Mi sono messa al pc ora per scrivere l'ultimo articolo della giornata.
Nel tardo pomeriggio ho partecipato all'annuale ricevimento del 2 giugno, che seguo ormai da anni. Un'ottima occasione per un po' di public relation lavorative con gli esponenti delle autorità civili e militari.
Mentre giravo tra le splendide sale della prefettura fermandomi a parlare un po' con tutti, sono tornata con la mente alla prima volta che mi capitò di seguire questo evento. Sono passati vent'anni.
All'epoca ero una giornalista alle prime armi, non conoscevo quasi nessuno e mi sentivo sempre un po' fuori posto in quegli ambienti della "città bene", in mezzo a tutte le maggiori autorità cittadine. E non che loro mi facessero sentire particolarmente accolta. Mi sentivo guardata con condiscendenza.
Oggi la vivo molto diversamente. Mi sento parte dell'ambiente, mi ci so muovere, conosco tutti, do del tu a quasi tutti...
Continuo a non amare particolarmente le occasioni formali e meno che meno la "città bene", ma ho imparato a starci in mezzo, a non sentirmi un pesce fuor d'acqua. Ho imparato quali argomenti trattare e con chi. Quali persone mi consentono una maggiore confidenza e quali meno. Come reagire quando qualcuno mi approccia come se mi conoscesse e io non so chi sia.
Sono piccole cose, ma che mi dimostrano che ho saputo lavorare su me stessa, sulla mia timidezza, sulla mia capacità di interazione sociale.