Originariamente Scritto da
axeUgene
con le idee che esponi e, soprattutto, l'umore che comunichi, molto difficilmente;
prima di tutto, non c'è alcuna gioia in quello che trasmetti; susciti anche tanta umana comprensione, solidarietà per l'angoscia da cui sembri attanagliato; una cosa comprensibile, ma che si adatta male al ruolo di indicare una luce;
la vita è guidata non da un indefinito "amore", come ti spertichi a dichiarare, ma dal desiderio;
si fanno figli perché il sesso è piacevole; si inventa la ruota e tutto il resto per il desiderio di faticare di meno e avere più tempo libero per attività piacevoli, desiderate; si fanno le rivoluzioni per la libertà, e le guerre per difenderla;
la tua filosofia, al contrario, diffida e teme il desiderio, lo vuole continuamente limitare, imbrigliare, codificare; la religione fa questo, e perciò ti ci ritrovi;
anche la legge fa questo, limita i desideri, però - almeno in democrazia - solo nella misura necessaria a consentire agli altri di perseguire i propri;
ma chi non ama il desiderio altrui, lo censura come stato umorale, sarà sempre veicolo di oscurità e "captivo", prigioniero dell'infelicità che comunica; la letteratura e il teatro sono pieni di questa tipologia umana di censori, spesso più disprezzata e odiata degli stessi cattivi a tutto tondo perché in fondo esprime la più ignobile delle emozioni negative, e cioè l'invidia;
si possono aiutare i giovani solo se si è sorridenti e pacificati, se si accetta la nozione di farsi da parte e dare fiducia e responsabilità; ma con quelle idee che tutto quello che è diverso è degrado, disperazione, che quanto era meglio prima, oggi è tutto sbagliato - come se ieri fosse il paradiso, mentre faceva ca'à... - che luce vuoi portare ?
il punto è questo, e vale per tutti gli aspiranti guru, papi, autorità morali varie; chi trasmette angoscia, invidia, sospetto, volontà di potere, trasmette infelicità e può essere ascoltato e seguito solo da altri infelici, per cercare di rendere tali tutti gli altri.