“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Ok, allora direi che si, siamo d'accordo.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Minchia! Allora sono un principe. Sono molto ben disposto con tutti, aiuto le persone senza alcun tornaconto se naturalmente hanno bisogno di aiuto e non intendono solamente sfruttare la mia disponibilità...
Fai del bene e dimentica... che comunque ti torna indietro in qualche modo.
Bambol utente of the decade
Carlino,
ho scoperto col tempo che il mio opposto è dentro di me e non mi piace vederlo nell'altro(perché già ho a che fare con le rogne che genero in me stessa).
Sarebbe quindi naturale che mi avvicinassi a ciò che riconosco come simile (che vuol dire non semplice) per quel sistema del "riconoscersi" che è un po' come l'annusare degli animali. Qualcosa che funziona in natura e credo funzioni perché è scevro da sovrastrutture, educazione, cerette e pretese.
Le relazioni forniscono uno specchio di chi siamo ma non ci definiscono perché molti non hanno intenzione di andare all'origine del comportamento che regola la relazione.
La parte complicata è riconoscere che sovrastimiamo noi stessi e ciò che desideriamo mentre sorvoliamo sulla realtà.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Resto, ti sei svegliato con Matrix?
Neo: No è che non avevo mai...
Rama: Sentito un programma parlare d'amore?
Neo: Sì è, un'emozione umana.
Rama: No è una parola. L'importante è l'interazione che la parola comporta. Vedo che lei è innamorato, sa' dirmi cosa darebbe pur di mantenere viva tale interazione?
Neo: Darei tutto.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Privilegiare la "relazione" ( e non l'ipotetico "Essere"), comporta il passaggio da un "paesaggio" sostanzialmente statico, ad un "processo" per sua natura dinamico.
Le "relazioni" sono il frutto di comportamenti, questi da "motivazioni", queste da "bisogni da soddisfare".
Parlo, ovviamente, da "dilettante superficiale", completamente (o quasi) ignorante in sociologia, scienza del comportamento umano , psycoscienze... neuroscienze manco a parlarne
La "relazione", per essere tale, é composta da (almeno) due "soggetti". Che sono influenzati mutualmente dal "relazionarsi" .
(Si, come la "misura" su una particella modifica sia lo stato della particella che quello dell'osservatore )
Di conseguenza...tutto cambia. Vi é un cambiamento continuo: un processo.
Prendere coscienza di questo (tutto sommato, già noto, per non dire "banale") in una vita di coppia (o trio...o altra combinazione, quale possa essere il genere dei componenti ), presente o in prospettiva che sia, potrebbe evitare disillusioni, conflitti e tutte le altre piacevolezze che rendono piccante l'esistenza.
O no?
Una relazione con un se stesso piuttosto equilibrato mi sembra gia’ un buon punto di partenza
Alle volte pure un soddisfacente punto di arrivo
Il piu’ delle volte quello che pensiamo di poter soddisfare con l’altro, ragionando a mente “lucida”, lo possiamo soddisfare quasi sempre da noi stessi
E quando invece nella relazione ci si ferma al palo del non raccaperciarcisi piu’
Come si fa?
Non siamo mica tutti come Cono, che ci dice che bisogna amare l’altro per come e’, mettere da parte il proprio ego, perche’ siamo egoisti, donarci dal profondo e con il profondo, del fondo che c’e’
-Healthy body, clear mind, peaceful spirit-
-Where there’s will there’s a way-
-Work hard have fun & be nice-