i calabresi hanno capito tutto, con a megghiu parola è kiddha c' non si rici
ma funziona così anche in musica; tante raffinatezze sono omissioni che costringono il cervello a riempire, quindi capire e partecipare.
i calabresi hanno capito tutto, con a megghiu parola è kiddha c' non si rici
ma funziona così anche in musica; tante raffinatezze sono omissioni che costringono il cervello a riempire, quindi capire e partecipare.
c'� del lardo in Garfagnana
c'� del lardo in Garfagnana
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
Come sempre, Jalaluddin Rumi si può interpretare in due modi.
Uno come maestro dell'amore mortale e l'altro come estatico narratore dell' amore mistico.
Non c'é costrizione, ognuno legge con i propri occhi.
Va bene, e poi non ho saputo rinunciare a una foto di accompagnamento scattata poco fuori Trapani...
“Scelgo di amarti in silenzio…
Perché nel silenzio non trovo rifiuto,
Scelgo di amarti in solitudine…
Perché nella solitudine nessuno ti possiede tranne me,
Scelgo di adorarti da lontano…
Perché la distanza mi proteggerà dal dolore,
Scelgo di baciarti nel vento…
Perché il vento è più gentile delle mie labbra,
Scelgo di tenerti nei miei sogni…
Perché nei miei sogni non hai fine.”
― Rumi
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Aut hic aut nullubi
Vi ringrazio per la vostra collaborazione nell’evoluzione del thread.
Buon pomeriggio King.
La medievale poesia dell’ulama (o ulema) Gialal al-Din Rumi mi piace molto.
“Scelgo di amarti in silenzio…
perché nel silenzio non trovo rifiuto.
Scelgo di amarti in solitudine…
perché nella solitudine nessuno ti possiede tranne me.
Scelgo di adorarti da lontano…
perché la distanza mi proteggerà dal dolore.
Scelgo di baciarti nel vento…
perché il vento è più gentile delle mie labbra,
Scelgo di tenerti nei miei sogni…
perché nei miei sogni non hai fine”.
(Gialal al-Din Rumi)
King, debbo confessarti che questa poesia mi evoca gli amori virtuali.
Varie volte Cupido mi ha colpito con le sue frecce. Mi sono virtualmente “infatuato” di ladies con le quali ho scambiato un flusso di parole dense di confidenze ed interessi intellettuali che mi hanno suscitato il feeling, emotivamente intrigante.
Se l'intesa diventa coinvolgente, perché la parola suggestiona, ci si può auto ingannare con le proprie proiezioni sull’altra o idealizzando l’interlocutrice, che il tempo può disconfermare con un più lungimirante disincanto.
La comunicazione virtuale permette lo scambio di opinioni, di esternare i propri problemi, sentimenti, aspirazioni. Se il dialogo è sincero si riesce ad entrare in sintonia con l'altra.
Può nascere l’infatuazione oppure un’amicizia, più o meno durevole.
Ci vuole capacità di ascolto, discrezione, confidenza, empatia, condivisione.
Ma le affinità che crediamo di riscontrare virtualmente nell'altro/a sono soltanto nostre proiezioni come nella vita reale ?
On-line possono nascere le infatuazioni, ma per l’attrazione occorre conoscersi di persona. L’aspetto fisico ha un ruolo determinante.
Il corteggiamento virtuale può servire per l’approccio ma se manca l'attrazione fisica c'è poco da fare. Invece nell'incontro in ambiente reale lo sguardo si sofferma sull’aspetto esteriore, sulla bellezza corporea.
Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman nel suo libro “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi” dice che i legami li stiamo sostituendo con le “connessioni” ed “Ogni relazione rimane unica: non si può imparare a voler bene”. Si cercano nuove storie d’amore motivati dal “ bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame".
comincia con una sequenza di note in La min, per poi approdare a questo Fa semidiminuito, che non è in chiave, per poi arrivare al tensivo V° grado di La min, Mi maggiore 7 e restare sospeso; poi la cosa si ripete a distanza di terze, per tutta l'opera;
il punto sarebbe:
a'ro èsc mo' a chist' Fa semidiminuito che carica ancora di più di tensione il tutto ? qualcuno dice che è l'inizio della Modernità in musica;
la mia tesi è che in origine l'avesse pensato come un VII° grado della chiave, cioè Sol b; già tensivo, parente del Mi; poi lo ha sostituito col tritono, ancora più tensivo, Do 7; e a quel punto ha tolto la tonica, e se togli la tonica a un 7/9 ti viene fuori proprio quel Fa semidim; perché altrimenti sarebbe comunque male scritto per le regole dell'armonia, ed è difficile che Riccardino abbia fatto sta cosa.
c'� del lardo in Garfagnana
Buon pomeriggio Lady Hawke, Mi piace “Il suono del silenzio”, testo cantato da Simon e Garfunkel. Purtroppo nella traduzione in lingua italiana quelle parole perdono molto del loro lirismo.
Nel libro titolato “Alexis o il trattato della lotta vana” la famosa scrittrice Marguerite Yourcenar scrisse: “Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio, il mistero del silenzio che cerca di esprimersi”.
Ciao Axe, dicono che i proverbi sono la saggezza dei popoli. Quello che hai postato in dialetto calabrese è un aureo esempio: “a megghiu parola è kiddha c' non si rici”.![]()
Visto che si parla di silenzio e note mancanti nella musica, il silenzio dello spazio riempito dalla musica!
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple