che gli ebrei siano un "popolo" è un'idea recentissima, successiva alla nazionalizzazione delle masse di metà 800; prima delle guerre napoleoniche l'idea di nazione coincideva con la sudditanza politica; gli ebrei non facevano eccezione ed erano divisi in comunità il più delle volte estranee tra loro;
la quasi totalità degli ebrei tedeschi e la maggior parte di quelli italiani, direttamente sotto leggi razziali, è stata sterminata perché non concepiva assolutamente l'idea di non essere tedesca o italiana, né passava lo per l'anticamera del cervello di essere tutt'uno con quei milioni di estranei correligionari che abitavano in sperduti villaggi polacchi, ucraini o russi e andare in Palestina;
questa certamente è un'idea molto popolare, ma quasi totalmente di propaganda;Gli ebrei stanziati nelle varie parti del mondo in seguito alla diaspora si sono inseriti nel tessuto economico dei Paesi ospitanti mettendoli in allarme per la loro crescente ricchezza data dalla loro capacità affaristica e commerciale(negozi,banche,usura..)
La ricchezza può generare potere ed è di questo che i Paesi ospitanti avevano paura.
quando si tratta degli ebrei, vengono fuori le cose più assurde; qualche settimana fa, dopo l'inizio della guerra attuale, in un sondaggio si è chiesto agli italiani quanti fossero gli ebrei italiani: il 15% ha detto 3 milioni, e il 12% 2![]()
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in realtà, mi pare siano 30mila
c'è un fondamento socio-economico: di solito, agli ebrei era vietato possedere la terra un po' ovunque; perciò, la maggior parte poteva dedicarsi solo al commercio, all'artigianato e ad alcune professioni liberali;
ma, come per i cristiani riformati, obbligati a leggere le Scritture, anche gli ebrei sapevano tutti leggere e scrivere, da sempre;
quando all'inizio dell'800 l'Occidente si è industrializzato, protestanti - tanti - ed ebrei - pochissimi - erano in pole position per formare il corpo nascente della borghesia; infatti, i protestanti sono tradizionalmente i borghese nelle società miste - Germania, Cechia, Ungheria, anche Francia, sebbene molti emigrati in Inghilterra, dove trovi tanti cognomi francesi anglicizzati di ugonotti, Aubree, Dupree, ecc... mentre i cattolici sono i campagnoli;
ma in Occidente gli ebrei, per quanto attivi e più agiati della media, erano comune pochissimi e integrati; nel 1939 in Europa c'erano circa 14 milioni di ebrei, di cui 11 tra Polonia, stati baltici, Russia e Bielorussia, Ucraina, Romania, ecc... questi erano quasi totalmente dei poveracci che vivevano un po' fuori dal mondo in villaggetti sperduti, dove facevano i ciabattini o i sarti, o allevavano pollame;
la maggior parte degli ebrei occidentali che si sono integrati nei secoli con le aristocrazie, lo hanno fatto dopo conversione, tranne alcune famiglie famose; ma si trattava di una frazione che non poteva esercitare alcuna particolare influenza su processi economici importanti;
c'è un'eccezione: il mondo dello spettacolo negli Stati Uniti; siccome la maggior parte degli ebrei emigrati negli USA è arrivata negli anni '20 e '30, soprattutto da paesi germanofoni, spesso questi avevano un'educazione musicale e allo spettacolo; per cui, una buona metà dei compositori, produttori di musical e film, scrittori e poi anche molti attori nelle due coste, erano di origine ebraica; l'altra metà erano italiani, del sud![]()
il fattore morale interviene, certamente, proprio con quella legge che ti ho esposto, e che ha sempre un fondamento di tutela dei valori di affidamento, uguaglianza, ecc...Riguardo la poligamia.
Le motivazioni che tu adduci mi convincono poco e resto del parere che ove non intervenga il fattore morale e religioso la legge a riguardo non incontra valide controidicazioni.
era solo un esempio, magari scelto male; il senso è che le idee religiose devono poter essere perseguite, ma non a danno dei diritti altrui e in modo da aggirare la legge;Riguardo i testimoni di Geova...
per il resto, ti ha risposto break.