Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
beh, mi dispiace veder confermato il pregiudizio per cui un cattolico non può essere un buon cittadino;

tu avessi un minimo di senso civico capiresti la differenza tra una tua personale predilezione e il bene "comune";

se un bene è davvero comune DEVI ESSERE IN GRADO DI FORMULARLO COME OBBLIGO, come per il rispetto di qualsiasi legge;
ma se non puoi obbligare le persone a far figli, né argomentare in quel senso, quel bene non è comune;

la cost parla della famiglia come società naturale, nel senso di spontanea, in contrapposizione proprio alla normativa fascista che tassata gli scapoli;

quando si arriva al dunque, tu non sei in grado di argomentare un obbligo, laddove se tu passi abitualmente col rosso io non ho alcuna difficoltà a sostenere che devi essere multato e, se recidivo, perdi la patente;

peraltro, l'unico intervento diretto sulla demografia che mi viene in mente è quello del tetto ad un figlio solo della Cina comunista; non un gran biglietto da visita;
ci sarà un motivo per cui da sempre la quasi totalità dei poteri nella storia ha rinunciato ad intervenire sulla procreazione, riservandosi di farlo successivamente, no ?
tu non persegui conoscenza, e la questione non ti sfiora;

ma, nel momento in cui argomenti una cosa come bene comune e non hai la forza di imporla come morale, immediatamente retrocedi quel precetto a tua personale preferenza e lo squalifichi, lo degradi;
infatti poi sei costretto a recitare il panegirico della libertà, ecc...

se il tuo vov è contro il bene comune, devo potertelo togliere, come in Arabia Saudita; ma se non posso, vuol dire che quello è solo un comportamento privato; l'istat fornisce dati, non fa morale pubblica;
questa, se sei capace, la puoi argomentare tu, il papa o chi ti pare, con tutti gli oneri.
Ti va di tagliare la testa al toro? Di leggere cosa vuol dire Bene Comune per il presidente della repubblica?

«La struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società.

Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia.

Le azioni previste nell’ambito della legge delega 32/2022, recentemente approvata dal Parlamento, meritano di essere rapidamente rese esecutive, per contribuire alla ripartenza del Paese.

La accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà.

Occorre insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro e, in questo senso, va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie.

Assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, favorendo la famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, è responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli, come prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama, conseguentemente, alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù "favorendo gli istituti necessari a tale scopo".

Il tema è di particolare attualità per le donne che devono affrontare ancora oggi troppi impedimenti e difficoltà per raggiungere una piena parità e un apporto essenziale può venire dalla conciliazione dei tempi di cura della famiglia e dei tempi di lavoro. È questione che interpella anche le imprese e la loro funzione sociale.

Non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità. La Repubblica non può privarsi dei talenti della piena partecipazione femminile.

Non è il lavoro ad allontanare dalla maternità bensì le carenze a supporto della stessa.

Le politiche per la famiglia sono un contributo essenziale allo sviluppo equilibrato e sostenibile del Paese.

La presenza nel dibattito pubblico di questi temi è particolarmente preziosa e mi è grato, quindi, inviare a quanti prenderanno parte a questa edizione degli Stati Generali della natalità l’augurio di buon lavoro».
https://www.quirinale.it/elementi/68388

Quale Bene Comune potrà dunque mai esserci se le persone non si incontrano più? Non si sposano più? Non donano più la Vita?

Mattarella, come il Papa, come i filosofi, come i sociologi, fa un appello a ritrovare il senso del Bene Comune. Non può normare, come dici te. Non può costringere nessuno. Dall'alto della sua autorevolezza auspica che senso della Comunità e Libertà personale possano tornare ad incontrarsi. Altrimenti come ti dicevo ieri, si stoppa tutto. Si provocano gravi squilibri, come dice in incipit il presidente.