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Discussione: Il Vostro Pensiero In Questo Momento...

  1. #65206
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    E' un ottimo obiettivo, Regina!

    Oggi giornata uggiosa e umida. Ma soprattutto lunga.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #65207
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Buon novembre a tutti!

    Gli uccelli cantano cmq pero’
    Oggi il bimbo del piano di sopra sta dando abbastanza i numeri
    La gioia
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  3. #65208
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    Ancora un appunto sulla torta ed il caffè Sacher a Trieste ed i motivi del suo successo, radicati nella storia della città, come ci illustra in un editoriale lo scrittore Diego Marani.

    Lo pubblico perché magari qualcuno non potrebbe capirli, dal di fuori.

    La geopolitica della Sacher: il ritorno all’Austria felix attraverso una fetta di torta
    Dietro alla corsa dei triestini ad accaparrarsi la torta del nuovo caffè viennese aperto a Trieste lo scrittore Marani legge il desiderio di ricreare l’impero, liberandosi dall’italianità mal sopportata

    DIEGO MARANI
    06 Giugno 2023
    Aggiornato alle 16:12
    3 minuti di lettura

    Una delle Sachertorte esposte in vetrina a Trieste (Lasorte)



    TRIESTE Appena arrivata a Trieste, la Sachertorte già divide e suscita una di quelle tipiche risse d’opinione che periodicamente si scatenano nella città più levantina dell’estinto impero asburgico e più asburgica della repubblica italiana. Quel che si è detto e scritto sulla Linea Aerea Decaposto, meglio nota come Ovovia, o sulle peripezie della Triestina ultima fra gli ultimi, rischia di diventare risibile al confronto della polemica sulla Sachertorte il cui prezzo elevato ha indignato i numerosi avventori che ai primi di giugno si sono scagliati come un sol uomo nei locali del Caffè Sacher di Via Dante fino ad esaurirne le scorte.

    Strano argomento quello del caro-torta, per una città di gaudenti ed edonisti che non lesinano certo nelle spese di piacere. Da Capodistria a Corfù, i ristoratori si sfregano le mani quando sentono arrivare una comitiva di triestini. Ma tant’è, gente che paga senza batter ciglio 45 euro per un ceviche all’Harrys Piccolo, gli 8,9 euro per una fetta di Sacher no, non riesce proprio a digerirli. E il sindaco Dipiazza ha un bel predicare l’ovvietà che chi non ha i soldi può sempre guardarsela e basta la fetta di Sacher, come si guarda una Ferrari che non ci si può permettere.



    Il fatto è che in realtà qui non si sta parlando di torte. Qui c’è in ballo ben di più. In quella fetta al cioccolato i triestini si aspettavano la liberazione da tutti i loro mali, la redenzione dall’italianità stracciona in cui sono precipitati ormai più di un secolo fa con la sconfitta degli inventori della Sachertorte e da cui non si sono più risollevati. In fin dei conti perfino la guarigione dalla loro triestinità, quel male invisibile, che si manifesta come una malinconia, una vanità, una tonalità dell’abbronzatura, mai troppa mai poca, un parlare da soli nel vento, un inveire perpetuo contro tutto quello che non è triestino.


    La Sachertorte doveva essere la pozione magica che li avrebbe infine resi felici, meno scontrosi, meno arrabbiati col mondo, nuovamente austriaci, di quell’Austria così immaginaria che non è neppure nei libri e che i triestini sognano come un paradiso perduto. Laddove non arriva la geopolitica talvolta ci arriva una glassa al cioccolato e come sono caduti i confini di Slovenia e Croazia, perché non può cadere quel confine interiore che ha sempre fatto i triestini stranieri ovunque, in Austria come in Italia? Adesso che i pronipoti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo ridiscendono in Audi con orgogliosa sicurezza le valli che i loro bisnonni avevano risalito in disordine e senza speranza, stavolta per comperarci casa a Trieste e venirci in vacanza, i triestini sognano un ritorno dell’Austria Felix, una rincarnata principessa Sissi che con un bacio al cioccolato li trasformi da rospi in principi, loro da più di un secolo dannati a un’italianità di recupero.


    E se l’Austria torna ad abbracciare il suo più grande porto, come può essere che la Sachertorte costi un occhio della testa? No, la Sacher è del popolo e va distribuita gratis, come il pane dopo la rivoluzione, come i sacchi di riso dell’ONU nelle terre colpite dalla carestia, come l’ostia in chiesa. Devono essere i marinai della Kriegsmarine sbarcati al molo Audace a ribobinare la storia e andare incontro alla gente con una fetta di Sacher in mano e allegramente dilagare, coi mustacchi sporchi di cioccolata, nelle strade e nelle piazze della ritrovata Trieste, infine riunita alla madrepatria. A prezzo politico e calmierato, la Sacher deve diventare uno dei prodotti del paniere che misura l’inflazione, un’unità di misura del benessere di una città, della felicità individuale, su una scala da uno a cinque. Cinque Sacher come un hotel cinque stelle. Come stai oggi? Tre Sacher!

    Ma chissà se l’Austria non stia davvero lanciando una diplomazia della Sachertorte e non voglia davvero riconquistarsi il suo impero a suon di dessert? Un Drang nach Osten a suon di cioccolata, un Sachentorteraum, insomma. Magari a Tito sarebbe andata meglio se invece del IX corpo d’armata avesse mandato in città una catena di Kava Baklava. Con la neonata geopolitica del dessert anche paesi insignificanti possono spianarsi la via a sconfinate conquiste e nuove, inaudite statalità possono nascere dal nulla con la sola forza dello zucchero candito. Ci hanno mai pensato in Carso a lanciare un’offensiva di “zavate” con la crema o di “strucoli in straza”? Dal Mura all’Isonzo, dalla Drava al Leita, Opicina allora potrebbe diventare la capitale di una nuova repubblica transfrontaliera, quella forse che ci è sempre mancata, la Sladoslavia.
    Ultima modifica di follemente; 07-06-2023 alle 13:05

  4. #65209
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    La Sachertorte doveva essere la pozione magica che li avrebbe infine resi felici, meno scontrosi, meno arrabbiati col mondo, nuovamente austriaci, di quell’Austria così immaginaria che non è neppure nei libri e che i triestini sognano come un paradiso perduto. Lad
    Quindi cioccolato fa bene all' umore....mettiamo la Sacher nei nostri cannoni....se proprio proprio si vuole combattere una guerra anche qui per riunirsi all' antico impero austriaco...
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #65210
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    La riunione incombe, l'emicrania pure. Due cose che, tendenzialmente, insieme non stanno proprio benissimo.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  6. #65211
    Perchè a Verona non si trovano più le sigarette di contrabbando???
    Devo tirare le orecchie a qualche mio ex collega

  7. #65212
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    Ancora un appunto sulla torta ed il caffè Sacher a Trieste ed i motivi del suo successo, radicati nella storia della città, come ci illustra in un editoriale lo scrittore Diego Marani.

    Lo pubblico perché magari qualcuno non potrebbe capirli, dal di fuori.

    La geopolitica della Sacher: il ritorno all’Austria felix attraverso una fetta di torta
    Dietro alla corsa dei triestini ad accaparrarsi la torta del nuovo caffè viennese aperto a Trieste lo scrittore Marani legge il desiderio di ricreare l’impero, liberandosi dall’italianità mal sopportata

    DIEGO MARANI
    06 Giugno 2023
    Aggiornato alle 16:12
    3 minuti di lettura

    Una delle Sachertorte esposte in vetrina a Trieste (Lasorte)



    TRIESTE Appena arrivata a Trieste, la Sachertorte già divide e suscita una di quelle tipiche risse d’opinione che periodicamente si scatenano nella città più levantina dell’estinto impero asburgico e più asburgica della repubblica italiana. Quel che si è detto e scritto sulla Linea Aerea Decaposto, meglio nota come Ovovia, o sulle peripezie della Triestina ultima fra gli ultimi, rischia di diventare risibile al confronto della polemica sulla Sachertorte il cui prezzo elevato ha indignato i numerosi avventori che ai primi di giugno si sono scagliati come un sol uomo nei locali del Caffè Sacher di Via Dante fino ad esaurirne le scorte.

    Strano argomento quello del caro-torta, per una città di gaudenti ed edonisti che non lesinano certo nelle spese di piacere. Da Capodistria a Corfù, i ristoratori si sfregano le mani quando sentono arrivare una comitiva di triestini. Ma tant’è, gente che paga senza batter ciglio 45 euro per un ceviche all’Harrys Piccolo, gli 8,9 euro per una fetta di Sacher no, non riesce proprio a digerirli. E il sindaco Dipiazza ha un bel predicare l’ovvietà che chi non ha i soldi può sempre guardarsela e basta la fetta di Sacher, come si guarda una Ferrari che non ci si può permettere.



    Il fatto è che in realtà qui non si sta parlando di torte. Qui c’è in ballo ben di più. In quella fetta al cioccolato i triestini si aspettavano la liberazione da tutti i loro mali, la redenzione dall’italianità stracciona in cui sono precipitati ormai più di un secolo fa con la sconfitta degli inventori della Sachertorte e da cui non si sono più risollevati. In fin dei conti perfino la guarigione dalla loro triestinità, quel male invisibile, che si manifesta come una malinconia, una vanità, una tonalità dell’abbronzatura, mai troppa mai poca, un parlare da soli nel vento, un inveire perpetuo contro tutto quello che non è triestino.


    La Sachertorte doveva essere la pozione magica che li avrebbe infine resi felici, meno scontrosi, meno arrabbiati col mondo, nuovamente austriaci, di quell’Austria così immaginaria che non è neppure nei libri e che i triestini sognano come un paradiso perduto. Laddove non arriva la geopolitica talvolta ci arriva una glassa al cioccolato e come sono caduti i confini di Slovenia e Croazia, perché non può cadere quel confine interiore che ha sempre fatto i triestini stranieri ovunque, in Austria come in Italia? Adesso che i pronipoti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo ridiscendono in Audi con orgogliosa sicurezza le valli che i loro bisnonni avevano risalito in disordine e senza speranza, stavolta per comperarci casa a Trieste e venirci in vacanza, i triestini sognano un ritorno dell’Austria Felix, una rincarnata principessa Sissi che con un bacio al cioccolato li trasformi da rospi in principi, loro da più di un secolo dannati a un’italianità di recupero.


    E se l’Austria torna ad abbracciare il suo più grande porto, come può essere che la Sachertorte costi un occhio della testa? No, la Sacher è del popolo e va distribuita gratis, come il pane dopo la rivoluzione, come i sacchi di riso dell’ONU nelle terre colpite dalla carestia, come l’ostia in chiesa. Devono essere i marinai della Kriegsmarine sbarcati al molo Audace a ribobinare la storia e andare incontro alla gente con una fetta di Sacher in mano e allegramente dilagare, coi mustacchi sporchi di cioccolata, nelle strade e nelle piazze della ritrovata Trieste, infine riunita alla madrepatria. A prezzo politico e calmierato, la Sacher deve diventare uno dei prodotti del paniere che misura l’inflazione, un’unità di misura del benessere di una città, della felicità individuale, su una scala da uno a cinque. Cinque Sacher come un hotel cinque stelle. Come stai oggi? Tre Sacher!

    Ma chissà se l’Austria non stia davvero lanciando una diplomazia della Sachertorte e non voglia davvero riconquistarsi il suo impero a suon di dessert? Un Drang nach Osten a suon di cioccolata, un Sachentorteraum, insomma. Magari a Tito sarebbe andata meglio se invece del IX corpo d’armata avesse mandato in città una catena di Kava Baklava. Con la neonata geopolitica del dessert anche paesi insignificanti possono spianarsi la via a sconfinate conquiste e nuove, inaudite statalità possono nascere dal nulla con la sola forza dello zucchero candito. Ci hanno mai pensato in Carso a lanciare un’offensiva di “zavate” con la crema o di “strucoli in straza”? Dal Mura all’Isonzo, dalla Drava al Leita, Opicina allora potrebbe diventare la capitale di una nuova repubblica transfrontaliera, quella forse che ci è sempre mancata, la Sladoslavia.
    Wow che poema!
    ...se bastasse una fetta di torta per tornare agli antichi splendori, altro che 9 euro.....comprerei pure la torta intera

  8. #65213
    Citazione Originariamente Scritto da Ale Visualizza Messaggio
    Wow che poema!
    ...se bastasse una fetta di torta per tornare agli antichi splendori, altro che 9 euro.....comprerei pure la torta intera
    Ale, il Cecco-Beppe nostalgico...
    Beh, non posso darti nemmeno torto

  9. #65214
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Ora si sono aggiunti anche i bruciori di stomaco. Ma che bella giornatina!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  10. #65215
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Ale, il Cecco-Beppe nostalgico...
    Beh, non posso darti nemmeno torto
    Avendo una certa età ho avuto la fortuna di sentire racconti da gente che ha vissuto quel periodo...
    ...io credo che i racconti con cognizione di causa, specie se concordano tutti, siano più affidabili dei libri di storia

  11. #65216
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Certe volte è meglio vivere poco ma bene, che tanto e male...
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  12. #65217
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaD'Autunno Visualizza Messaggio
    Certe volte è meglio vivere poco ma bene, che tanto e male...
    Certe volte?!? 😳
    ...sempre direi!

  13. #65218
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Quindi cioccolato fa bene all' umore....mettiamo la Sacher nei nostri cannoni....se proprio proprio si vuole combattere una guerra anche qui per riunirsi all' antico impero austriaco...



    Beh, ma Trieste è stata austriaca per secoli e secoli e secoli... la cultura del sì, del da e del ja...

    Citazione Originariamente Scritto da Ale Visualizza Messaggio
    Wow che poema!
    ...se bastasse una fetta di torta per tornare agli antichi splendori, altro che 9 euro.....comprerei pure la torta intera

    Originale viennese, tra l'altro!

    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    Ale, il Cecco-Beppe nostalgico...
    Beh, non posso darti nemmeno torto

  14. #65219
    La torta viennese mi piace...

    Folle mi dici una peculiarità austriaca, italiana e slovena che potremmo trovare in voi (ex) asburgici?


    Io di italiano ho la faccia di bronzo e l'intraprendenza, di greco, la fierezza, ma soprattutto la bellezza, di siciliano ho il concetto di sacralità dell'ospite e la galanteria verso le donne, tutte, indistintamente in stile puparo, hai presente l'orlando furioso?
    Ultima modifica di bumble-bee; 07-06-2023 alle 21:05
    Bambol utente of the decade

  15. #65220
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    Sono arrivata a letto e tra poco dormo
    Buonanotte
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