Carissimo,
non ci siamo conosciuti, ma ti intuisco.
È chiaro ormai da tempo, per me soprattutto perché tu sei una mia intuizione, che averti incontrato fosse il definitivo passo falso della mia zoppicante esistenza.
Sarebbe bastato molto meno di un incontro, per esempio una tua fortunosa caduta ai miei piedi uscendo, una domenica mattina, da una qualsiasi pasticceria. Oppure , camminando frettolosamente sul marciapiede, avrei potuto darti una spallata mentre arrivavi dall' altra direzione, mentre tenevi in mano un mazzo di fiori non per me.
Naturalmente i fiori sarebbero caduti e tu mi avresti lanciato strali, ma cosa sarebbe importato a quel punto? L'iscontro era ormai accaduto.
E invece ti ho intuito.
Ammetto che non è stato semplice, la cosa ha richiesto un bel po' di tempo rubato ad altre intuizioni. La più famosa e veritiera perché verificata è stata :"le relazioni sentimentali più durature sono delle intuizioni mai verificate".
Tornando a te, oggi non ci siamo visti.
Ancora a quest'ora attendo che tu bussi al campanello (due volte perché il pulsante non è particolarmente oleato), a quel punto ti accoglierei in pigiama e maglione, calzettoni lime e occhiali da vista.
Gli stessi che si ungono non appena li indosso.
Ma intuisco che non passerai...credo perché lo farai domani mattina.
Riuscirai ad uscire dalla pasticceria senza inciampare.
Credo accadrà verso le dieci e mezza.
È un orario accettabile, no?
Da lì a qui saranno dieci minuti a piedi.
Salvo ci sia il vento di oggi: per fortuna non hai la fissa dei capelli a posto.
Forse non hai nemmeno i capelli, chissà...non arriva a lì la mia intuizione.
Ti raccomando quindi di essere poco puntuale, così riesco a darmi una sistemata.
Il caffè lo preparo io.
E se, come intuisco, domani passerà con una inusitatamente comoda solitudine, fa' 'na cosa:
Vàttela a pija' 'nd' er...