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Discussione: "La famiglia naturale non esiste"

  1. #1
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    "La famiglia naturale non esiste"



    Caro Cono, redentore benedicente e imago pietatis, t’informo che è stato pubblicato l’interessante saggio titolato: “La famiglia naturale non esiste”, scritto dalla sociologa della famiglia Chiara Saraceno, ex docente universitaria nell’Università di Torino.

    La lettura di questo libro, che spero acquisterai, ti provocherà l’orticaria e minerà le tue certezze inculcate dalla morale di “santa madre chiesa”.

    La Saraceno dice che la famiglia naturale è un’invenzione culturale, e spiega perché.

    L’aggettivo ‘naturale’ è spesso utilizzato per ostacolare le forme di unione, di amore e di filiazione che vanno al di là del dato biologico.

    La famiglia è un luogo di osservazione privilegiato per raccontare i cambiamenti profondi della cultura e della società, tanto che il libro – alternando riflessioni teoriche, ricostruzione dei cambiamenti avvenuti e memoria personale di tante ‘battaglie’ intraprese – diventa un ritratto dell’Italia degli ultimi cinquant’anni.

    La sociologa ha detto che per famiglia naturale, o tradizionale, si intende quella formata da una coppia eterosessuale legata da matrimonio, con distinzione nei ruoli di genere e votata alla procreazione. E’ un modello che non esiste, spiega l’esperta, ma che fatichiamo a “lasciar andare” perché è “come pensiamo di concepirla da sempre”: una tendenza non solo italiana dovuta al fatto che “la prima dimensione che conosciamo venendo al mondo è proprio quella familiare. È al suo interno che impariamo cosa sia una relazione. Ed è per quello ci sembra ‘naturale’.

    Ma dire che la famiglia naturale non esiste non significa negare la legittimità di questa forma di legame umano. Significa piuttosto riconoscere che non è un modello unico né universale: la storia e l’antropologia ci mostrano infatti che le società umane hanno sempre creato una grande varietà di forme familiari, e che perfino all’interno della stessa civiltà il concetto è cambiato ripetutamente, adattandosi ai contesti e ai bisogni del momento.

    Per fare un esempio, secondo Saraceno, anche l’idea che la famiglia debba basarsi sull’amore e sulla libera scelta degli individui è, in realtà, recente. Non era così fino a poco tempo fa nemmeno in Occidente, e in molte culture del mondo non lo è ancora oggi. Senza contare le profonde differenze legate al contesto sociale: la famiglia del proletariato, ad esempio, è sempre stata molto diversa da quella della nobiltà, sia nelle dinamiche che nei significati.

    Dunque, dire che “la famiglia non è naturale non vuol dire che è contro natura; vuol dire che anche quella che pensiamo essere la famiglia naturale non sta nella natura, altrimenti vorrebbe dire che nella maggior parte della storia le persone si sono aggregate in famiglie contro natura”.

    La famiglia è un’invenzione culturale. Ma come si formano queste ‘invenzioni’? “Sedimentandosi nelle pratiche, nei rapporti con le religioni e i regolamenti degli Stati, dove ci sono, e con le necessità del tempo”.

    Nello specifico, “ciò che definisce l’appartenenza o meno alla famiglia cambia nel tempo”, sottolinea l’esperta ricordando che “per molto tempo, in modo diverso a seconda della società, ciò che ha definito i confini della famiglia è stata la filiazione: decidere di chi sono i figli, a chi appartengono. Da questa necessità in diverse società è derivata l’esigenza di controllare la fecondità femminile”.

    Un esempio di come sia il diritto, e dunque un dato culturale, a decidere cosa sia famiglia e cosa no, la sociologa nel suo intervento ha ricordato “un fatto che oggi sembra assurdo: in Italia fino al 1975 i figli nati fuori dal matrimonio erano illegittimi (una parola violenta: non avevano diritto a nascere)”. Quindi, ha sottolineato, “non era la natura che fondava la famiglia. Si è dovuto attendere fino al 2012 per ottenere che non ci fosse più distinzione”.

    A dimostrare la varietà storica del concetto di famiglia, Saraceno rammenta che “l’Europa è l’unico posto al mondo in cui presto è prevalsa la famiglia monogamica seriale (una sola moglie per volta). In altre parti del mondo hanno prevalso per molto tempo le famiglie poliginiche (presenti anche nella Bibbia)”. Eppure “in questo spazio europeo diverse modifiche a questa norma, come la convivenza prematrimoniale o le coppie omosessuali, sono state recepite prima”.

    Il matrimonio sparirà?

    Ma arriveremo a “sacrificare il vincolo”, e dunque ad abolire il matrimonio e, in prospettiva, perfino la coppia? Per la sociologa già il termine ‘sacrificio’ richiama un debito che non potrà mai essere saldato, come sanno tutti coloro che si sono sentiti dire dai genitori e dai nonni che si sono sacrificati per loro. “Se qualcuno sacrifica se stesso per una relazione, la contropartita non sarà mai sufficiente. Che cosa può mai rispondere un figlio a un genitore che dice “mi sono sacrificato per te”? Dovrebbe dargli la propria vita in cambio. Anche questa è una relazione. Mi piace più l’idea che una relazione sia una responsabilità, un lavoro”.
    Ecco perché per Saraceno dovemmo valutare forme di relazione e legami basati sulla responsabilità, sui principi di libertà, uguaglianza e dignità personale, oltre alla cura reciproca: peraltro tutti criteri anch’essi soggetti a cambiamenti storico-sociali.

    La famiglia come ambito di lavoro non remunerato

    Tra questi c’è il lavoro, perché “la famiglia c’entra, con il lavoro, moltissimo“, afferma Saraceno chiarendo che non è solo una questione di come le politiche sull’occupazione impattino sulle donne e di rimando sui tassi di fecondità di un Paese, ma “innanzitutto perché la famiglia è un ambito di lavoro non remunerato” che “anche se molto spesso si concretizza sotto il velo dell’amore” non è comunque “meno lavoro”.
    “Di questo lavoro non solo non se ne riconosce sempre il valore, ma diventa un vincolo alla professione remunerata, soprattutto per le donne, specie in Italia, dove c’è ancora più squilibrio fra uomini e donne nel lavoro familiare (che però diminuisce se entrambi nella coppia lavorano, sebbene mai sotto la soglia del 70-30%).

    Non ci sono solo disuguaglianze tra uomini e donne nel mercato del lavoro, ma anche disuguaglianze tra donne quando varia il livello di istruzione o si hanno figli piccoli; disuguaglianze consistenti, di cui non si parla abbastanza”.

    “La famiglia è uno snodo importante. Già anni fa Massimo Paci, un sociologo economico, notava che è l’impostazione familiare a decidere chi va a lavorare e a quali condizioni. La famiglia non è solo un luogo di socializzazione, di affettività, come di violenze e di odi: è anche un’istituzione economica (e di ridistribuzione economica)”, per quanto non ci faccia piacere vederla così.

    Il rischio per i giovani non è l’individualismo

    E il concetto di responsabilità andrebbe declinato anche sui giovani, che secondo Saraceno non sono poi così individualisti come spesso gli adulti li dipingono:

    “Entrano in rapporti di coppia prestissimo, sembra che non possano starne senza, e poi fanno fatica a essere autonomi al loro interno – soprattutto i maschi”. Ecco allora che il rischio maggiore è legato a questa dimensione delle relazioni, che sfocia nel controllo (e in casi di femminicidio precoci), piuttosto che all’individualismo. Una ricerca di Save the Children mette in luce un dato preoccupante “oltre il 30% degli adolescenti, maschi e femmine, ritiene normale geolocalizzarsi con il cellulare e controllare il telefono dell’altro. Direi che è più importante questo rischio, rispetto all’individualismo”.

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Che sonno amico Doxa se me lo concedi...

    Famiglia e individualismo sono ossimori, si elidono a vicenda. Non è possibile vivere rapporti relazionali sani, mettendo al centro il nostro io. Quando ciò avviene, iniziano le storture, le contraddizioni e le sofferenze. Quando la Chiesa parla di Famiglia Naturale, mette al centro una Realtà, un Fatto incontrovertibile: la Vita si ha ESCLUSIVAMENTE per l'incontro Uomo/Donna.
    Uomo+uomo non dà la Vita
    Donna+ donna non dà la Vita
    È inutile forzare la natura con l'eugenetica. Anche quella più eticamente riprovevole.
    La scrittrice sbaglia anche quando parla di Matrimonio. Dovrebbe usare la parola "unione", non Matrimonio. Il Matrimonio è solamente quello pensato e voluto da Dio...

    E Dio disse: "Facciamo l'Uomo a nostra immagine e somiglianza" A immagine di Dio lo creò, maschio e femmina lo creò. Per questo l'Uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unira' a sua Moglie. E i due saranno una sola carne!"

    Dove c'è Amore non esiste dunque sacrificio.
    E la Famiglia continua ad essere (come dice la nostra splendida Costituzione) il nucleo fondamentale della società. Quando si vuol minare alla base la società, si comincia sempre con l'attaccare il Matrimonio e la Famiglia.
    amate i vostri nemici

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Sapessi invece il sonno, più le palle e le ovaie gonfie, che fai venire tu!
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  4. #4
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    Ultima modifica di Vega; 10-06-2025 alle 08:41
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  5. #5
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    Fratel Cono ha scritto:
    Che sonno amico Doxa se me lo concedi...
    Famiglia e individualismo sono ossimori, si elidono a vicenda
    Perché offri una prova in più a chi ti accusa dell’errata interpretazione dei post altrui perché leggi in modo veloce e superficiale, come se fosse un’incombenza quotidiana cui ti sottoponi e da sbrigare al più presto, per poi dedicarti all’ontologia, alla metafisica ?

    La sociologa Saraceno argomenta sulla famiglia dal punto di vista storico in diversi contesti e tu dici che “famiglia e individualismo sono ossimori”. Ma quale individualismo, quale ossimori ?

    Guardi il dito e non la Luna.

    “Che fai tu, luna, in ciel ? dimmi che fai, / silenziosa luna ? / sorgi la sera, e vai, / contemplando i deserti …”, fa chiedere Leopardi al suo pastore errante dell’Asia.

    Il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" è il titolo della poesia di Giacomo Leopardi, composta a Recanati tra il 1829 e il 1830, nella quale egli stesso si rivolge alla luna, considerata parte della natura, per interrogarla sul significato della vita, la sua vita, che reputa un costante vagare, simile al moto lunare.

    Torno al proverbio, che dice: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”: il detto popolare evidenzia che la stoltezza induce spesso alla superficie delle questioni, non esplora la profondità e non cerca la verità. La mancata riflessione induce lo stolto a guardarsi soltanto il dito, non vede oltre quello. Questo proverbio invita anche all’apertura mentale, ad abbattere i limiti alle proprie visioni.

    A proposito di stoltezza, te la ricordi la parabola di Gesù riguardante il “ricco stolto”, detta anche dell’avaro ?

  6. #6
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  7. #7
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    La sociologa ha detto che per famiglia naturale, o tradizionale, si intende quella formata da una coppia eterosessuale legata da matrimonio, con distinzione nei ruoli di genere e votata alla procreazione. E’ un modello che non esiste, spiega l’esperta, ma che fatichiamo a “lasciar andare” perché è “come pensiamo di concepirla da sempre”: una tendenza non solo italiana dovuta al fatto che “la prima dimensione che conosciamo venendo al mondo è proprio quella familiare. È al suo interno che impariamo cosa sia una relazione. Ed è per quello ci sembra ‘naturale’.

    Ma dire che la famiglia naturale non esiste non significa negare la legittimità di questa forma di legame umano. Significa piuttosto riconoscere che non è un modello unico né universale: la storia e l’antropologia ci mostrano infatti che le società umane hanno sempre creato una grande varietà di forme familiari, e che perfino all’interno della stessa civiltà il concetto è cambiato ripetutamente, adattandosi ai contesti e ai bisogni del momento.


    Che poi qualcuno si ricorda delle famiglie contadine del secolo scorso? O ha sentito raccontare dai propri genitori quelle dei nonni e bisnonni, per intenderci dove le famiglie il più delle volte non erano composte da madre, padre e figli ma erano "allargate" sotto lo stesso tetto abitavano i genitori capostipiti e capifamiglia, i figli maschi ( le figlie femmine abbandonavano la famiglia di origine per sposarsi e entrare a far parte a loro volta di altre famiglie "allargate") con le mogli e i rispettivi figli. I figli crescevano insieme ai cugini, tutti insieme come fossero fratelli. Le nonne badavano e probabilmente educavano i nipoti mentre figli e nuore lavoravano la campagna, perchè dopo una lunga giornata di lavoro in campagna restava ben poco tempo per crescere ed educare i propri figli.
    Erano modelli di famiglie diverse da oggi, la società è un continuo cambiamento, così come i modelli di famiglia.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  8. #8
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Che sonno amico Doxa se me lo concedi...

    Famiglia e individualismo sono ossimori, si elidono a vicenda. Non è possibile vivere rapporti relazionali sani, mettendo al centro il nostro io. Quando ciò avviene, iniziano le storture, le contraddizioni e le sofferenze. Quando la Chiesa parla di Famiglia Naturale, mette al centro una Realtà, un Fatto incontrovertibile: la Vita si ha ESCLUSIVAMENTE per l'incontro Uomo/Donna.
    Uomo+uomo non dà la Vita
    Donna+ donna non dà la Vita
    È inutile forzare la natura con l'eugenetica. Anche quella più eticamente riprovevole.
    La scrittrice sbaglia anche quando parla di Matrimonio. Dovrebbe usare la parola "unione", non Matrimonio. Il Matrimonio è solamente quello pensato e voluto da Dio...

    .
    Ah sì dov'è che la scrittrice sbaglia?

    Come mai il codice civile parla di matrimonio tra eterosessuali anche quando non è religioso?

    Quelli che celebrano il matrimonio civile davanti ad un ufficiale di stato civile cosa contraggono?
    Gli effetti giuridici civili si hanno se si celebra il matrimonio civile, quello religioso solo se concordatario con trascrizione nei registri.
    Quello solo religioso vale solo per chi è vedovo, credente e non vuol perdere la pensione di reversibilità
    L'unione civile è un'altra cosa e solitamente riguarda coppie dello stesso sesso.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  9. #9
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    Ciao Lady Hawke,

    nel passato i matrimoni erano di solito “combinati”, erano contratti di convenienza, avvenivano anzitutto dal notaio dopo accordi economici tra famiglie, specialmente quelle nobili, non tenevano conto dei sentimenti di una coppia. Quei matrimoni senza amore servivano per suggellare alleanze, estendere il proprio dominio territoriale, aumentare la ricchezza di una o di entrambe le famiglie. E i nubendi venivano penalizzati. Di solito il loro rapporto di coppia non era basato sul reciproco amore come lo intendiamo oggi.

    Lady confermo quanto da te asserito circa i matrimoni e le conseguenze nelle famiglie contadine.

    Ti faccio leggere cosa avveniva in Italia almeno fino alla metà del secolo scorso.

    “Nei primi del ‘900 si sviluppò una particolare forma matrimoniale, quella del matrimonio per procura, che coinvolse soprattutto le ragazze del Sud del Paese e gli uomini che emigravano all’estero in cerca di fortuna.

    Quando erano “in età da matrimonio”, ma avevano difficoltà nell’approccio con l’altro sesso, era abitudine frequente che le famiglie rimaste in Italia, i genitori soprattutto, cercassero una ragazza del posto che potesse creare una famiglia con lui, ovviamente casta e su cui non esistessero dicerie.

    Ovviamente molte delle famiglie rimaste in paese vedevano un matrimonio per procura come una ghiotta opportunità per dare le figlie in sposa a chi aveva un lavoro all’estero, perché le avrebbero portate lontane dalla miseria e dalle ristrettezze economiche. Chi non riusciva ad avere un matrimonio per procura, o era troppo in là con l’età, poteva sempre “sperare” in un matrimonio combinato.

    Nel matrimonio per procura i due futuri sposi, di fatto, non si conoscevano, se non tramite fotografie e lettere che le famiglie si inviavano, in cui erano scritti dati anagrafici e condizione sociale, oltre a informazioni generiche sulla famiglia e sul luogo d’origine.

    Era una versione “primitiva” delle odierne conoscenze virtuali, tanto che, come capita oggi con i profili fake, anche all’epoca le foto venivano spesso truccate, oppure venivano inviate quelle dell’amico o dell’amica più piacente, con le immaginabili, terribili conseguenze il fatidico giorno del sì”.

    A tal proposito è memorabile il film del 1971 con Alberto Sordi e Claudia Cardinale: “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”.


  10. #10
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    In India ancora esistono i matrimoni combinati, e non solo, la famiglia ( sempre quella dell'uomo) decide su molti aspetti della vita della coppia. Tra l'altro il sistema delle caste è sempre attivo.

  11. #11
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Fratel Cono ha scritto:


    Perché offri una prova in più a chi ti accusa dell’errata interpretazione dei post altrui perché leggi in modo veloce e superficiale, come se fosse un’incombenza quotidiana cui ti sottoponi e da sbrigare al più presto, per poi dedicarti all’ontologia, alla metafisica ?

    La sociologa Saraceno argomenta sulla famiglia dal punto di vista storico in diversi contesti e tu dici che “famiglia e individualismo sono ossimori”. Ma quale individualismo, quale ossimori ?

    Guardi il dito e non la Luna.

    “Che fai tu, luna, in ciel ? dimmi che fai, / silenziosa luna ? / sorgi la sera, e vai, / contemplando i deserti …”, fa chiedere Leopardi al suo pastore errante dell’Asia.

    Il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" è il titolo della poesia di Giacomo Leopardi, composta a Recanati tra il 1829 e il 1830, nella quale egli stesso si rivolge alla luna, considerata parte della natura, per interrogarla sul significato della vita, la sua vita, che reputa un costante vagare, simile al moto lunare.

    Torno al proverbio, che dice: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”: il detto popolare evidenzia che la stoltezza induce spesso alla superficie delle questioni, non esplora la profondità e non cerca la verità. La mancata riflessione induce lo stolto a guardarsi soltanto il dito, non vede oltre quello. Questo proverbio invita anche all’apertura mentale, ad abbattere i limiti alle proprie visioni.

    A proposito di stoltezza, te la ricordi la parabola di Gesù riguardante il “ricco stolto”, detta anche dell’avaro ?
    Ti va di leggerla insieme?

    Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!». Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?». Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

    Ecco cos'è l'individualismo: supporre e illudersi che il centro del mondo sia il nostro ombelico. Con tutto e tutti a girarci intorno...
    amate i vostri nemici

  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ah sì dov'è che la scrittrice sbaglia?

    Come mai il codice civile parla di matrimonio tra eterosessuali anche quando non è religioso?

    Quelli che celebrano il matrimonio civile davanti ad un ufficiale di stato civile cosa contraggono?
    Gli effetti giuridici civili si hanno se si celebra il matrimonio civile, quello religioso solo se concordatario con trascrizione nei registri.
    Quello solo religioso vale solo per chi è vedovo, credente e non vuol perdere la pensione di reversibilità
    L'unione civile è un'altra cosa e solitamente riguarda coppie dello stesso sesso.
    Cercherò di essere più esplicito:

    La Vita si ha solo per l'unione Uomo/Donna
    Matrimonio (religioso e civile) è solo Uomo/Donna

    Lo dice anche soltanto l'etimologia della parola.

    Poi la legge ha forzato la Natura.
    amate i vostri nemici

  13. #13
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    Il matrimonio può terminare, l'unione non è detto.

  14. #14
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    Ciao Lady Hawke,

    nel passato i matrimoni erano di solito “combinati”, erano contratti di convenienza, avvenivano anzitutto dal notaio dopo accordi economici tra famiglie, specialmente quelle nobili, non tenevano conto dei sentimenti di una coppia. Quei matrimoni senza amore servivano per suggellare alleanze, estendere il proprio dominio territoriale, aumentare la ricchezza di una o di entrambe le famiglie. E i nubendi venivano penalizzati. Di solito il loro rapporto di coppia non era basato sul reciproco amore come lo intendiamo oggi.

    Lady confermo quanto da te asserito circa i matrimoni e le conseguenze nelle famiglie contadine.

    Ti faccio leggere cosa avveniva in Italia almeno fino alla metà del secolo scorso.

    “Nei primi del ‘900 si sviluppò una particolare forma matrimoniale, quella del matrimonio per procura, che coinvolse soprattutto le ragazze del Sud del Paese e gli uomini che emigravano all’estero in cerca di fortuna.
    Sì so che ai tempi spesso i matrimoni erano combinati o per procura, ma nelle famiglie povere contadine, almeno quelle al nord, i giovani futuri sposi spesso si conoscevano a sagre paesane oppure erano "vicini" di casa o terreno, insomma nei paesi spesso si conoscevano tutti.
    Oppure poteva accadere come bel caso dei miei bisnonni paterni che si conoscessero sulla nave che li portava oltreoceano, in Brasile. Bisnonna genovese e bisnonno veneto.
    Comunque si sceglievano, anzi forse più probabile che si scegliessero al nord che al sud.

    Esperienza diversa dei miei suoceri che in un certo senso era un fidanzamento "obbligato" nel senso che la mia povera suocera mi raccontava come suo marito, allora giovane del paese dove abitavano al sud, la vedeva in paese andare a Messa, per strada ecc e con l'approvazione della propria famiglia decise di andare a presentarsi alla famiglia di quella che intendeva prendere come moglie. Perchè non era ammesso frequentarsi senza prima la presentazione e ufficializzazione del fidanzamento alla famiglia di lei.
    Non che il fidanzato veniva imposto, comune veniva chiesta l'opinione della ragazza che se proprio proprio non gli piaceva poteva anche rifiutarsi ma era comunque una scelta in un certo senso obbligata, il destino di una donna era quello di sposarsi e fare famiglia con qualcuno che doveva piacere anche alla rispettiva famiglia, altrimenti non se ne faceva nulla o...forse si ricorreva alla fuitina?
    Be' mia suocera per esempio non ha avuto una gran scelta quando le dissero che sarebbe venuto a casa a presentarsi il suo fidanzato, era dato per scontato che quello doveva essere un giorno suo marito.
    Questo non accadeva solo nell'ottocento ma ancora negli anni '50 del secolo scorso e non tra famiglie ricche e benestanti ma modeste, contadine.
    Se pensiamo che ancora oggi in certi ambienti culturali e religiosi estremisti i matrimoni vengono ancora imposti dalle famiglie non dobbiamo poi tanto meravigliarci, le conquiste e diritti a favore della donna e della famiglia nel nostro paese sono abbastanza recenti.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  15. #15
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    Cercherò di essere più esplicito:

    La Vita si ha solo per l'unione Uomo/Donna
    Matrimonio (religioso e civile) è solo Uomo/Donna


    Lo dice anche soltanto l'etimologia della parola.

    Poi la legge ha forzato la Natura.
    Non riesco a trovare nel post citato dov'è che la scrittrice sbaglia.
    Parla di "famiglia naturale" che secondo l'autrice non esiste, di matrimonio, non di procreazione.

    La procreazione ( vita come la chiami tu) non è necessariamente legata al matrimonio, infatti nascono bambini anche al di fuori del matrimonio che sia civile o religioso.
    Si parla di modelli di famiglia nel tempo e di culture diverse.
    I modelli di famiglia possono essere diversi e mutevoli nel corso della storia come già detto.
    L'etimologia della parola matrimonio:
    "La parola italiana matrimonio continua la voce latina matrimonium, formata dal genitivo singolare di mater (ovvero matris) unito al suffisso –monium, collegato, in maniera trasparente, al sostantivo munus ‘dovere, compito’. "
    Dall' Accademia della Crusca.

    Ha senso focalizzarsi solo sulla parola "matrimonio" quando si parla di famiglia?
    Per me no.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

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