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Risultati da 16 a 30 di 83

Discussione: Il Gesù della storia ed il Cristo della fede.

  1. #16
    Opinionista L'avatar di esterno
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    - Il merito, o forse il coraggio, fu di Lessing che nel 1774 cominciò a pubblicarne i frammenti più significativi e ne diede alle stampe sette fino al 1778, che gli procurò l'ostilità del pastore capo di Amburgo, Goeze... -



    Infatti ho omesso quanto hai postato _ dato che tu avevi letto diversi testi sul Gesu' della storia....



    Attualmente sto leggendo il libro della Claudiana (e tu sai che è "valdese" _ dunque non legata/vincolata da Roma). Questo è il titolo:

    - Quale Gesu', due letture / autori sono M.Borg + N.Thomas Wright

    il primo professore emerito dell' Oregon State university - l' altro è canonico presso la Westminster Cathedral.....

    Di certo le loro sorprendenti argomentazioni sia sul dio-consustanziale che del personaggio Terreno - NON le troverai dagli autori "papisti" ( troppo catechizzati). Infatti questi zerbini specialisti papisti.. SE deviano dal magistero _ prontissima è l'inquisizione "morbida"/ tradotto: l' espulsione dalla santissima ekklesia !

    All' illibata e senza rughe sposa del trinitario, come gia' postato precedentemente, il mondo intero NON le permetterebbe piu' usare quei metodi che hanno screditato - per sempre - i possessori della (sedicente) verita' assoluta.


    Vedi i veri "recenti" eretici-dissidenti Espulsi/cacciati:
    - H.Kueng + Eugenio Drewermann + Leonard Boff (ridotto al "silenzio rispettoso" dall' allora feroce mastino dell' ekklesia: J.Ratzinger...eccc..eccc...eccc...eccc...



    -

  2. #17
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Un momento cara Pazza, esaminiamo una cosa alla volta, poi alla fine traiamo le conclusione. Deve essere chiaro che Gesù non era matto, perché se tu ti fissi su questo come è possibile che io possa obbiettivamente andare avanti? Non ti sembra sensato quello che ho detto fin qui? Altrimenti è come se indirettamente dessi del pazzo a me perché condivido le idee di un matto.
    Ho forse parlato al vento?
    Leggi bene: non ho scritto che Gesù era matto, ma che ha fatto il matto. In italiano significa scatenare una situazione fuori dalla norma, di solito piuttosto agitata.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  3. #18
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    Non era certo fuori della norma per Gesù adempiere le scritture; entrare in Gerusalemme a cavallo di un asina, e non a cavallo di un cavallo che avrebbe significato simbolicamente da guerriero trionfatore ( come avrebbe fatto uno zelota), era il segno del servo umile profetizzato da Isaia.
    Non era fuori della norma anche perché il popolo avrebbe capito. Una situazione piuttosto agitata non la vedo se poi ha potuto proseguite tranquillo secondo i suoi propositi. Certo che ha fatto un po' di casino, altrimenti i sacerdoti non si sarebbero incazzati con lui.
    Per quanto poi riguarda i discepoli zeloti, non trovo niente di strano, anche a me è capitato da giovane di frequentare l'ambito della droga, ma io facevo solo delle canne ( i figli dei fiori) però ho potuto conoscere gente che si bucava alla quale ho cercato di far capire che era meglio farsi una canna, che non dava poi un gran che di dipendenza mentre bucarsi dava una gran dipendenza, poi ho saputo che qualcuno se n'era andato all'altro mondo, è una fine consequenziale, e siccome un mio nipote alla lontana si bucava sono riuscito a fargli cambiare idea e riportarlo alla semplice canna di maria. Può succedere ma io non mi sono mai bucato però ho conosciuto quell'ambiente e finché ho potuto ho cercato di convincerli a cambiare. Così immagino può essere successo a Gesù che è riuscito a convincere degli zeloti a rinunciare alla violenza.
    Ciao, a dopo per i 600.
    Ultima modifica di crepuscolo; 03-09-2022 alle 17:19

  4. #19
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Per "fare il matto", intendevo buttare all'aria il tempio, che non era cosa propriamente a norma. Sui discepoli c'è il problema che hanno continuato a "zelotare" anche dopo l'ascesa al cielo del capo, basta leggere tra le righe degli Atto degli Apostoli 5, 1-11, altro che gioventù bruciata redenta dal buon pastore...
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  5. #20
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    Il discorso del zelotismo e del Gesù zelota preferirei riportarlo dove è iniziato da parte vostra e continuato inutilmente e finito da parte mia. Ti dispiace?
    Qui avrei altri intenti.

  6. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Il discorso del zelotismo e del Gesù zelota preferirei riportarlo dove è iniziato da parte vostra e continuato inutilmente e finito da parte mia. Ti dispiace?
    Qui avrei altri intenti.
    quali ?
    se fai fuori così il Gesù della storia perché non ti piace, che senso ha il 3d ?

    mi rendo conto che certe rivelazioni storiche possono essere traumatiche, pure se le espone De Rosa su Civiltà cattolica;
    ma se ci convive lui, puoi anche tu, no ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quali ?
    se fai fuori così il Gesù della storia perché non ti piace, che senso ha il 3d ?

    mi rendo conto che certe rivelazioni storiche possono essere traumatiche, pure se le espone De Rosa su Civiltà cattolica;
    ma se ci convive lui, puoi anche tu, no ?
    No continuo, comunque De Rosa per adesso l'ho messo da parte.
    Oh, oggi sono stato tutto il pomeriggio qui.

  8. #23
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    Mi sono aggiornato storicamente per quanto riguarda il censimento durante la nascita di Gesù ed ho cambiato un po' idea al riguardo; infatti mi sembrava strano che Giuseppe e Maria intraprendessero un viaggio, con Maria in cinta in attesa di partorire, verso il luogo d'origine Betlemme; com'era possibile che si permettessero tutti questi grandi spostamenti?
    Un motivo c'era, vediamo quale.
    Da lungo tempo sono noti papiri provenienti dall'Egitto, che contengono documenti relativi a censimenti fiscali in epoca romana. Perciò siamo bene informati sul fatto che era necessario viaggiare dal luogo di residenza per recarsi al luogo di nascita, per farsi ivi registrare.
    Contro l'obbiezione che l'Egitto è molto lontano dalla Siria e senza dubbio era amministrato in modo diverso da quella provincia e dai territori particolari della Galilea, della Samaria e della Giudea, si può esibire da alcuni anni una stupefacente scoperta di manoscritti provenienti dalla Giudea: si tratta del completo archivio familiare di un'ebrea di nome Babata, in cui si trova una copia autenticata di una dichiarazione fiscale romana.
    L'archivio fu scoperto nel 1961 nella cosiddetta "caverna delle lettere" a Nachal Arugot, a nord di Masada presso il Mar Morto; nel 1989 l'archivio fu integralmente pubblicato.
    Solo nel 1985 Klaus Rosen, un papirologo di Bonn, attirò l'attenzione degli studiosi sull'importanza straordinaria dell'archivio di Babata per la storia dei tempi neotestamentari. Si tratta di una dichiarazione fiscale rilasciata nell'anno 127, dunque al tempo dell'imperatore Adriano.
    Su Babata sappiamo da questo documento che era sposata in secondo matrimonio con un certo Judanes e viveva nel villaggio di Maoza, nella zona sudorientale del Mar Morto.
    Maoza apparteneva alla provincia romana dell'Arabia, la cui capitale era Petra. Il documento attesta che la donna viveva laggiù in un suo possedimento terriero, e quindi non era una moglie priva di mezzi economici.
    Il marito proveniva da En Gedi, un villaggio della Giudea, appartenente alla circoscrizione amministrativa di Gerico. Anch'egli possedeva un proprio terreno a Maoza.
    Nella sua dichiarazione fiscale Babata chiama formalmente Judanes non suo marito, ma suo "tutore" : in quell'epoca, come già al tempo di Gesù, il diritto vigente stabiliva che una donna, anche avente delle proprietà personali, doveva esibire nei negozi giuridici un simile tutore.
    Per il censimento dell'anno 127, Babata dovette recarsi da Maoza all'ufficio fiscale di Rabbath, distante circa 40 chilometri accompagnata dal marito come "tutore".
    Il suo giuramento davanti alla dea Fortuna dell'imperatore romano, la sua firma e quella del marito furono chiaramente scritte.
    Le date apposte alle diverse firme indicano che in totale trascorsero quattro giorni prima che l'intero atto amministrativo fosse concluso, a cui si aggiungono due giorni di viaggio da Maoza a Rabbath, più altri due per il ritorno. Quindi Babata e Judanes ebbero bisogno di un'intera settimana di tempo. agli inizi di dicembre, per sbrigare la loro pratica.
    Era una stagione propizia, dopo gli ultimi raccolti. Sul mercato del capoluogo amministrativo si potevano vendere i vari prodotti e dato che molte persone giungevano colà per la dichiarazione fiscale, c'erano buone possibilità di smercio e di concludere gli affari, ma sorgeva anche un problema di cui Luca ci informa: gli alberghi erano pieni.
    A quel tempo non era possibile prenotare in anticipo e quindi non si poteva garantire che ciascuna persona soggetta alle tasse potesse pernottare comodamente in una camera d'albergo.
    I paralleli con la stagione tradizionale della nascita di Gesù, con il viaggio di più giorni e con la difficoltà del tutto normale di trovare alloggio in una città dove si svolgeva il censimento sono già abbastanza sorprendente, tanto che si deve escludere naturalmente che Luca abbia "copiato" questo specifico documento o viceversa che Babete avesse nel suo archivio una variante falsificata dl racconto di Luca.
    Ancora più sorprendenti, non solo per tutti quelli che attribuiscono a Luca buone conoscenza storiche, sono tuttavia i paralleli giuridici, che giungono fino al più piccolo dettaglio.

    Fine I parte
    Continuerò in tarda mattinata o nel pomeriggio.

  9. #24
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    All'inizio c'è l'indicazione dell'imperatore, nel cui nome il censimento viene svolto: Adriano per Babata e Judanes, Augusto per Maria e Giuseppe. Il secondo nome è quello del governatore ossia il legato Tito Aninio Sextio Fiorentino che troviamo nel documento di questa "caverna delle lettere" , mentre nel vangelo di Luca si nomina Publio Sulpizio Quirino. Segue poi l'oggetto dell'editto: l'obbligo di consegnare una dichiarazione scritta delle imposte.
    Luca ed il documento di Babata usano a questo scopo la medesima parola greca apographestai. Luca spiega poi ciò che si ricava egualmente dal contesto del censimento fatto sotto Adriano: "Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città". La formula personale di Babala (Io Babala dichiaro per iscritto ciò che possiedo) viene trasmessa anche da Luca come storico che racconta: Giuseppe voleva "farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che aspettava un bambino". Di nuovo abbiamo qui, in entrambi i casi, la medesima parola greca. Anche i dati circa l'origine ed il possedimento si corrispondono formalmente in entrambi gli scritti. Babata indica il nome del padre, da cui ha ereditato la proprietà ed aggiunge che è totalmente sua. Luca dice che Giuseppe da Nazaret doveva recarsi a Betlemme, perché proveniva dalla casa di Davide. Di nuovo compare qui la medesima parola greca : oikos (=casa).
    Se fin qui risulta indubbio quanto Luca sia esattamente informato circa una dichiarazione fiscale romana e sulle condizioni che la circondano, giungiamo ora al punto culminante del suo racconto.
    Ai lettori attenti di Luca non era sfuggito che Giuseppe non andava a farsi registrare da solo, ma con Maria. Come mai?
    La risposta si ricava dal confronto parallelo con l'altra donna, Babata.
    Maria doveva assolutamente mettersi in viaggio, benché in stato di avanzata gravidanza, perché anche lei aveva un terreno ereditato di sua proprietà nella circoscrizione di Betlemme. Era quindi obbligata a farlo registrare personalmente.
    Alla pari di Babata, anche Maria poteva avere un terreno suo; se non c'erano figli maschi, le figlie diventavano eredi ( Nm 27,8).
    Così Giuseppe compare qui in modo del tutto identico a quello di cui più tardi appare Judanes: non come fidanzato o marito (cosa che entrambi erano naturalmente), ma come "tutore" giuridico, che aveva il compito di confermare con la sua firma le dichiarazioni della moglie.
    Ne consegue, in modo vincolante, che Maria e Giuseppe avevano rispettivamente in possedimento terriero nella località di Betlemme, dove veniva riscosso il censo.

    Fine II parte


    Ps. Seguirà la terza se a qualcuno interessa, altrimenti, poiché è una cosa lunga, smetto se risultasse noioso.
    A me me interessa, ma è una ricerca che posso fare bene anche da solo.

  10. #25
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    Questa ricerca storica dovrebbe interessare soprattutto atei e miscredenti, che definiscono i Vangeli invenzione umana al 100% e, quindi, privi di qualsiasi credibilità storica, anche perché apologetici, scritti col solo scopo di esaltare la figura di Gesù, in realtà capo di una banda di zeloti, secondo le loro fervide fantasie.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  11. #26
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    All'inizio c'è l'indicazione dell'imperatore, nel cui nome il censimento viene svolto: Adriano per Babata e Judanes, Augusto per Maria e Giuseppe. Il secondo nome è quello del governatore ossia il legato Tito Aninio Sextio Fiorentino che troviamo nel documento di questa "caverna delle lettere" , mentre nel vangelo di Luca si nomina Publio Sulpizio Quirino. Segue poi l'oggetto dell'editto: l'obbligo di consegnare una dichiarazione scritta delle imposte.
    Luca ed il documento di Babata usano a questo scopo la medesima parola greca apographestai. Luca spiega poi ciò che si ricava egualmente dal contesto del censimento fatto sotto Adriano: "Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città". La formula personale di Babala (Io Babala dichiaro per iscritto ciò che possiedo) viene trasmessa anche da Luca come storico che racconta: Giuseppe voleva "farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che aspettava un bambino". Di nuovo abbiamo qui, in entrambi i casi, la medesima parola greca. Anche i dati circa l'origine ed il possedimento si corrispondono formalmente in entrambi gli scritti. Babata indica il nome del padre, da cui ha ereditato la proprietà ed aggiunge che è totalmente sua. Luca dice che Giuseppe da Nazaret doveva recarsi a Betlemme, perché proveniva dalla casa di Davide. Di nuovo compare qui la medesima parola greca : oikos (=casa).
    Se fin qui risulta indubbio quanto Luca sia esattamente informato circa una dichiarazione fiscale romana e sulle condizioni che la circondano, giungiamo ora al punto culminante del suo racconto.
    Ai lettori attenti di Luca non era sfuggito che Giuseppe non andava a farsi registrare da solo, ma con Maria. Come mai?
    La risposta si ricava dal confronto parallelo con l'altra donna, Babata.
    Maria doveva assolutamente mettersi in viaggio, benché in stato di avanzata gravidanza, perché anche lei aveva un terreno ereditato di sua proprietà nella circoscrizione di Betlemme. Era quindi obbligata a farlo registrare personalmente.
    Alla pari di Babata, anche Maria poteva avere un terreno suo; se non c'erano figli maschi, le figlie diventavano eredi ( Nm 27,8).
    Così Giuseppe compare qui in modo del tutto identico a quello di cui più tardi appare Judanes: non come fidanzato o marito (cosa che entrambi erano naturalmente), ma come "tutore" giuridico, che aveva il compito di confermare con la sua firma le dichiarazioni della moglie.
    Ne consegue, in modo vincolante, che Maria e Giuseppe avevano rispettivamente in possedimento terriero nella località di Betlemme, dove veniva riscosso il censo.

    Fine II parte


    Ps. Seguirà la terza se a qualcuno interessa, altrimenti, poiché è una cosa lunga, smetto se risultasse noioso.
    A me me interessa, ma è una ricerca che posso fare bene anche da solo.
    Interessante! Alcune domande.
    1) Quando è stato fatto il censimento di Quirino?
    2) Dove risulta che il censimento di Quirino (universale), riguardasse anche le imposte catastali?
    3) Dove risulta che Maria avesse possedimenti a Betlemme? ma,soprattutto
    4) Dove risulta che il censimento di Sexio Fiorentino, avvenuto più di cent'anni dopo quello di Quirino, avesse le stesse regole e modalità di questo, tenendo conto che nel corso dell'impero erano mutate più volte le modalità di riscossione e di controllo?
    Sei tutt'altro che noioso, a me interessa quello che scrivi-
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  12. #27
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    Questa ricerca storica dovrebbe interessare soprattutto atei e miscredenti, che definiscono i Vangeli invenzione umana al 100% e, quindi, privi di qualsiasi credibilità storica, anche perché apologetici, scritti col solo scopo di esaltare la figura di Gesù, in realtà capo di una banda di zeloti, secondo le loro fervide fantasie.
    dunque, il decano degli storici cattolici De Rosa, su "la Civiltà Cattolica" - articolo che puoi leggere, riportato da cepuscolo - scrive, all'indirizzo di cattolici mediamente istruiti e colti, quale il pubblico di quella rivista, di non ritenere Gesù uno zelota, poiché questo contrasterebbe coi vangeli;

    tuttavia, alla luce degli elementi storici desumibili dagli stessi vangeli, conclude che Gesù fu condannato come zelota, perché così inteso da chi effettivamente lo aveva conosciuto, visto e ascoltato;

    quindi il credente De Rosa e i gesuiti - da sempre, la crema della cultura cattolica, i dotti per eccellenza - che pubblicano la rivista e con tutto l'interesse a smentire la tesi zelota, sono tutti anch'essi preda di fervide fantasie, oltretutto autolesioniste, poiché sconfessano 17 secoli di tradizione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #28
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    Per quanto riguarda la terza domanda, la risposta cerco di dartela subito.
    Premetto che per me lo scopo dell'autore non è cercare il pelo sull'uovo, ma dimostrare attraverso sue ricerche che c'è fondamento tra fatti evangelici e ricerche scientifiche, essendo lui uno storico ed un papirologo, in questo caso vuol dimostrare che Luca è credibile, perché informato, e non si inventa i fatti.
    Premesso questo è verosimile, che significa simile al vero, ma non vero assoluto, che l'appezzamento di terreno di Maria si trovasse sud od a sud-est piuttosto che a nord, infatti a nord si trovava Gerusalemme a 9 chilometri di distanza; ad ovest, non troppo lontano c'era Ein Kerem, il villaggio dove secondo la tradizione vivevano i genitori di Elisabetta, stretta parente di Maria. Per questo dovevano trovare un alloggio a Betlemme, invece di pernottare sul proprio terreno. Se poi questo possedimento era destinato a superficie di uso agricolo, non c'era alcuna possibilità di un comodo alloggio per una donna in cinta. E' chiaro comunque che nessuno dei due aveva una casa propria a Betlemme.
    Inoltre è chiaro anche che Maria e Giuseppe non fecero questo viaggio una sola volta. Le ordinanze per il censimento di Erode, l'amico di Augusto, e quelle dell'imperatore stesso tramite i suoi governatori, si ripetevano ad intervalli regolari. Entrambi non potevano quindi sottrarsi alla responsabilità per il loro possedimento. E queste circostanze storiche del tempo ci mostrano ancora una cosa: doveva trattarsi di una proprietà economicamente fruttuosa. Se fosse stata una porzione di pochissimo valore, Maria, nonostante l'antichissima tradizione in materia di eredità, avrebbe forse potuto vendere la sua proprietà a qualche parente, invece di compiere un lungo viaggio in una stagione sfavorevole come l'inverno ebraico e nella sua condizione di avanzata gravidanza. Giuseppe, il carpentiere, aveva le sue entrate come artigiano ed era un membro stimato nella comunità religiosa ebraica; sappiamo dalle fonti ebraiche che proprio i " tektones", come viene chiamato il suo mestiere nel Nuovo Testamento, cioè muratori che costruivano edifici con legno e con pietra, venivano rispettati come uomini particolarmente pii ed esperti della Bibbia. Oltre a questi proventi, si aggiungeva l'affitto che riscuotevano dal terreno che lui e la sua fidanzata, divenuta poi sua moglie, avevano nella zona di Betlemme.
    Forse dobbiamo distaccarci dall'immagine romantica, secondo cui Gesù proveniva da una famiglia di povere condizioni. Sicuramente Maria e Giuseppe non erano benestanti, secondo l'accezione attuale del termine; ma non appartenevano neppure allo strato dei poveri, privi di ogni possedimento.
    Che Gesù sia venuto al mondo in una stalla è dovuto a motivi pragmatici, a cui non avevano potuto sottrarsi: a Betlemme c'era il tutto esaurito a causa delle innumerevoli persone che dovevano farsi registrare.
    Il fatto poi che della presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo la nascita, i genitori offrano una coppia di tortore o di giovani colombe è stato interpretato come un indizio della povertà degli offerenti, in riferimento alla prescrizione del Levitico su quelli che non potevano offrire una pecora, ma non bisogna andare troppo oltre. Maria e Giuseppe seguivano la tradizione ebraica della presentazione al tempio secondo la forma più semplice.
    In questo caso si trattava per loro di una modestia simbolica. Che oltre a questo la colomba giochi un ruolo nella storia della salvezza , dalla colomba che porta un ramoscello di ulivo Noè nell'arca, passando per la colomba dello Spirito Santo, fino all'odierna colomba della pace , tutto questo ci può aiutare a capire il simbolismo.

    Cercherò in seguito di di chiarire meglio le tue domande, devo ricercare e riflettere.
    Ma per quanto riguarda il parallelismo di fatti tra Babata e Maria a me sembra molto chiaro; che anche l'uomo dovesse essere presente come tutore è una cosa che non sapevo e mi chiarisce qualche interrogativo; infine non credo che le dichiarazioni fiscali fossero tanto differenti dopo poco più di 100 anni, soprattutto di quei tempi, che erano alquanto diversi da quelli di oggi, frenetici e mutabili.
    Ultima modifica di crepuscolo; 04-09-2022 alle 18:40

  14. #29
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    Per quanto riguarda la terza domanda, la risposta cerco di dartela subito.
    Premetto che per me lo scopo dell'autore non è cercare il pelo sull'uovo, ma dimostrare attraverso sue ricerche che c'è fondamento tra fatti evangelici e ricerche scientifiche, essendo lui uno storico ed un papirologo, in questo caso vuol dimostrare che Luca è credibile, perché informato, e non si inventa i fatti.
    Premesso questo è verosimile, che significa simile al vero, ma non vero assoluto, che l'appezzamento di terreno di Maria si trovasse sud od a sud-est piuttosto che a nord, infatti a nord si trovava Gerusalemme a 9 chilometri di distanza; ad ovest, non troppo lontano c'era Ein Kerem, il villaggio dove secondo la tradizione vivevano i genitori di Elisabetta, stretta parente di Maria. Per questo dovevano trovare un alloggio a Betlemme, invece di pernottare sul proprio terreno. Se poi questo possedimento era destinato a superficie di uso agricolo, non c'era alcuna possibilità di un comodo alloggio per una donna in cinta. E' chiaro comunque che nessuno dei due aveva una casa propria a Betlemme.
    Inoltre è chiaro anche che Maria e Giuseppe non fecero questo viaggio una sola volta. Le ordinanze per il censimento di Erode, l'amico di Augusto, e quelle dell'imperatore stesso tramite i suoi governatori, si ripetevano ad intervalli regolari. Entrambi non potevano quindi sottrarsi alla responsabilità per il loro possedimento. E queste circostanze storiche del tempo ci mostrano ancora una cosa: doveva trattarsi di una proprietà economicamente fruttuosa. Se fosse stata una porzione di pochissimo valore, Maria, nonostante l'antichissima tradizione in materia di eredità, avrebbe forse potuto vendere la sua proprietà a qualche parente, invece di compiere un lungo viaggio in una stagione sfavorevole come l'inverno ebraico e nella sua condizione di avanzata gravidanza. Giuseppe, il carpentiere, aveva le sue entrate come artigiano ed era un membro stimato nella comunità religiosa ebraica; sappiamo dalle fonti ebraiche che proprio i " tektones", come viene chiamato il suo mestiere nel Nuovo Testamento, cioè muratori che costruivano edifici con legno e con pietra, venivano rispettati come uomini particolarmente pii ed esperti della Bibbia. Oltre a questi proventi, si aggiungeva l'affitto che riscuotevano dal terreno che lui e la sua fidanzata, divenuta poi sua moglie, avevano nella zona di Betlemme.
    Forse dobbiamo distaccarci dall'immagine romantica, secondo cui Gesù proveniva da una famiglia di povere condizioni. Sicuramente Maria e Giuseppe non erano benestanti, secondo l'accezione attuale del termine; ma non appartenevano neppure allo strato dei poveri, privi di ogni possedimento.
    Che Gesù sia venuto al mondo in una stalla è dovuto a motivi pragmatici, a cui non avevano potuto sottrarsi: a Betlemme c'era il tutto esaurito a causa delle innumerevoli persone che dovevano farsi registrare.
    Il fatto poi che della presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo la nascita, i genitori offrano una coppia di tortore o di giovani colombe è stato interpretato come un indizio della povertà degli offerenti, in riferimento alla prescrizione del Levitico su quelli che non potevano offrire una pecora, ma non bisogna andare troppo oltre. Maria e Giuseppe seguivano la tradizione ebraica della presentazione al tempio secondo la forma più semplice.
    In questo caso si trattava per loro di una modestia simbolica. Che oltre a questo la colomba giochi un ruolo nella storia della salvezza , dalla colomba che porta un ramoscello di ulivo Noè nell'arca, passando per la colomba dello Spirito Santo, fino all'odierna colomba della pace , tutto questo ci può aiutare a capire il simbolismo.

    Cercherò in seguito di di chiarire meglio le tue domande, devo ricercare e riflettere.
    Ma per quanto riguarda il parallelismo di fatti tra Babata e Maria a me sembra molto chiaro; che anche l'uomo dovesse essere presente come tutore è una cosa che non sapevo e mi chiarisce qualche interrogativo; infine non credo che le dichiarazioni fiscali fossero tanto differenti dopo poco più di 100 anni, soprattutto di quei tempi, che erano alquanto diversi da quelli di oggi, frenetici e mutabili.
    Il problema è che non puoi scindere le domande che ti ho fatto se vuoi dare una risposta esauriente. Quirino fa il censimento quando Erode è morto da un pezzo . Credo sia Luca che scrive che Gesù nasce sotto Erode, e allora i casi sono due: a) quando Quirino tiene il censimento Gesù era già nato; b) Luca si sbaglia sulla data di nascita ma allora Gesù deve essere nato molto dopo quel che indica la tradizione, e non prima come si tende a credere oggi (il censimento è del 6 d.C.).
    Il censimento è universale, significa quindi che serviva unicamente a CONTARE quanto persone vivevano all'epoca nell'impero e non a censire i beni che queste possedevano.Ai tempi della Repubblica e di Augusto e Tiberio i Romani censivano sempre le popolazioni nel luogo in cui risiedevano e non si capisce perché avrebbero dovuto fare un'eccezione questa volta.
    Gesù non è affatto venuto al mondo in una stalla: questo lo dice il grande teologo e papa Ratzinger, non io. Da qualche parte ho già scritto che la sua famiglia era benestante, Giuseppe aveva una piccola ma fiorente impresa di carpenteria. Naturalmente mi sono subito presa gli strali di Arcobaleno, che non sa una parola di greco antico de straparla, ma Voltaire esorta a non far caso agli imbecilli e ai fanatici e io ho deciso di adeguarmi ai consigli di questo grande pensatore.
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  15. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Gesù non è affatto venuto al mondo in una stalla: questo lo dice il grande teologo e papa Ratzinger, non io. Da qualche parte ho già scritto che la sua famiglia era benestante, Giuseppe aveva una piccola ma fiorente impresa di carpenteria. Naturalmente mi sono subito presa gli strali di Arcobaleno, che non sa una parola di greco antico de straparla, ma Voltaire esorta a non far caso agli imbecilli e ai fanatici e io ho deciso di adeguarmi ai consigli di questo grande pensatore.
    In Luca 2:

    7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

    Dove si trovano le mangiatoie? Nei ristoranti?
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

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