Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
beh, ma in questi casi non si pone alcun problema;



tu eludi il punto: quella che chiami rivoluzione "sessuale", in effetti è il risultato della più grande rivoluzione della storia, e cioè l'emancipazione femminile; emancipazione dalla maternità involontaria;
ti piaccia o meno, con questa cosa irreversibile devi fare i conti; la contraccezione femminile ha parificato i rapporti di potere tra i generi, e quelli nella famiglia;

che ci vuoi fare ? che pensi tu o chiunque altro possa fare, davvero ?

a parte questo, io mi limitavo ad una considerazione banale, se si vuole ragionare secondo buon senso, mettendo da parte pregiudizi e improbabili wishful thinking:

la sessualità agita e vissuta è una parte fondamentale dello sviluppo di una personalità; finché non ne hai esperienza solida, non sai bene chi sei e tantomeno sai chi è la tua partner;
il motivo è, sarebbe, ovvio, se ci pensi con onestà: quando sei molto giovane e insicuro, provi attrazione per determinate personalità su cui proietti certe aspettative, e questo avviene in una modalità inconsapevolmente "economica", perché quelle insicurezze pesano molto: magari piace una ragazza molto bella e corteggiata, ma il timore della competizione spinge ad interessarsi ad una meno avvenente, perché si crede di esercitare più controllo e si allontana lo spettro dell'abbandono; e quella fa lo stesso calcolo con te; altra cosa tipica, soprattutto delle ragazze, ma non solo, è che dapprima si teme il sesso, perciò ci si orienta verso un partner molto tenero, poco aggressivo e sicuro, in quella necessaria fase in cui ci si regalano i pelouche;

ma quelle personalità non sono formate; è ovvio che la sessualità agita cambia tutte le carte in tavola a livello psicologico, e non solo nell'ambito del sesso in sé, ma per tutti i portati imponderabili di quella circostanza di intimità:
a volte le insicurezze si stemperano e c'è un effetto psicanalisi, positivo, di liberazione di tanti aspetti irrisolti della propria personalità e di quella del partner: quell'intimità è felice e genera fiducia, sicurezza e capacità di comunicare; ci si sente capiti anche in quegli aspetti che si teme potrebbero essere giudicati male, e questo spinge anche a migliorarsi;

spesso però le insicurezze si rafforzano o le cose prendono una piega asimmetrica, che piano piano allontana i due; quel ragazzo timido e dolce, scomparsa la paura diventa un mollacchione dipendente; magari gli si vuol bene, però non è il padre per i propri figli, ma un figlio eterno in cerca di una mamma;

o quella ragazza timida e spaventata alla fine si presta ad una relazione matrimoniale sessuata vissuta come un male necessario, per non sentirsi diversa o zitella, ma poi resta distante in quel continuo braccio di ferro nevrotico per evitare di togliersi una corazza;

o entrambi covano reciproco rancore perché avvertono di essere seconde o terze scelte: hai scelto me perché eri insicur* e pensavi di potermi controllare, in quanto sfigat*; questo in effetti è il motivo per cui, una volta istituzionalizzate col matrimonio, tante persone cadono di fronte al primo sbatter di ciglia della collega d'ufficio, che ti vuole in cambio di nulla; è ovvio:
se la coppia originaria, prima di impegnarsi, non ha passato quei due annetti canonici in cui ci si dimentica a che servono le mutande e si diventa davvero intimi e complici, quella gratuità gioiosa che ti offre il "terzo" resterà per sempre un convitato di pietra che nevrotizza la relazione e assorbe una quantità infinita di energie;

la scienza, l'etologia e l'antropologia, ci dicono che siamo per natura monogami seriali; siamo spinti ad accoppiarci con partner diversi ogni 4 anni circa - il tempo in cui si concepisce e la prole è in grado di camminare e mangiare da sola - per poi ripetere il cursus e variare il pool genetico della prole, poiché questo aumenta le probabilità di avere una discendenza sana;

cioè, un "matrimonio" è già una sfida contro-natura di per sé; infatti, è un istituto che, significativamente, non esiste in natura e lo devi disciplinare con la legge, altrimenti l'istinto ti farebbe "sposare" 7, 8 volte, come spesso avviene in altre culture e tra chi ne ha facoltà economiche: gli agiati degli ambienti più liberi, questo fanno; gli altri, più discreti, hanno amanti, come sempre ne hanno avuti re e potenti;

il succo del tutto è che tu puoi fantasticare su quel che ti pare, proporre e piagnucolare su quello che credi, ma la realtà del mondo è che le donne possono decidere di non avere figli, e quindi quel modello di famiglia, coi suoi "carismi", è finito per sempre;

puoi restare lì a fare il Solone, oppure prendere atto della cosa ed essere pronto a capire l'inevitabile prospettiva diversa in cui vivono i tuoi figli e la loro generazione, e che se fanno le cose diversamente da te o da come vorresti che facessero, non per questo sono infelici o "sbagliati".
Come si fa a capirsi, Axe? Almeno su un punto. Quando Gesù Cristo dice che è possibile, che è bello, che è secondo il piano di Dio "che i due diventino una carne sola, per sempre!" secondo te sta facendo come Solone?
E traslando dalla Religione alla Sociologia, quando ci innamoriamo di una persona, non desideriamo NATURALMENTE l'esclusività? Che sia solo per noi e per sempre? Possiamo almeno partire da questo? Voglio dire che c'è una saggezza profonda. Sia nelle Parole di Cristo e sia nei nostri Sentimenti di base, naturali. Non si tratta di negare niente, tantomeno la Sessualità, dono stupendo di Dio, comunicazione, dialogo, conoscenza reciproca....
Si tratta di rispettarla, di incanalarla in percorsi molto superiori alla semplice "prova" di crescita. Scoprirla e gustarla a piccoli sorsi, gradatamente. Non abbuffandosi forsennatamente, generando spesso ansie e smarrimento
Gli esperti, gli studiosi del problema, gli psicoterapeuti dell' età giovanile, certo non stanno semplicemente piagnucolando....