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Il ritrovamento
Doxa, Kingkong e KuronoTuriga procedevano lentamente, nella pace del paesaggio, condividendo riflessioni su quanto sia bella la bellezza bella del bello quando il bello é bello.
In una radura nascosta apparve all'improvviso un monastero, che non figurava su nessuna carta, mappa o gps .
Si ergeva smangiato dal tempo tra le pieghe degli irti colli dell'empolese, sorvegliato da cipressi bolgheresi e nebbie che salivano piovigginanti, di atmosfera gotico-medioevale (apprezzati i colti riferimenti letterari?
)
Kingkong fu il primo ad accorgersene: il suo occhio addestrato dall’estetica islamica, allenato a cogliere simmetrie sfuggenti e giochi d’ombra tipici delle medine, notò lo scarto visivo tra la struttura e il suo silenzio: una cappella laterale, chiusa da una grata arrugginita, e dentro, una teca polverosa su un altare sbrecciato.
"Questa architettura sembra aver paura di se stessa," mormorò, mentre regolava l’esposizione sulla Leica vintage. "C’è una discrezione mistica. Ricorda certe moschee abbandonate del Maghreb... o il caravanserraglio a Isfahan dopo la pioggia."
KuronoTuriga si fermò qualche passo indietro, lanciando briciole immaginarie a gatti immaginari. Il suo sguardo, obliquo come i proverbi zen che non cita, scivolava sul luogo."Non mi fido dei posti che non puzzano abbastanza. Questo è solo impolverato. Ma… interessante. Sembra il tipo di posto dove un gatto alfa si farebbe incoronare."
Doxa, solenne come una didascalia in pietra, si chinò sulla teca che avevano appena scoperto. "Epoca confusa. Gotico pre-rurale con inflessioni autodidatte. Ma ciò che colpisce… è la teca stessa. Guardate l’incastonatura. Romanico anacoreta misto a influssi ionico-corinzi trasandati." guardo' più attentamente. " Sembrerebbe araba ".
"Safavide? No, troppo ingenua nei dettagli," osservò Kingkong. "Ma la disposizione degli elementi ha qualcosa dell’iconoclastia consapevole. Come se chi l’ha fatta sapesse cosa non voleva mostrare."
Kurono ridacchiò. "Come il mio siamese quando non vuole mostrarti dove ha cacciato il topolino"
Aprirono la teca. Dentro, un oggetto indecifrabile: come una borsetta di...boh...in polvere al primo contatto. Resta un "coso" piccolo, brunito, coriaceo, inciso da minuscole screpolature.
Un torsolo.
"Mela?" disse Kingkong, inquadrandola col grandangolare da macro.
"Mela," precisò Doxa, esaminando la teca come se fosse il primo codice benedettino.
Kurono sorrise: "Nessun giapponese sano di mente conserva un torsolo. Dev’essere roba europea."
"È un torsolo millenario," disse Kingkong, accovacciato per cercare l’angolazione giusta di un raggio di sole tra le ragnatele "Eppure... ha un'estetica essenziale. Spoglia. È il tipo di oggetto che un sufi potrebbe nascondere in un verso."
Kurono si limitò a osservare in silenzio. Poi, con un sorriso da bottega del tè, sussurrò: "Dovremmo chiedere a un gatto cosa ne pensa. O meglio: a un ratto. Ma nessuno dei due risponderebbe. Saggezza animale. Forse, un programma di IA."
Il silenzio si ruppe con un colpo secco. Un monaco, tonaca scura con stola ricamata "Got mit mir" in gotico fiammeggiante e sguardo inquisitorio da MaestroGiudice, apparve nella cappella come messo dell'Apocalisse.
"Indietro, figli della superbia! Quello non è vostro. È la Prova! La Sacra Reliquia del Peccato Originario!"
Kurono lo guardò inarcando il sopracciclio come se fosse un venditore di katana di plastica.
"Ha un certificato? Un codice QR ?"
Kingkong riprese la scena, in campo lungo, con cipressi sullo sfondo in controluce. "Notevole. Ricorda certi ulema andalusi raffigurati nelle miniature ottomane. Solo… meno ieratici."
"È stato raccolto da Adamo! Conservato dai santi patriarchi! Giudicato da Dio stesso! È la testimonianza della caduta della donna succuba del maligno e dell'origine di tutti i mali"
Kingkong: "Eppure ha un’estetica, seppur minimale. Molto proto-zen. Mica male col Thaj Mahal sullo sfondo""
Doxa, cortese come sempre: "MaestroGiudice, il manufatto appare più simbolico che probatorio. Direi che ci sia una certa....tensione tra narrazione e reperto."
Il monaco si fece rosso: "Mi fate veramente venir da piangere e mai vi abbraccerei ! È chiaro! È lì! È scritto! Leggete Genesi, leggete i Padri! La donna tentò, la donna mangiò, la donna ci fece perdere l'eden! Questo è il Torsolo della sua colpa."
Kurono si strinse nelle spalle: "Strano che il peccato abbia un guscio così fragile."
Il bastone batteva terra, come chiedendo l'intervento di entità abissali: "Empietà! Ironia! Voi schernite il sacro! Uno alleva felini predatori, l’altro fotografa con intenti blasfemi ! Questo non è dialogo: è l'apocalisse in arrivo"
Kurono si fece serio, per la prima volta: "I miei gatti non sono predatori. Sono testimoni. Come lei, maestrogiudice minuscolo. Solo più eleganti."
Kingkong fece click.
"Questo scatto si intitolerà: "Il Torsolo e la Tana dell’Assoluto". Avrà una bella mostra, forse a Marrakech."
Si sentono rumori, come di gente in arrivo.
(continua)
Ultima modifica di restodelcarlino; 29-06-2025 alle 20:10
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