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Discussione: Solitudine per inutilità?

  1. #1

    Solitudine per inutilità?

    In un altra discussione si é introdotto il tema della "solitudine"e come colpisca gli anziani, i "vecchi". Studi e servizi giornaltv a tuttandare sui "vecchi abbandonati".
    Che io sappia, finora, nessuno studio ha esaminato la correlazione tra "solitudine" e "invecchiamento demografico". Probabilmente perché "invecchiamento demografico" é qualcosa di definibile e quantizzabile, mentre "solitudine" resta piuttosto vago e difficilmente parametrabile.
    Ci sono due aspetti che penso rilevanti:
    1) Le risorse (in senso lato) che la Società deve destinare ai "vecchi", e che quindi non puo' utilizzare altrove, sono in forte aumento,. Questo aumento non é proporzionale linearmente con l'età media, ma esponenziale (>1)
    2) Il "valore" dell' anzianità, inteso come "memoria ed esperienza contruttiva" é in diminuzione, esponenziale anche essa, con esponente anche lui >1, ma negativo.
    Tanto maggiore, quanto maggiore é l'evolueione tecnologica. Possiamo dire che il "valore", per la Società, dell'esperienza di un anziano é praticamente nullo.
    E questi due aspetti danno luogo ad un probleme di cui "la solitudine" é solo un aspetto. E , forse, nemmeno il più importante. Salvo come "Segnale d'allerme".
    Il "Sistema Umanità", col suo scopo primario di "Sopravvivenza del Genere Umano", é in crisi: spreca risorse.
    "Spingere all'eternità individuale" é "Spingere alla distruzione del Genere".
    Obbiettivo "Speranza di vita: 40 anni" come ai bei tempi pre-capitalistico-industriali?
    Vassapé.

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    In un altra discussione si é introdotto il tema della "solitudine"e come colpisca gli anziani, i "vecchi".

    Carissimo, il tuo ragionamento è giusto in via di principio, ma non riguarda solo gli anziani, riguarda un po' tutti, e soprattutto i giovani. Se hai mettiamo 75 anni riesci a fare fronte alla solitudine perché conosci bene la vita. Le corti le hanno solo i re e gli imperatori, fattene una ragione. Ma ti dirò che ad esempio vivere in mezzo alla gente, magari frequentando ritrovi sociali o altro mi pare abbastranza triste. E allora che fare, per vincere la solitudine? Io proporrei di trovare un proprio equilibrio interno, insomma un saper dialogare con sé stessi al di là di luoghi come anche le Chiese o i circoli di partito.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Studi e servizi giornaltv a tuttandare sui "vecchi abbandonati".

    Non sono abituato a dare molto credito alle inchieste dei media.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Che io sappia, finora, nessuno studio ha esaminato la correlazione tra "solitudine" e "invecchiamento demografico". Probabilmente perché "invecchiamento demografico" é qualcosa di definibile e quantizzabile, mentre "solitudine" resta piuttosto vago e difficilmente parametrabile.

    La solitudine io la defnirei come mancanza di quello stato beatifico che precede il parto. Già questo, dico il "parto", il "venire al mondo" comporta uno sforzo. I Greci antichi dicevano che sarebbe stato meglio non essere mai nati. Io in questa asserzione mi ci ritrovo.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Ci sono due aspetti che penso rilevanti:
    1) Le risorse (in senso lato) che la Società deve destinare ai "vecchi", e che quindi non puo' utilizzare altrove, sono in forte aumento,. Questo aumento non é proporzionale linearmente con l'età media, ma esponenziale (>1)

    E questo che c'entra colla solitudine?

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    2) Il "valore" dell' anzianità, inteso come "memoria ed esperienza contruttiva" é in diminuzione, esponenziale anche essa, con esponente anche lui >1, ma negativo.

    Sono decenni che gli anziani vengono consideraticome un peso, non siamo nati ieri.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Tanto maggiore, quanto maggiore é l'evolueione tecnologica. Possiamo dire che il "valore", per la Società, dell'esperienza di un anziano é praticamente nullo.

    Il problema è che i giovani delle dritte che potrebbero dargli gli anziani se ne fregano, ma d'altra parte gli anziani forti della propria esperienza di vita se la ridono delle cavolate che, per ignoranza della vita, i giovani combinano.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    E questi due aspetti danno luogo ad un probleme di cui "la solitudine" é solo un aspetto. E , forse, nemmeno il più importante. Salvo come "Segnale d'allerme".

    La solitudine deriva come dici tu, da una scarsa conoscenza delle dinamiche della realtà. A ciò potrebbe sopperire la saggezza degli anziani, ma tu vedi bene che questo della interazione "giovani/anziani", non esiste o per l'uno o per l'altro motivo.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Il "Sistema Umanità", col suo scopo primario di "Sopravvivenza del Genere Umano", é in crisi: spreca risorse.

    E questo che c'entra con sollitudine? Per risolvere il problema che poni bisognerebbe soltanto piantare 10 alberi dove ne manca 1.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    "Spingere all'eternità individuale" é "Spingere alla distruzione del Genere".

    Questa non l'ho capita tanto.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Obbiettivo "Speranza di vita: 40 anni" come ai bei tempi pre-capitalistico-industriali?
    Vassapé.
    se mi permetti ti rassicuro: ai 40 anni e oltre ci arrivano quasi tutti.

  3. #3
    Una società di "vecchi" é soggetta alla "solitudine", fisica e psicologica, molto di più di una società di "giovani".
    Una società di "vecchi" ha un costo molto maggiore di una società di "giovani". E la "vita" di un vecchio é pressoché priva di "valore aggiunto" per la società.
    Tutto il mio discorso é da interpretare in questa ottica.
    Aggiungo che (per me) l'unica "Legge" di Natura esistente é la legge di sopravvivenza individuale, orientata al fine di "perennizzare" la specie. La sopravvivenza individuale spinta all'estremo, consuma risorse crescenti, senza contropartita, tanto da rendere impossibile la perennizzazione della specie.
    La conclusione (provocatoria) é che la speranza di vita del singolo dovrebbe essere non più dei 72 e passa anni odierni (mondiale. Italia é oltre 80), ma dei 40 del bel tempo che fu.
    Madre Natura troverà certo una soluzione al problema.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Una società di "vecchi" é soggetta alla "solitudine", fisica e psicologica, molto di più di una società di "giovani".
    No, caro. Gli anziani vogliono solo stare tranquilli perché la loro vita l'hanno vissuta, e se hanno una certa età stai sicuro che se la passano bene, perché ripeto: hanno maturato mecceanismi antisolitudine che li rendono immuni al problema. Insomma hanno imparato a "ridere" della vita con annessi e connessi.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Una società di "vecchi" ha un costo molto maggiore di una società di "giovani". E la "vita" di un vecchio é pressoché priva di "valore aggiunto" per la società.
    Sta di fatto che i vecchi vanno in pensione il più tardi possibile e i giovani fanno la fame perché non trovano lavoro. Chi sta meglio, giovani o vecchi?

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Tutto il mio discorso é da interpretare in questa ottica.
    Un'ottica sbagliata.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Aggiungo che (per me) l'unica "Legge" di Natura esistente é la legge di sopravvivenza individuale, orientata al fine di "perennizzare" la specie. La sopravvivenza individuale spinta all'estremo, consuma risorse crescenti, senza contropartita, tanto da rendere impossibile la perennizzazione della specie.
    Perennizzare la specie, come dici tu, vuol dire non sostituire i giovani ai vecchi come rimpiazzo in attesa della dipartita dei non più abili al lavoro, ma proprio eliminare cose come la "vecchiaia e la morte". Non so se è chiaro. Perennizzare "l'idea" di specie non equivale a perennizzare concretamente la specie, cioè senza perdite e conseguenti rimpiazzi, se no non perennizzi niente.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    La conclusione (provocatoria) é che la speranza di vita del singolo dovrebbe essere non più dei 72 e passa anni odierni (mondiale. Italia é oltre 80), ma dei 40 del bel tempo che fu.
    Ma se si tenta di allungare sempre più la durata media della vita è proprio per giungere a quella perennizzazione di cui parli tanto. non capisco il ragionamento.

    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Madre Natura troverà certo una soluzione al problema.
    La soluzione la deve trovare l'uomo e non Madre Natura, e non per accorciare ma per allungare la vita media.

  5. #5
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    In un altra discussione si é introdotto il tema della "solitudine"e come colpisca gli anziani, i "vecchi". Studi e servizi giornaltv a tuttandare sui "vecchi abbandonati".
    Che io sappia, finora, nessuno studio ha esaminato la correlazione tra "solitudine" e "invecchiamento demografico". Probabilmente perché "invecchiamento demografico" é qualcosa di definibile e quantizzabile, mentre "solitudine" resta piuttosto vago e difficilmente parametrabile.
    Ci sono due aspetti che penso rilevanti:
    1) Le risorse (in senso lato) che la Società deve destinare ai "vecchi", e che quindi non puo' utilizzare altrove, sono in forte aumento,. Questo aumento non é proporzionale linearmente con l'età media, ma esponenziale (>1)
    2) Il "valore" dell' anzianità, inteso come "memoria ed esperienza contruttiva" é in diminuzione, esponenziale anche essa, con esponente anche lui >1, ma negativo.
    Tanto maggiore, quanto maggiore é l'evolueione tecnologica. Possiamo dire che il "valore", per la Società, dell'esperienza di un anziano é praticamente nullo.
    E questi due aspetti danno luogo ad un probleme di cui "la solitudine" é solo un aspetto. E , forse, nemmeno il più importante. Salvo come "Segnale d'allerme".
    Il "Sistema Umanità", col suo scopo primario di "Sopravvivenza del Genere Umano", é in crisi: spreca risorse.
    "Spingere all'eternità individuale" é "Spingere alla distruzione del Genere".
    Obbiettivo "Speranza di vita: 40 anni" come ai bei tempi pre-capitalistico-industriali?
    Vassapé.
    Innanzitutto a che età oggi si diventa anziani?
    65 anni? Di più?
    No perchè l'asticella mi sembra si stia spostando sempre più avanti e viviamo in una società che vorrebbe vivere "per sempre", la vecchiaia con i suoi limiti è qualcosa di negativo, bisogna essere in salute e attivi fino a cent'anni almeno, i tempi per il pensionamento tendono ad allungarsi proprio perchè la popolazione di anziani supera quella dei giovani.
    Quindi la tendenza ad uscire sempre più tardi dal mondo del lavoro e quindi la tendenza a far sembrare e sentirsi ancora ragazzini anche oltre i 60 anni, un'immagine di boomer ancora attivi, pimpanti che frequentano social, palestre, ballano nelle discoteche, apericena ecc...si vestono da ragazzini.
    Per carità è giusto mantenersi attivi altrimenti la salute ne risente prima ma bisogna prendere atto che comunque, il fisico, le arterie, il cuore, cervello ecc...invecchiano non possono essere pari a 30-40 anni.
    Immagini di "giovinezza" che a volte si scontrano con la realtà di acciacchi e malattie, perchè, si lo spirito può anche essere giovane ma se la salute non ti assiste...erediti patologie famigliari, perchè comunque il corpo invecchia, gli organi si usurano, ti ritrovi a fare la fila tra ambulatori, ospedali per la revisione annuale, e a pigliarti un sacco di pasticche per tirare avanti.
    Diciamo che dopo i 65 anni un bel po' di persone si trovano a pesare sul sistema sanitario, vuoi per patologie, visite ed esenzioni.
    Frequentando spesso per salute ospedali ed ambulatori, in questo periodo vedo un sacco di anziani e un po' meno anziani ricorrere a prestazioni sanitarie per le varie patologie.Io ho iniziato prima a pesare sul sistema sanitario
    Se l'immagine legata all'anziano è di peso per la società che valore vuoi che si dia?
    Certo poi che se una persona non si sente più utile finisce per isolarsi o soffrire di solitudine.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  6. #6
    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    Un'ottica sbagliata.


    Possibile


  7. #7
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    La conclusione (provocatoria) é che la speranza di vita del singolo dovrebbe essere non più dei 72 e passa anni odierni (mondiale. Italia é oltre 80), ma dei 40 del bel tempo che fu.
    Madre Natura troverà certo una soluzione al problema.
    Madre natura aveva trovato il modo di regolare la sopravvivenza eliminando soprattutto anziani e fragili, ad esempio in tempo di COVID, ma l'uomo che tende alla sopravvivenza e vita eterna ci ha messo lo zampino costringendo a isolamento e lockdown, vaccinazioni per l'intera popolazione, obbligando giovani e bambini a "reclusione" forzata.

    Adesso si spera nelle guerre o se non funziona...il meteorite
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  8. #8
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    Esistono diversi tipi di solitudine:

    emotiva: la percezione di una mancanza di relazioni significative, compresi i legami intimi;

    sociale:
    consapevolezza che la propria rete di relazioni sociali è carente: è una valutazione personale sul divario tra quanti contatti sociali desideriamo e quanti ne abbiamo;

    esistenziale: percezione che la propria vita abbia poco significato o scopo, indipendentemente dalla presenza di amici o relazioni intime.

    La solitudine è in relazione con alcune variabili: l’età, l’appartenenza di genere, il contesto socio-culturale ed economico, lo stile di vita quotidiana.

    Diversa è l’esperienza della solitudine di un uomo o di una donna che si sono separati dopo anni dopo anni di vita in comune o che sono rimasti vedovi.

    Alla base c’è un elemento: “scelta” contro “non scelta”. Infatti la solitudine può essere voluta o, al contrario, subìta, con conseguente adattamento passivo.

    La solitudine “scelta” è positiva perché diventa il mezzo attraverso il quale ci poniamo in rapporto con il nostro mondo e possiamo elaborare possibili strategie di comportamento e di azione.

    E’ proprio il saper stare dentro la solitudine che ci permette di decentrare lo sguardo, di vedere diversamente noi stessi oppure una situazione o un problema. Questa modalità è diversa dalla solitudine che si vive per “non scelta”, quella subìta, negativa, che chiude e genera sofferenza, isolamento sociale o auto-isolamento.
    Ultima modifica di doxa; 26-10-2024 alle 16:41

  9. #9
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    Mia sorella, vedova, è la presidente di un circolo anziani, denominato "Filo d'argento". E' una donna super attiva. Organizza per loro viaggi, attività ludiche, sportive. Con l'aiuto economico del Comune coinvolgono anche gli emarginati sociali, rari. Di solito sono uomini e donne in "quiescenza" dopo la vita lavorativa.
    Del folto gruppo numerose donne sono vedove. Vedovi pochi. Carlino da che dipende ?


    Perdere il coniuge, specialmente negli anziani, è una delle esperienze più dolorose. Non avere più accanto la persona con cui si è trascorsa tutta la vita è difficile da superare, in particolare in età senile.

    Da aggiungere che i vedovi anziani sono più esposti al declino cognitivo.


  10. #10
    La "solitudine" alla quale faccio riferimento é piuttosto il fatto fisico di "esser soli", che comporta, inevitabilmente, il mix dei tre che citi.
    Perché le donne vivono di più? Non é il posto per la scontata battutaccia che "non devono sopportare la moglie", quindi non la faccio
    Probabilmente Madre Natura le ha fatte più forti, perché devono "faticà" per noi e sopravvivere per accudirci, fino alla fine .
    Vassapé
    Ultima modifica di restodelcarlino; 27-10-2024 alle 09:38

  11. #11
    Io ricordo una coppia di miei vicini, molto anziani, una coppia vecchio stile tipo si prendevano per mano, lui apriva la portiera della macchina a lei per farla salire o scendere e a volte ancora si baciavano "in pubblico", casa loro eh... in giardino.
    Beh, lui dirigente all'agenzia delle entrate-uff. finanziari di Verona e lei insegnante, entrambi in pensione. Non ho mai saputo se avessero figli. Se li avevano di sicuro abitavano molto lontani.
    Ad un certo punto lei si ammala, demenza senile.
    Decidono di vendere casa e se ne vanno in una casa di riposo (quelle con gli appartamentini interni) sul lago di Garda.
    Lo scorso anno lei è morta... dopo 4 mesi è morto lui.
    Crepacuore, hanno detto i medici, se ne stava sempre da solo e non ha più voluto vedere nessuno.
    Si sentiva inutile? Non lo so.
    Di certo amava molto sua moglie.
    "Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

  12. #12
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    Carlino il topic langue, ha bisogno dell’elettrostimolazione.

    O. K., spesso la solitudine coinvolge l’anziano/a, può dipendere dalla sua capacità di instaurare proficue relazioni sociali, se ha o meno gli affetti parentali, se ha problemi economici.

    Chi ha una pensione medio – alta di solito sa come cavarsela.

    Quando parliamo di anziani, o meglio di vecchi, è sempre in termini di dipendenza dagli altri, di ciò che non riescono più a fare da soli. Mai dal punto di vista della vitalità, del desiderio, anche sessuale.

    A volte, senza volerlo, sono loro stessi a rallentare la costruzione delle relazioni sentimentali..., si ritirano dal “mercato della seduzione”, dalla sessualità, e facilitano l’autoemarginazione.

    Nella terza e quarta età la sessualità, soprattutto parlata ma non praticata, aleggia sui corpi.

    Il cantautore Franco Battiato nel 1983 cantava “La stagione dell’amore” e diceva che “i desideri non invecchiano, quasi mai, con l’età".

    Adesso vi faccio leggere un articolo pubblicato il 22 luglio 2022 sull’inserto “Corriere Salute” nel Corriere della Sera.

    “Com’è il sesso dopo i 50 anni? (per le donne e per gli uomini)”.

    “Una sana vita sessuale fa bene a tutte le età. L’ultima conferma arriva da uno studio dell’Anglia Ruskin University inglese (Cambridge), pubblicato sulla rivista Sexual Medicine. I ricercatori hanno analizzato i dati di 6.879 adulti con un’età media di 65 anni: gli uomini e le donne che avevano dichiarato di fare sesso con il partner nei 12 mesi precedenti attribuivano al proprio benessere generale (nel testo enjoyment of life, letteralmente godimento per la vita) un punteggio superiore rispetto ai coetanei che non avevano rapporti intimi. «Precedenti ricerche avevano suggerito che frequenti rapporti sessuali sono associati a una serie di vantaggi per il benessere psicologico e fisiologico - ha detto Lee Smith, a capo dello studio -, con una migliore qualità della vita e della salute mentale e un minore rischio di alcuni tumori ed eventi coronarici fatali. I professionisti della salute dovrebbero riconoscere che gli anziani non sono asessuati e che una vita sessuale attiva e priva di problemi in questa popolazione è correlata a un maggiore benessere». Secondo gli autori dello studio, donne e uomini dopo i 60 hanno modi diversi di vivere la sessualità: per le prime gli ingredienti della salute sono principalmente coccole e tenerezza, i secondi traggono beneficio psico-fisico dai rapporti sessuali completi.


  13. #13
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Carlino il topic langue, ha bisogno dell’elettrostimolazione.

    mi sa del necroforo, piuttosto

  14. #14
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Il fenomeno che descrivi dipende dai mutamenti della struttura sociale e - scusate se mi ripeto - dal mutamento dell condizione femminile. Un tempo gli anziani vivevano con le famiglie dei figli e la loro cura era demandata alle figlie o alle nuore, casalinghe. Questo era un potentissimo ammortizzatore sociale, il problema dell solitudine non esisteva, o esisteva solo per i pochi senza famiglia. Non era raro trovare anche chi accudiva gli anziani zii celibe o nubili, in cambio dell'eredità, s'intende Se ci pensate, anche la scelta politica di mandare in pensione prima le donne aveva questa funzione sociale. Oggi vediamo una specie di corto circuito: si fanno figli più tardi, quando cominci ad aver bisogno del loro aiuto i figli ancora lavorano, la convivenza tra generazioni diverse è mal tollerata (anche da me, lo confesso ) quindi gli anziani si trovano soli.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  15. #15
    Citazione Originariamente Scritto da nahui Visualizza Messaggio
    Il fenomeno che descrivi dipende dai mutamenti della struttura sociale e - scusate se mi ripeto - dal mutamento dell condizione femminile. Un tempo gli anziani vivevano con le famiglie dei figli e la loro cura era demandata alle figlie o alle nuore, casalinghe. Questo era un potentissimo ammortizzatore sociale, il problema dell solitudine non esisteva, o esisteva solo per i pochi senza famiglia. Non era raro trovare anche chi accudiva gli anziani zii celibe o nubili, in cambio dell'eredità, s'intende Se ci pensate, anche la scelta politica di mandare in pensione prima le donne aveva questa funzione sociale. Oggi vediamo una specie di corto circuito: si fanno figli più tardi, quando cominci ad aver bisogno del loro aiuto i figli ancora lavorano, la convivenza tra generazioni diverse è mal tollerata (anche da me, lo confesso ) quindi gli anziani si trovano soli.

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