-
Ho parlato di "Lavoro in turno", presumento che tutti i lettori (oltre a Ale e Conogelato che lo vivono e hanno vissuto) sapessero di cosa parlavo. Mi accorgo che non é il caso. Quindi, opinioni e giudizi giustificabili solo con l'ignoranza....cioé, con la non-conoscenza del tema. Ed é colpa mia. Correggo, spiegando di cosa si tratta, cosa significhi "lavorare in turno ". Che é una cosa ben diversa dal sia pur duro e lodevole studio studentesco notturno. Per inciso, parlo con cognizione diretta di causa.
Da ingegnere, le premesse.
Esistono moltissime forme di"lavoro in turno". Parlero' della "classica " : l'operatore di impianto petrolchimico o l'operatore sanitario di struttura ospedaliera.
Queste funzioni devono essere assicurate 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Fanno un totale di 8760 ora all'anno (non bisestile). I contratti di lavoro collettivi prevedono nei paesi europei una media di circa 38 ore settimanali su 5 giorni lavorativi Quindi 7,6 ore al giorno (col sistema dei riposi compsetivi). Negli stessi paesi, la media di giorni lavorativi (tenuto conto di ws, festività legali e 20 giorni di ferie) é di 234 (+/- come in Italia). Il che dà un "monte ore lavoro " di 1778 ore/anno per lavoratore. Tenendo conto dell'assenteismo per malattia ed infortunio (medio europeo) di 4,6% si riducono a 1696 ore/anno per lavoratore.
La conclusione é che per assicurare una funzione in turno continuo occorrono un po' più di 5 persone. 5,2 per la precisione.
Questo significa che ogni lavoratore condivide con altri quattro individui la responsabilità di garantire la continuità del sistema. È una sorta di “matrimonio forzato”, fondato non sull’affetto ma sull’algoritmo del tempo.
Questa condivisione non è simbolica: è totale. Giorni di riposo, ore di sonno, momenti di presenza familiare, festivi, notti: tutto è subordinato al ciclo, spesso su base quadrisettimanale. E gli orari di lavoro e le alternanze di cicli sono rigidamente organizzati e programmati in anticipo.
Per chiarire, un esempio: un lavoratore fa il primo turno (6-14) il mercoledi, giovedi. Poi il secondo (14-22) il venerdi e sabato. Poi il terzo 22-6) domenica e lunedi. Quindi, due/tre giorni di riposo. E si continua, intervallando riposi e cambiando "sequenza" con i colleghi periodicamente.Di queste cinque persone, due sono "jolly": figure flessibili chiamate a tappare i buchi, con orari aleatori e difficilmente pianificabili, spesso comunicati con brevissimo preavviso.
Per "il turnista", l’idea di “weekend” o di Natale Capodanno o Ramadan perde qualsiasi connotazione affettiva. Tutto è sostituito dal concetto impersonale di “riposo”, un diritto astratto che arriva quando il ciclo lo consente, non quando il corpo o la mente lo invocano.
L’effetto sociale di questo tipo di organizzazione del lavoro è profondo e strutturale. L’essere umano è biologicamente e culturalmente sincronizzato a una vita diurna, cadenzata da relazioni, abitudini, rituali comunitari. Il turnista è un dissidente involontario di questo modello. Gli orari sfasati rendono difficile la partecipazione alla vita sociale. L’amico che esce a cena, il figlio che ha la recita scolastica, il partner che vorrebbe condividere un weekend: tutto si scontra con un ciclo rigido e inscalfibile.
A livello relazionale, i lavoratori a turni mostrano una maggiore incidenza di separazioni e difficoltà familiari. Secondo uno studio dell'European Working Conditions Survey (EWCS, 2021), il 38% dei lavoratori turnisti riporta conflitti familiari frequenti, contro il 22% dei lavoratori con orari regolari. Anche il senso di isolamento è maggiore: l’assenza di una "normalità sociale condivisa" rende difficile mantenere relazioni stabili anche fuori dal contesto familiare.
I danni non sono solo sociali. Il corpo umano segue un ritmo circadiano, una struttura biologica costruita sull’alternanza luce-buio. Il lavoro notturno o su turni irregolari altera profondamente questa armonia, provocando disfunzioni metaboliche, cardiovascolari e neurologiche.
Studi epidemiologici confermano un impatto diretto sulla salute. Secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA), i lavoratori turnisti hanno un rischio aumentato del 40% di sviluppare disturbi cardiovascolari. La prevalenza del diabete di tipo 2 è più alta del 20–30%. Anche la salute mentale è compromessa: insonnia cronica, ansia e depressione sono più frequenti, con un’incidenza doppia rispetto alla popolazione lavorativa standard.
Uno dei dati più inquietanti riguarda l’aspettativa di vita. Secondo uno studio condotto su larga scala in Svezia e Norvegia (Larsen et al., 2020), i lavoratori che hanno svolto attività su turni continui per più di 20 anni mostrano un’aspettativa di vita inferiore di 2–3 anni rispetto ai colleghi a orario regolare. La combinazione di stress cronico, disturbi del sonno e alimentazione sregolata lascia un'impronta biologica persistente.
Eppure, tutto questo si consuma nel silenzio. Il lavoro in turni è accettato come una necessità tecnica, un sacrificio razionale sull’altare dell’efficienza. Ma la razionalità organizzativa ha un costo umano. Il paradosso è che questi lavoratori garantiscono la continuità della vita “normale” degli altri: curano malati, producono energia, sorvegliano impianti chimici potenzialmente pericolosi. Eppure, conducono una vita che di normale non ha nulla.
Solo durante le ferie (sempre con uno scarto, un “cambio-ritmo” iniziale e finale per rientrare nei bioritmi) il lavoratore turnista può accedere a una parvenza di sincronia con il mondo. Ma anche qui, si tratta di una tregua, non di una liberazione.
Il lavoro su turni avvicendati è una delle forme più estreme di organizzazione del tempo umano. È una realtà nascosta, ma essenziale. Chi la vive è spesso invisibile, come le infrastrutture che mantiene in funzione. Ma dietro il badge elettronico e i grafici orari si cela una vita alterata, un tempo spostato, una salute logorata lentamente.
Questo é il "lavoro a turni". Descritto da chi lo conosce bene. E che ha anche studiato di notte.
Permessi di Scrittura
- Tu non puoi inviare nuove discussioni
- Tu non puoi inviare risposte
- Tu non puoi inviare allegati
- Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
-
Regole del Forum