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Ho preso tre libri (di cui uno mi deve ancora arrivare): due sono imperniati sulla psicologia delle donne, in particolare uno è stato scritto da una mia amica, Elena Cerkvenic, e s’intitola “Sono schizofrenica ed amo la mia follia “. Quelle che mi colpiscono in questo libro sono la candida sincerità ed apertura con cui la protagonista parla della sua malattia mentale, di come è sorta, come si è evoluta e quale ruolo fondamentale abbia avuto nella cura il sistema (legge, 1978) Basaglia che aveva aperto i manicomi ed organizzato l’assistenza ai malati (che riebbero la dignità ed i diritti civili) che potevano tranquillamente vivere a casa.
Non che sia una scrittrice: io la definirei piuttosto una testimone- protagonista.
Nell’epoca in cui ancora si stigmatizza la malattia mentale, nonostante tutti i passi avanti fatti nelle cure, mi è parso un libro che apre prospettive nuove di approccio a questi problemi.
Poche settimane fa sono state pubblicate sul Corriere le interviste a Cognetti, scrittore di cui avevo letto Le otto montagne, il quale anche senza peli sulla lingua aveva parlato della sua depressione e delle difficoltà cha ha dovuto superare.
Quello che volevo dire è che hanno fatto bene a parlarne, soprattutto per attenuare il velo di rimozione e stigmatizzazione ancora viva della malattia mentale.
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