Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
Senofonte è un simpatico imbroglione perché, con la sua Anabasi, insinua negli ingenui ginnasiali la falsa impressione che non ci sia niente di più facile da tradurre del greco antico (Eutropio commette la stessa infamia col latino). Il suo stile è lineare e paratattico, immediato, asciutto e del tutto adatto al contesto militare di cui tratta l'opera, ma la lingua non è l'attico puro a causa dei suoi continui spostamenti nella Grecia continentale e anche in Asia. Nell'Anabasi personaggi e episodi si inquadrano in uno scenario esotico, descritto con tale efficacia da divenire esso stesso protagonista: l’immensa piana dell’Eufrate, così diversa dal paesaggio greco, nella sua sconfinata uniformità «piatta come il mare»; gli aspri picchi dell’Armenia, con il gelido vento del nord che intirizzisce e uccide; un paesaggio ostile e desolato, che fa da sfondo alla disperazione degli Elleni, così come la vista del mare dall’alto monte Teche dà luogo a un esaltante coinvolgimento emotivo di tutti i soldati. Da queste caratteristiche ha avuto origine il successo dell’opera, l’archetipo di un genere narrativo destinato a grande fortuna nella letteratura classica e moderna, quello del diario di guerra; in esso trovano posto i Commentarii di Cesare, ma anche Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque, come pure le opere di numerosi scrittori del Neorealismo italiano, da Levi a Rigoni Stern.