
Originariamente Scritto da
doxa
Finalmente posso dedicare un post a dark lady.
Fra pochi giorni percorrerà una delle vie verso Santiago di Compostela cercando un po’ di sé, e alla fine del viaggio forse dirà: “Eravamo tutti piccoli fiumi, ognuno con il proprio ritmo, ma destinati a sfociare nello stesso mare, Praza do Obradoiro, la piazza della cattedrale di Santiago” : questa citazione deriva dal libro di Diego Passoni: “Quel che resta di Santiago. Gioie e dubbi di un pellegrino poco ortodosso” (edit. Sonzoglio, euro 17).
Tornato dal “Camino” portoghese, da Porto alla Galizia, Passoni ha deciso di scrivere il citato libro.
“… qualunque strada si scelga per arrivare a Santiago, è attraversare la solitudine e il silenzio per ascoltarsi e scoprire che non siamo soli”.
L’autore con autoironia e critica, nel libro rivive le tappe del suo andare: Porto, Vila do Conde, Barcelos, ecc., ricordando i viandanti che ha incrociato.
Camminare è una meditazione laica itinerante. C’è chi trova nel camminare un modo per affrontare il dolore:
“il cammino mi guida verso il silenzio che cerco dentro di me” , scrisse la poetessa milanese Antonia Pozzi (1912 – 1938).
Il “Camino de Santiago” ogni anno attira migliaia di escursionisti, motivati da spirito di avventura o dalla fede religiosa.
L’importante non è l’arrivo a Compostela, ma il modo in cui impariamo a percorrere la strada.
Il cammino del pellegrino: vesciche ai piedi, zaini troppo pesanti, strade sbagliate, letti scomodi e sonni profondi, chiacchiere banali ma anche illuminanti.
