
Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, io non ho certo dato quell'interpretazione; questo lo fai tu, assimilando la teoria all'idea pissera che se ne fa l'uomo della strada; ho solo esemplificato l'ovvio, e cioè che se sali in cima ad una rupe non ti viene da lanciarti a braccia aperte;
vedo che continui ad equivocare, perché ti rapporti ad un'idea da analfabeti della disciplina; faccio prima a riepilogarti un corso parzialissimo delle cose:
a) fino a Freud, poi Jung, Adler, ecc... - e anche per tanti decenni dopo - la mentalità corrente era: l'uomo non è una bestia; se ha una pulsione, tipo trombarsi la ragazza in treno, interviene l'etica, Dio, o quello che l'analisi chiama il super-io, ecc... e le cose si sistemano, inibendo la pulsione; il tutto finisce lì;
è il punto di vista che Cono ci illustra ogni giorno, e la mentalità comune anche di fronte a tante patologie davvero determinate dal soma, come le depressioni primarie; fai uno sforzo di volontà !
b) Freud, che era medico, quindi orientato al soma, incidentalmente si è trovato di fronte a comportamenti eccentrici, nell'ambito di un circoscritto ambiente borghese, urbano, istruito ed elitario; la sua osservazione dei fenomeni che qui tralascio, lo ha portato a considerare un aspetto - tra i molti altri che qui metto da parte, sia chiaro, gli stati della coscienza, ecc... - che la morale comune trascurava, e cioè:
lo sforzo di contenere gli impulsi implica un dispendio di energie psichiche che non è privo di conseguenze nell'equilibrio di una persona, a seconda di quanto è forte e importante la pulsione; nei casi più eclatanti, la psiche si protegge secondo varie modalità tipiche;
c) fino alla IIa Guerra mondiale, la prassi è rimasta confinata ad ambienti elitari, poche migliaia di pazienti, e guardata con comprensibile e giustificato sospetto dalle scienze contigue - questo sì che è il vecchio; nonché, ovviamente, ferocemente osteggiata da tutte le morali religiose coalizzate, per motivi che puoi facilmente intuire o osservare;
dopo la guerra, però, sono successe due cose importanti: i) una massa enorme di persone traumatizzate; ii) una società che a causa dell'equilibrio nucleare si è progressivamente demilitarizzata a livello di massa, con la conseguenza di un allentamento generale dei modelli morali di autorità che ingabbiavano le identità nel vecchio modello della pulsione come colpa/peccato, da reprimere e basta, e negli anni 40 infatti è nata tutta quella generazione che in Occidente ha fatto la rivoluzione del costume, Beatles, 68, femministe, ecc...
ma già negli anni 50, solo per fare un esempio, nell'America bigotta e puritana Masters e Johnson hanno rivelato che il privato delle persone era molto più evoluto rispetto alla morale su uno dei pilastri dell'istintività, quello della libido; l'altro è l'aggressività;
d) a partire dagli anni 60, la prassi analitica è diventata di massa, con una crescita esponenziale dei casi osservati, e pure valutati dalle scienze contigue; è solo a quel punto che la robustezza del modello è stata messa alla prova, e - con tutte le raffinazioni possibili - il sistema si è dimostrato "forte" nei suoi fondamenti concettuali;
da quel momento in poi, nessuna disciplina del sovrainsieme delle psicologie, o contigua ha più contestato la dinamica generale su cui si fonda la teoria;
la vera critica ricorrente alla psicanalisi che torna puntuale, magari in un paziente condiviso, è sull'opportunità di un intervento terapeutico in relazione alla soglia di sofferenza e/o disfunzionalità di quello;
in altre parole, sulla definizione funzionale di normalità; questo perché evidentemente il confine è labile e, questo sì, ampiamente discutibile: chi stabilisce quanto è da considerarsi patogena l'autorità educativa dei genitori in un dato contesto ? solo per dirne una...
gli analisti ben preparati ed inquadrati nella professione nella quasi totalità sono soggetti ad una deontologia che impone loro un limite alla necessità terapeutica e di sganciarsi nel momento in cui l'obiettivo è conseguito, anche - spesso - contro la volontà del paziente stesso, che in quella fase viene guidato al distacco e all'indipendenza;
ovviamente, si verificano anche alcuni abusi; ma questo avviene anche nella medicina, con oncologi certificati che ti somministrano la tisanina contro la neoplasia al fegato; non è che questo scredita la prassi e la professione medica.