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Risultati da 31 a 45 di 63

Discussione: Δημοκρατίες

  1. #31
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Certo, l'intesa è che operasse il mercato, ma prima il sistema era drogato - a debito, che paghiamo ora noi, per scelta politica tutta italiana; per esempio. di tollerare l'evasione, fare condoni, ecc... e non scontentare nessuno; avremmo avuto 10 anni dopo il 92 per sistemare le cose, come hanno fatto in Germania
    La lira per quanto considerata di poco valore ha permesso la crescita tra l’85 e il 2001 del 136,00 % dell’export, mentre dopo l’arrivo del famigerato euro la crescita è stata decisamente inferiore, al 40,0% Indubbiamente la lira debole permetteva la svalutazione creando la competitività sui mercati internazionali. Lo spread salì parecchio nel gennaio del 2009 toccò il nuovo record di 170 punti base, eppure avevamo il tanto prezioso euro.
    Purtroppo, il sistema produttivo italico non ha mai brillato, che la classe politica abbia sperperato risorse abbastanza evidente. I paesi che hanno una loro moneta riescono a gestirla. La UK è entrata nell’unione tenendosi la bella sterlina, infatti non si capisce del tutto perché sono usciti, avevano più da guadagnare che perdere. La Germania è fallita da un po’, come le sue banche, vedi la Deutsche Bank, che ha un buco spaventoso, anzi una voragine

  2. #32
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    La lira per quanto considerata di poco valore ha permesso la crescita tra l’85 e il 2001 del 136,00 % dell’export, mentre dopo l’arrivo del famigerato euro la crescita è stata decisamente inferiore, al 40,0%
    sì,
    gli anni del boom, del debito; facile drogare la domanda a buffo, tanto paga Pantalone - cioè noi - 30 o 40 anni dopo;
    Indubbiamente la lira debole permetteva la svalutazione creando la competitività sui mercati internazionali. Lo spread salì parecchio nel gennaio del 2009 toccò il nuovo record di 170 punti base, eppure avevamo il tanto prezioso euro.
    dimentichi che nel frattempo si sono presentati sul mercato 4 miliardi di produttori che competevano sul prezzo a remunerazioni 10 volte inferiori delle nostre; come puoi competere se sei rimasto nei settori maturi, come gli elettrodomestici bianchi ?
    Purtroppo, il sistema produttivo italico non ha mai brillato, che la classe politica abbia sperperato risorse abbastanza evidente. I paesi che hanno una loro moneta riescono a gestirla. La UK è entrata nell’unione tenendosi la bella sterlina, infatti non si capisce del tutto perché sono usciti, avevano più da guadagnare che perdere. La Germania è fallita da un po’, come le sue banche, vedi la Deutsche Bank, che ha un buco spaventoso, anzi una voragine
    La moneta la gestisce una superpotenza militare e fino a un certo punto, per poco tempo;

    UK aveva una sterlina finta; io andavo ogni mese a comprare in Inghilterra per lavoro e malgrado la sterlina valesse teoricamente un 10% in più, me la cambiavano alla pari;
    ma pure le trumpate sono scemenze; gli americani consumano troppo, e a debito; quindi chiedono soldi in prestito, a noi, ma anche ad altri meno amici; e esportano col trucco fiscale servizi tipo i social, Amazon, ecc... poi danno la colpa a noi se non sono in grado di produrre beni materiali, che peraltro dislocano, magari in Messico, e respingono i messicani; almeno i tedeschi fanno le auto da noi, in Spagna, Polonia, Slovacchia, ecc...
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #33
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ripudiare il passato tout court, mi fa pensare a colui che taglia il ramo dove sta seduto, per molti secoli la ricchezza proveniva dalla terra, dai pascoli, dalle imponesti costruzioni, castelli, casali. Oggi è diventata immateriale, tutto è contenuto in codici, compresa l’identità. Siamo davvero certi che questa sia conoscenza o cultura, o forse l’abbiamo barattata per un pugno di mosche. Credo invece che ogni conoscenza ogni pietra debba essere vista con rispetto, la nostra identità ha bisogno di radici, altrimenti siamo solo navi in balia degli uragani. Si deve prestare attenzione ai pozzi avvelenati; perché dovrei rinunciare alla mia integrità in nome di un’accozzaglia di falsi profeti green, o di politici senza arte né parte. Aspirare alla libertà degli schiavi, restare umani è la vera sfida. Più che un’evoluzione vedo un’involuzione, il genio Yuval Harari che osanna la depopolazione, siamo troppi. La dissoluzione di ogni punto di rifermento, cancellare ogni spirito, accogliere il nulla. La propaganda fallace dell’omino europeo impregnato di consumismo è forse cultura, quello che reclama le armi per l’urgente diffesa, ieri implorava vaccini per salvarsi la vita e inneggiava ai serpenti impagliati e ai re di cartone.
    Bravissima! La nostra identità ha bisogno di radici. Abbiamo un naturale bisogno di sapere chi è nostro padre....chi è nostra madre, vale a dire da dove veniamo, da quale storia siamo stati partoriti....
    Ogni famiglia custodisce infatti gelosamente il suo album di ricordi proprio per questo.
    L'Europa ha dunque le sue radici.
    L'Italia idem.
    C'è chi le identifica con la mitologia e la storia greca e chi con quella giudeo-cristiana.
    Di sicuro, è un patrimonio comune che non va disperso in sciocchi e inutili nazionalismi...
    amate i vostri nemici

  4. #34
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Bravissima! La nostra identità ha bisogno di radici. Abbiamo un naturale bisogno di sapere chi è nostro padre....chi è nostra madre, vale a dire da dove veniamo, da quale storia siamo stati partoriti....
    Ogni famiglia custodisce infatti gelosamente il suo album di ricordi proprio per questo.
    L'Europa ha dunque le sue radici.
    L'Italia idem.
    C'è chi le identifica con la mitologia e la storia greca e chi con quella giudeo-cristiana.
    Di sicuro, è un patrimonio comune che non va disperso in sciocchi e inutili nazionalismi...
    Grazie Cono, per me il nazionalismo è una caratteristica di ogni nazione, i francesi non tifano certo per l'Italia durante una partita di calcio, o durante le olimpiadi ( come quelle orrende svolte a Parigi), come i tedeschi , gli inglesi. Un sano nazionalismo serve, altra cosa è lo sciovinismo.

  5. #35
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    Grazie Cono, per me il nazionalismo è una caratteristica di ogni nazione, i francesi non tifano certo per l'Italia durante una partita di calcio.
    perché, secondo te, se c'è una squadra italiana in finale di CL gli italiani non tifosi di quella squadra non tifano compattamente contro ?

    non so in che zona tu viva, ma davvero non ti sei mai accorta che da Viterbo in su da circa 15 secoli ci si odia cordialmente di 10 in 10 km, o meno, vedi Siena, dove si tratta di decine di metri. ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #36
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    Già, infatti spesso gli italiani sono definiti banderuole, comunque abito in Emilia, ma il discorso era diverso come ben comprendi, i francesi non tiferanno certo per la squadra avversaria. Che esista la competizione in certi settori è abbastanza corretto, non il" duello all'ultimo sangue" ( si può ancora dire duello o non è polcor).

  7. #37
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    Già, infatti spesso gli italiani sono definiti banderuole, comunque abito in Emilia, ma il discorso era diverso come ben comprendi, i francesi non tiferanno certo per la squadra avversaria. Che esista la competizione in certi settori è abbastanza corretto, non il" duello all'ultimo sangue" ( si può ancora dire duello o non è polcor).
    Churchill diceva che gli italiani concepiscono una partita di calcio come una guerra, e viceversa
    capisci bene le identità locali; magari i modenesi ti danno della testa quadra
    ad ogni modo, come gli italiani non sono la caricatura del pizza mandolino e mafia, puoi supporre che questo valga anche per gli altri;
    ti assicuro che chi parla - decentemente - diverse lingue europee e viaggia un pochino, l'identità europea la sente tanto, e molto di più di quella italiana; semmai, si può avere forte quella locale, perché in effetti questa è proprio la nostra storia e antropologia culturale.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #38
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Grazie Cono, per me il nazionalismo è una caratteristica di ogni nazione, i francesi non tifano certo per l'Italia durante una partita di calcio, o durante le olimpiadi ( come quelle orrende svolte a Parigi), come i tedeschi , gli inglesi. Un sano nazionalismo serve, altra cosa è lo sciovinismo.
    Sono d'accordo. Ma ti ripeto che nazionalismo ed europeismo non sono affatto antitetici. I Padri di Ventotene lo testimoniano.
    amate i vostri nemici

  9. #39
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    Churchill diceva che gli italiani concepiscono una partita di calcio come una guerra, e viceversa
    capisci bene le identità locali; magari i modenesi ti danno della testa quadra
    ad ogni modo, come gli italiani non sono la caricatura del pizza mandolino e mafia, puoi supporre che questo valga anche per gli altri;
    ti assicuro che chi parla - decentemente - diverse lingue europee e viaggia un pochino, l'identità europea la sente tanto, e molto di più di quella italiana; semmai, si può avere forte quella locale, perché in effetti questa è proprio la nostra storia e antropologia culturale.
    Durante miei viaggi ho notato che spesso nei nostri social o in TV, c'è un certo provincialismo, cosa che si percepisce meno vivendo in altri paesi. Anche se ogni nazione ha le proprie" defaiance". per diversi anni sentivo parlare di Londra come se fosse una sorta di luogo magico, dopo la decima volta che ci vai diventa ripetitiva e noiosa. L'identità europea è ancora da costruire, se vado in Francia sento parlare francese, o in Spagna lo spagnolo e via dicendo.

  10. #40
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    Durante miei viaggi ho notato che spesso nei nostri social o in TV, c'è un certo provincialismo, cosa che si percepisce meno vivendo in altri paesi. Anche se ogni nazione ha le proprie" defaiance". per diversi anni sentivo parlare di Londra come se fosse una sorta di luogo magico, dopo la decima volta che ci vai diventa ripetitiva e noiosa. L'identità europea è ancora da costruire, se vado in Francia sento parlare francese, o in Spagna lo spagnolo e via dicendo.
    beh, i ragazzi istruiti oramai sono in grado di comunicare in inglese più o meno tutti; in nord Europa di più, anche perché non doppiano film e cartoni, quindi si abituano da piccoli; soprattutto, sono capaci di comunicare t4a loro su una base di sentimenti e visioni del mondo comuni, anche se ci sono tante realtà chiuse o degradate in cui si ripiega su sottculture reattive, tipo ambienti da ultrà delle curve o microcriminalità più recitata che agita;
    mediamente, credo che un ragazzo che studia sogni sempre di poter.fare l'erasmus, e se non vuole probabilmente è perché si sente inadeguato per la lingua;

    ma se Roma - non Pizzighettone - fa un terzo o un quarto delle presenze di Parigi o Londra e i turisti non tornano, non è colpa dell'Europa; la mostra londinese su Pompei ha incassato in tre mesi più di quanto fa il sito reale in un anno; dici che dovremmo tirarcela ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #41
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    Sono d'accordo. Ma ti ripeto che nazionalismo ed europeismo non sono affatto antitetici. I Padri di Ventotene lo testimoniano.
    Se vogliamo l'idea dell'Europa nacque da Mazzini, magari su altri principi.

  12. #42
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    beh, i ragazzi istruiti oramai sono in grado di comunicare in inglese più o meno tutti; in nord Europa di più, anche perché non doppiano film e cartoni, quindi si abituano da piccoli; soprattutto, sono capaci di comunicare t4a loro su una base di sentimenti e visioni del mondo comuni, anche se ci sono tante realtà chiuse o degradate in cui si ripiega su sottculture reattive, tipo ambienti da ultrà delle curve o microcriminalità più recitata che agita;
    mediamente, credo che un ragazzo che studia sogni sempre di poter.fare l'erasmus, e se non vuole probabilmente è perché si sente inadeguato per la lingua;

    ma se Roma - non Pizzighettone - fa un terzo o un quarto delle presenze di Parigi o Londra e i turisti non tornano, non è colpa dell'Europa; la mostra londinese su Pompei ha incassato in tre mesi più di quanto fa il sito reale in un anno; dici che dovremmo tirarcela ?
    La cultura dell'impresa non é molto diffusa purtroppo, come pure lo studio dell'economia che ho sempre pensato essere in grande strumento, che ne dica poi che i ragazzi studiano poco, non è proprio così, specie nelle scuole a tempo pieno si fanno tante materie, purtroppo economia viene lasciata indietro.

  13. #43
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    La cultura dell'impresa non é molto diffusa purtroppo, come pure lo studio dell'economia che ho sempre pensato essere in grande strumento, che ne dica poi che i ragazzi studiano poco, non è proprio così, specie nelle scuole a tempo pieno si fanno tante materie, purtroppo economia viene lasciata indietro.
    tanto Cono non mi legge
    questa è proprio l'impronta cattolica, la scienza dello sterco del demonio
    ma capisco: siamo un paese di crociani, le idealità danno forma al mondo e sporcarsi le mani è inelegante; Agnelli non era un bravo imprenditore; anzi, non era affatto un imprenditore, ma una specie di monarca, ammirato per il potere e lo stile; che si facesse finanziare auto brutte dallo stato contava poco;

    io stesso, prima di sostenere diversi esami di economia, non ne sapevo davvero nulla, una capra
    è una materia che educa a vedere in profondità e spiegare tante cose, e verificare ciò che appare, con tante cirvostanze controintuitive.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #44
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Se vogliamo l'idea dell'Europa nacque da Mazzini, magari su altri principi.
    Brava! Ma anche Mazzini fa precedere l'Europa unita dal concetto di "Patria", leggi qui:

    "Stati Uniti – liberi e associati – d’Europa»: nel corso delle sue riflessioni culturali, Giuseppe Mazzini scrisse più volte in merito alla speranza che il Vecchio Continente arrivasse all’integrazione delle diverse realtà nazionali sulla scia dell’esempio americano. Questa sua ambizione, meno decisa e articolata rispetto a quella di altri connazionali come Carlo Cattaneo, aveva comunque nell’affermazione e nella salvaguardia delle specificità dei singoli popoli un elemento fondamentale. «Senza Patria siete i bastardi dell’umanità», ripeteva il patriota genovese, convinto che la Nazione fosse il tramite indispensabile tra l’individuo e l’umanità stessa. L’Europa futura, dunque, avrebbe dovuto essere «dei popoli» solo quando le Nazioni si sarebbero liberate dalla tirannia e avessero conquistato indipendenza, democrazia, pace e progresso sociale. Solo così avrebbero potuto integrarsi nel segno di una comune coscienza e civiltà europea."
    https://culturaidentita.it/giuseppe-...iovine-europa/
    amate i vostri nemici

  15. #45
    Opinionista L'avatar di Adalberto
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Brava! Ma anche Mazzini fa precedere l'Europa unita dal concetto di "Patria", leggi qui:

    "Stati Uniti – liberi e associati – d’Europa»: nel corso delle sue riflessioni culturali, Giuseppe Mazzini scrisse più volte in merito alla speranza che il Vecchio Continente arrivasse all’integrazione delle diverse realtà nazionali sulla scia dell’esempio americano. Questa sua ambizione, meno decisa e articolata rispetto a quella di altri connazionali come Carlo Cattaneo, aveva comunque nell’affermazione e nella salvaguardia delle specificità dei singoli popoli un elemento fondamentale. «Senza Patria siete i bastardi dell’umanità», ripeteva il patriota genovese, convinto che la Nazione fosse il tramite indispensabile tra l’individuo e l’umanità stessa. L’Europa futura, dunque, avrebbe dovuto essere «dei popoli» solo quando le Nazioni si sarebbero liberate dalla tirannia e avessero conquistato indipendenza, democrazia, pace e progresso sociale. Solo così avrebbero potuto integrarsi nel segno di una comune coscienza e civiltà europea."
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    Avete ragione entrambi, aggiungendo anche che fare impresa è... un'impresa.
    Quando viaggiavo per aziendine meccaniche emiliane mi stupiva l'orgoglio espresso dai titolari (spesso con mani callose e unghie nere di grasso) che sovente esponevano nei loro uffici le parole del nostro primo presidente della repubblica.
    "...migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
    È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
    Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente avere con altri impieghi".

    Ma parlo di qualche vita fa, non ho più letto in giro l'espressione di questo tipo di orgoglio... Ma è mia convinzione che quella molla citata da Luigi Einaudi saltelli ancora in molti cuori.

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