Parlo di 2 mondi reali, dei sentimenti delle 2 persone in gioco e della difficoltà di metterli in contatto quando le piccole e grandi scelte della vita costringono a grattare sotto la scorza della quotidianità e delle reciproche abitudini.
Lì sotto, sotto la corteccia protettiva che pure ci maschera sempre un po’, lì sotto siamo estranei , ognuno in preda alle proprie dinamiche. Lì sotto però c’è anche la possibilità di una scoperta continua che impone di conoscere e riconoscere ogni volta sé stessi e l’altro, a partire dal punto di vista del proprio sentimento che non combacia proprio con quello dell’altro.
Le origini del proprio sentimento si perdono in mille radici profonde, mai del tutto esplorate/esplorabili. Vassapè è free copyright? Vassapé.
Certo che se i due seguono i binari convenzionali, omologandosi ai comportamenti richiesti da famiglia e società, le ricette per risolvere questi contrasti sono abbastanza rodate, mettendo la sordina al disagio di entrambi o – preferibilmente- dell’altra. Non perché sia più debole, anzi. Ma perché così si è abituati a far funzionar le cose affinché il meno elastico della coppia possa imporsi.
Se invece in maniera un po’ più spontanea cerchiamo di scoprire come siamo individualmente e come ci relazioniamo con la parte altra (avversa e complementare al contempo), mettendo necessariamente in discussione le proprie finte certezze, sicuramente la strada diverta erta e piena di sorprese di vario genere. Anche soddisfacenti, come in un trekking estremo
Può risultare una fortuna che i difetti reciproci si possano compensare fra loro.
Be’ .. forse risulto un po’ estremista con questa mia visione soggettiva, non necessariamente generalizzabile, sia chiaro. ma così la vivo io.
Nessuno è normale, ecco. Men che meno il sottoscritto.
PS
Ma un dubbio mi sorge ora: quanto di questa estraneità è dovuta all’essere uomo e donna? Non avendo esperienze omosessuali mi chiedo se essere del medesimo sesso agevoli o meno lo sforzo della compresnsiore reciproca. Intendo dire che forse risulta più facile riconoscersi nell’altrui persona. O no?