
Originariamente Scritto da
axeUgene
qui, in effetti, il rischio è fraintendere la "quantità" per la "qualità"; cioè, l'intensità - estremismo - per il modulo di pensiero; e questo, forse inconsapevolmente nel caso di Cono, è un raffinato trappolone:
perché suggerisce che il punto è il troppo, l'estremismo, anziché il "cosa"; puntualmente, arriva il cattolico "aperto" e tutti lì ad entusiasmarsi; ma quello alla fine ti ripresenta la stessa minestra con un condimento un po' diverso; salvo che poi ti ritrovi a discutere di questioni acquisite da mezzo secolo, tipo la 194 o addirittura la contraccezione, oltre alla perorazione della famiglia tradizionale e la censura dell'"egoismo" di chi persegua altro;
il guaio di questa cosa non è lo scandalo perché si tratta di posizioni antipatiche, ma la nebbia che si crea attorno a ciò su cui si dovrebbe riflettere; un esempio:
io non ho figli, per determinate circostanze; ma non sono affatto contento della denatalità; ovviamente, non la censuro sotto il profilo morale delle scelte individuali, ma non lo trovo un segnale di salute e felicità sociale, in questo d'accordo con Cono;
ma se accetto quella scala di valore in cui Cono colloca la sua idea all'estremo in effetti non esco dal suo modello relazionale e non produco nulla di rilevante in termini di ideologia della famiglia, che comunque ci deve essere, come sistema che regola i rapporti tra le persone in modo che siano vivibili, con tutti i pregressi necessari in termini di educazione;
infatti - quello che Cono fraintende degli "esperti" - una declinazione scomposta delle libertà, senza ideologia, produce disorientamento e stallo, più che modalità serene di gestione dei conflitti r5elazionali ed educativi;
mo', c'è anche gente che in mille modi se la cava e riesce a trovare modi decenti; però una gran quantità di persone, di tutti i ceti e gradi di istruzione, in effetti non ha troppe chiavi di lettura di quello che gli succede, per gestire le cose al meglio quando capitano.