credenti, e sono pochissimi anche in giro nel mondo, in genere resi martiri da credenti in altro; oppure
b) il sacrificio sta nella rinuncia al peccato, che evidentemente è desiderato; altrimenti non vi sarebbe rinuncia;
questo mi lascia piuttosto perplesso, perché, se non mi spingo a giudicare lo stato psicologico di quel credente, oggettivamente devo constatare che quel sacrificio che vanta è una specie di "credito" morale nei miei confronti, che mi pone come debitore, e in una posizione di soggezione;
se una persona afferma di sacrificarsi per il Bene, vuole certamente qualcosa in cambio, che sia una pretesa di plauso o considerazione, oppure l'obbligo a mio carico di corrispondere e conformarmi;
i bambini salgono sulla pianta di fico, e le mamme vietano loro di farlo; ma quelli sono spinti dal desiderio di esplorazione delle loro capacità e dal desiderio di mangiarsi i fichi;
poi c'è qualche bambino più pauroso, che invidia la temerarietà dei compagnucci, più leader e intraprendenti; vorrebbe anche lui salire sulla pianta e mangiare i fichi, ma non ce la fa;
non vuole ammettere la sua paura nel gruppo, e allora gli conviene dire a se stesso e agli altri che non è pauroso, ma obbediente; e vorrebbe che anche gli altri obbediscano alle rispettive mamme, così non si sentirebbe più il pauroso, meno abile;
siccome quelli non gli danno retta e la conseguenza è un complesso di inferiorità, quel "sacrificio" dell'obbedienza diventa una compensazione psicologica: io sarò anche più pauroso, ma sono più virtuoso di voi Lucignoli, che da grandi sarete dei delinquenti, perché non obbedite;
se quel bambino fosse realmente convinto, non dovrebbe vivere quella circostanza come un sacrificio;
non voglio essere maligno, ma l'insistenza abnorme dei precetti religiosi sulla morale sessuale sembrerebbe rispondere proprio a questo meccanismo compensativo dell'invidia verso le persone più gioiose e spontanee, che viene coperta da obbedienza ad una morale, ma che in effetti è generalmente percepita o intuita come un vorrei ma non posso;
per i cultori della canzone, la Bocca di Rosa di De André, oltre a tanto teatro e letteratura di millenni, è pieno di queste psicologie.
c'� del lardo in Garfagnana
Na volta ci si castigava corporalmente ora ci si sacrifica nelle intenzioni...in qualche modo la specie umana si sta evolvendo
A me sembra che le complicazioni le faccia tu.
Se la mamma dice al bambino di non salire negli alberi a prendere i fichi, e tu dovresti sapere che i rami del fico sono fragili, vuol dire che quella mamma pensa al bene del figlio anche se il figlio non riesce a capirlo e, forse, potrebbe capirlo se vedesse qualche bambino cadere e farsi male. Sinceramente tra il bambino obbediente e il bambino incosciente preferisco il bambino ubbidiente.
Se poi dietro il bambino ubbidiente ci vedi una psicologia della paura è solo una tua ipotesi che solo in rari casi corrisponde al vero; ma il bambino pauroso, e questo non l'hai detto, di solito potrebbe essere anche invidioso e vorrebbe vedere un bel capitombolo per poter dire: vedi, la mia mamma aveva ragione.
Il bambino che è caduto, a casa prenderà pure le botte, mentre il bambino ubbidiente magari troverà a casa una bella cesta di fichi.
Il sesso è un'altra cosa, mi ricordo che da ragazzi chi scopava di più era più bravo e gli altri si ruffianavano con lui per conoscere le ragazze.
Ultima modifica di crepuscolo; 15-08-2022 alle 14:06